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La Grande Montagna

Da Fiaba

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La fiaba

Martedì 22 Luglio 2014 18:05 Scritto da eri

grande-montagna
La nostra storia ha inizio tanto tempo fa, in una rigogliosa foresta popolata da curiose creature,i folletti. Erano simili agli umani, ma avevano una splendida carnagione di colore azzurrognolo ed un paio di ali trasparenti che gli spuntavano dalla schiena.

Il protagonista della nostra storia era un giovane folletto di nome Oryus ;aveva capelli scuri e ricci ed occhi penetranti di uno splendido verde smeraldo.

Come tutti i folletti della sua età,era un amante del pericolo e dell'avventura, e le armi erano la sua passione; erano un popolo di ottimi guerrieri,adoravano maneggiare ogni tipo di arma e frequentavano tutti una "accademia" di combattimento, dove erano istruiti alla difesa e ad ogni genere di duello.

Il sole stava tramontando e la sua  luce dorata illuminava gli alberi e le piante. Oryus respirò profondamente : era una sera importante per lui, era la sua sera. Di lì a poco avrebbe chiesto a Lilyth di sposarlo.

Lilyth era una bellissima folletta,dalla carnagione lilla e gli occhi di un viola scintillante che mozzava il fiato, ed un paio di splendide ali variopinte come quelle di una farfalla. Era la creatura più bella che Oryus avesse mai visto; le aveva dato appuntamento al fiume e presto sarebbe arrivata.

Oryus,in preda al nervosismo,ripassò mentalmente il discorso che aveva preparato:-Lilyth,io.., no anzi, noi..si,si noi andava bene...ma noi cosa??- fece un respiro profondo e riprovò, rivolto ad un albero di fronte a lui:Lilyth,mi vuoi sposare?- ecco,magari,così,senza tanti preamboli, poteva andar meglio. Intanto il sole era scomparso all'orizzonte; la cima della Grande Montagna era completamente nascosta dalla nebbia.

Ora sarebbe opportuno spendere due parole sulla "Grande Montagna", protagonista degli incubi più terribili della maggior parte dei folletti della foresta: ;con la sua gigantesca mole il monte dominava tutto il paesaggio intorno. Le leggende raccontavano di terribili mostri che popolavano la cima della montagna..qualcuno sosteneva di aver udito dei ruggiti e tutti coloro che avevano osato avvicinarvisi, erano tornati in uno stato confusionale, raccontando cose tanto orribili quanto improbabili.

Oryus aveva sentito tante storie sulla Grande Montagna; da bambino riuscivano ancora a spaventarlo, ma ormai lo lasciavano completamente indifferente. Da molto tempo infatti, non accadeva più nulla di strano ed Oryus era dell'opinione che si trattasse soltanto di vecchie storielle per i bambini, ed ora, da buon giovane innamorato, aveva ben altro per la testa. I minuti passavano e di Lilyth nessuna traccia.-Strano-pensò Oryus. Dopo tre ore l'attesa cominciò a diventare snervante; non poteva credere che Lilyth avesse deciso di non venire. Dopo 5 ore Oryus cominciò a correre verso il bosco; d'accordo non era venuta ?sarebbe andato lui da lei ;a costo di buttarla giù dal suo albero(i folletti non avevano case,vivevano e dormivano sugli alberi), quella sera le avrebbe detto ciò che doveva dirle. Ma nel bosco c'era una grande agitazione;tutti erano in piedi e parlottavano tra loro con aria preoccupata. Persino Geremy,il vecchio centenario che ricordava di non aver mai visto a terra, quella sera era sceso dal suo albero e si torceva le dita con apprensione. Frysus,un giovane folletto biondo, lanciò un'occhiataccia a d Oryus:-ma dove sei stato??-lo rimproverò-con quello che è successo ti sembra il momento di andare a fare 4 passi?? 

-Che è successo?-domandò Oryus preoccupato.-Lilyth è sparita-rispose qualcuno.

Gli crollò il mondo addosso;continuava a sentire le voci agitate degli altri,ma era come se provenissero da molto lontano. Il resto delle notte lo trascorse appoggiato ad un albero,fissando un punto davanti a lui, senza in realtà vederlo. La mattina dopo nel villaggio era il tumulto generale. I più anziani,brandendo i loro bastoni a mo'di spada esclamavano:-sono stati i mostri della Grande Montagna, sono loro!- Persino gli insegnanti dell'accademia di combattimento scuotevano la testa rassegnati: -contro i mostri non abbiamo molte speranze-. Oryus sospirava e non diceva nuiente. Lilyth non era stata rapita dai mostri,non esisteva alcun mostro se non nella testa di quei visionari dei suoi compagni . Ma allora dov'era?Il pensiero di averla persa gli serrava il cuore come una morsa; non lo sopportava. Nella confusione generale soltanto una persona sembrò accorgersi della disperazione di Oryus, ed è una persona importante nella nostra storia perciò ora andremo a presentarla. Il suo nome è Shirlek Hulmes. In un mondo popolato da guerrieri presuntuosi, che si ritenevano infallibili soltanto perchè sapevano impugnare una spada, il nostro Shirlek aveva scelto un mestiere diverso. Naturalmente era stato uno scandalo; nessuno si era mai rifiutato di seguire le lezioni della prestigiosa scuola di combattimento prima d'ora. Ma Shirlek non amava le spade; lui era nato per fare l'investigatore. Da giovane aveva messo su una piccola attività; per un po' era stato un successo,ma poi era accaduto il fatto che aveva rovinato la sua carriera e la sua reputazione, il fatto che lo aveva trasformato nello zimbello del villaggio.

Anni prima Shirlek aveva brillantemente risolto un caso di furto; aveva colto il colpevole sul fatto, ma invece di catturarlo, per accertarsi che non avesse complici, lo aveva seguito nel folto della foresta. L'esito dell'inseguimento sarebbe stato certamente un successo,se Shirlek non avesse perso di vista il mascalzone distratto dall'improvvisa apparizione di una bellissima creatura, una donna la cui pelle sembrava irradiare una soffusa luce azzurrina e i cui strepitosi capelli violacei ondeggiavano al vento, disegnando mille strane figure nell'aria. Naturalmente il ladro era fuggito e con lui la refurtiva, e Shirlek, tornato al villaggio,aveva commesso il grande errore di raccontare a tutti ciò che aveva visto,ed era stato preso per un pazzo visionario che per di più non aveva portato a termine il suo compito. L'episodio era bastato per convincere tutti i folletti che il loro popolo non aveva affatto bisogno di un investigatore tanto incompetente, e così il mestiere di detective sembrò morire prima del tempo.

Quando Oryus alzò gli occhi,colmi di lacrime,si trovò davanti questo folletto tozzo e rotondo,dall'aria burbera ed una strana luce nello sguardo. Aveva una folta barba nera,occhi scuri e scintillanti,ali deboli e sgualcite e come ogni buon detective indossava un lungo impermeabile rattoppato e ricucito in più punti.

-Ragazzo mio-esordì-se sei in pena per quella ragazza,sappi che io ho intenzione di aiutarti-

-E come potrebbe aiutarmi?nessuno ha idea di dove sia e nessuno si sta dando da fare per cercarla;sono soltanto capaci di fare ridicole congetture..se soltanto potessi...-

-Alt ragazzo!-esclamò Shirlek-io ce l'ho un'idea:credo,anzi sono certo,che la ragazza sia stata rapita dalle creature che popolano la Grande Montagna-

Oryus strinse i pugni,lottando contro l''improvviso desiderio di prenderlo a pugni-NON CI SONO MOSTRI SULLA GRANDE MONTAGNA!!NON C'è NIENTE;NIENTE!!PERCHé CONTINUATE AD OSTINARVI TUTTI QUANTI CON QUESTA STORIA??-urlò.

-Mio caro-rise Shirlek-finalmente qualcuno che la pensa come me!Non credo affatto che la Grande Montagna sia popolata da mostri!Sono solo leggende popolari. Nossignore sulla Grande Montagna vivono delle ragazze bellissime, creature fatate, straordinarie!-

Oryus lo fissò allibito per circa un minuto, poi nonostante la sua disperazione, scoppiò a ridere:-Ma certo come ho fatto a non riconoscerti!Tu sei Shirlek Hulmes,il pazzo visionario che anni fa raccontò a tutti di aver visto un angelo in direzione della Grande Montagna e che per inseguire l'allucinazione fece scappare un ladro con tutta la refurtiva. Mi scuserai,ma non ho tempo per le favole.-

-Non era un'allucinazione!Senti hai un'altra alternativa?Nessuno oserà avvicinarsi alla Grande Montagna,hanno tutti troppa paura. Ed io sono certo che la tua amica è stata portata lì. Mi offro di accompagnarti e non mi faccio nemmeno pagare!Se veramente ci tieni,le proveresti tutte pur di salvarla!-

-E perchè lo faresti?-domandò Oryus.

Bella domando;Shirlek non era mai stato un folletto molto caritatevole; la sua non era compassione o brama di salvare una povera fanciulla innocente, no. Shirlek era rimasto talmente scottato e deluso dalla reazione della sua gente di fronte a quella che lui riteneva la più grande scoperta del secolo, da voler dimostrare ad ogni costo di non essere affatto un pazzo visionario, ma colui che per primo aveva scoperto chi erano le misteriose creature che popolavano la Grande Montagna. Shirlek bramava la fama e l'onore, ed una scoperta di tale portata lo avrebbe trasformato nel folletto più popolare di tutta la foresta. Finalmente il suo lavoro sarebbe stato preso sul serio, e tutti i folletti sarebbero stati orgogliosi di avere un investigatore tra di loro. Ma per uno come lui, incapace di combattere e di impugnare un'arma, raggiungere da solo la Grande Montagna sarebbe stato un suicidio.

Oryus non credeva nemmeno ad una delle parole di Shirlek, ma in fondo, Grande Montagna o no, era chiaro che a Lilyth fosse successo qualcosa e che fosse stata portata fuori dal villaggio; giocherellò con l'anello che aveva intagliato per lei, l'anello che avrebbe dovuto sancire per sempre il loro amore; gli sembrava di vederla ora, di vedere il suo bellissimo volto ed i suoi sfavillanti occhi viola e all'improvviso seppe, nel profondo del suo cuore,che per lei sarebbe stato in grado di fare tutto, anche dar retta ad un vecchio e bizzarro folletto vittima di allucinazioni. Fu così che Oryus accettò la proposta di Shirlek Hulmes; non lo avrebbe accompagnato alla ricerca del suo "angelo", ma aveva bisogno di lui per uscire dal villaggio; i folletti non diplomati alla scuola di combattimento non potevano avventurarsi all'esterno; lui avrebbe ottenuto il diploma di lì a pochi mesi, ma Shirlek,aveva in mente un piano, a parer suo fenomenale. Gli disse soltanto di presentarsi la sera stessa al limitare della foresta e poi avrebbe pensato lui al resto.

Quella sera Oryus indossò un'armatura in ferro,si legò ai fianchi una cinta di foglie intrecciate e scelse la sua spada migliore. La guardò a lungo,la fronte aggrottata;era sempre stato l'allievo migliore di tutta la scuola,aveva sfidato a duello tutti gli insegnanti ed aveva sempre vinto,ma non aveva mai ucciso nessuno. La sua spada non era mai stata macchiata dal sangue di un altro folletto, ma cosa sarebbe successo quella sera? Non credeva veramente che Shirlek avesse un piano e pure se lo avesse avuto,quante probabilità c'erano che avrebbe funzionato? Si rigirò la spada tra le mani e pensò a Lilyth ;pensò di sfiorare di nuovo la sua pelle morbida,di giocherellare con i suoi capelli setosi, di fissare il viola intenso dei suoi occhi, e capì di non averla mai amata tanto come in quel momento,  capì che sarebbe stato disposto ad uccidere e a morire per lei.

Uscì nella notte scura, attraversò a passo veloce la foresta e quando fu davanti la radura si fermò ed osservò le guardie; non si erano accorte di lui. Erano tutti insegnanti della scuola; Oryus si chiese cosa avrebbero pensato se fosse stato costretto a far loro del male. Sarebbe stato tutto molto più semplice se l'avessero lasciato passare ma sapeva già che non l'avrebbero fatto; le leggi a questo riguardo erano molto severe, e non avrebbero mai permesso ad un giovane senza diploma di lasciare la foresta; del resto era una mossa tanto audace da scoraggiare persino gli stessi insegnanti. Per questo nessuno si era ancora mosso per cercare Lilyth, e nessuno l'avrebbe fatto, Oryus ne era sicuro, ed era suo dovere fare qualcosa, anche se ciò comportava dar retta ad un bizzarro e sconclusionato investigatore come Shirlek. Intanto Hulmes era giunto alle sue spalle di soppiatto e ridacchiava tra sé e sé:-Ragazzo mio ma come ti sei bardato?Voi guerrieri non siete capaci di scendere dal vostro albero senza impugnare una spada o indossare un'armatura vero?Non ti serviranno, vedrai.- Oryus vide uno strano sorriso dipinto sul volto del vecchio folletto, e per qualche motivo non ne fu affatto rassicurato.-Sai nel caso il tuo piano dovesse fallire...-disse sarcastico. Shirlek ridacchiò e non disse nulla. Con un gesto teatrale estrasse un fiammifero dalla tasca e lo accese.-Che cosa...?-fece Oryus,ma non ebbe il tempo di finire perchè Shirlek aveva già gettato il fiammifero in terra e le fiamme erano divampate in una miriade di scintille infuocate. Oryus lo fissò a bocca aperta:-Era questo il tuo piano fenomenale?Sei impazzito la foresta brucerà!!- Shirlek alzò le spalle:-Il vento soffia in direzione contraria è tutto sotto controllo-

-E se il vento cambiasse?Se noi finissimo divorati dalle fiamme?-tuonò Oryus,rimpiangendo in cuor suo il momento in cui aveva deciso di fidarsi di lui.-Non ci avevo pensato va bene?-tagliò corto Shirlek, e non appena le guardie si accorsero del fuoco e lasciarono libera l'uscita, Shirlek ed Oryus corsero tra gli alberi lambiti dalle fiamme incandescenti. Nessuno prestò loro la minima attenzione ed in breve tempo furono fuori dalla foresta;si fermarono in un'ampia radura per riprendere fiato. Si stesero sull'erba e si addormentarono, mentre Oryus continuava a lanciare occhiatacce al suo compagno di viaggio e quello si stringeva nelle spalle con aria innocente. Era veramente paradossale che l'unico folletto che si fosse offerto di aiutarlo fosse anche il solo nel villaggio a non saper maneggiare le armi. Oryus non era per niente tranquillo; come tutti i folletti era convinto che anche in caso di rapimento,un buon soldato fosse molto più utile di un investigatore. La mattina dopo Oryus si svegliò di buon ora, che Shirlek ancora russava;si stiracchiò e respirò a pieni polmoni la frizzante brezza mattutina. Poi si guardò intorno con meraviglia. Fuori della foresta sembrava di essere in un altro mondo. Il verde delle colline sembrava più intenso,il profumo dei fiori più gustoso, il cinguettio degli uccelli più melodioso, il sole più alto e sfavillante nel cielo. Shirlek non sembrava altrettanto meravigliato; si era svegliato, aveva sbadigliato rumorosamente ed ora il suo sguardo era puntato a nord, in direzione della Grande Montagna,  la cui cima,come sempre, scompariva nella nebbia.

-Saranno almeno due giorni di cammino-esordì Shirlek- Arrampicarsi non sarà facile,soprattutto per i miei chiletti di troppo, ma tu sei giovane e forte abbastanza per tutti e due-

Oryus giocherellò con l'elsa della sua spada -Shirlek, in tutta sincerità non credo sia una buona idea -borbottò- Non abbiamo prove che Lilyth sia stata portata lassù; per quanto mi riguarda potrebbe essere ovunque; non ti seguirò Shirlek..le nostre strade si dividono qui e ora.-

Shirlek strabuzzò gli occhi:-Tu non puoi andartene!hai promesso di aiutarmi..!-

-AIUTARTI?Sono io ad aver bisogno di aiuto!La mia fidanzata è stata rapita!Potrebbe essere morta ed io non posso vivere senza di lei!Era la mia unica ragione di vita,era il sole delle mie giornate,era...-

Bla,bla,bla-borbottò Shirlek con uno sbadiglio-voi giovani innamorati; sempre uguali! Come puoi non renderti conto di quanto significherebbe scoprire finalmente il mistero della Grande Montagna? Diventeremo ricchi e famosi! Che cosa te ne fai dell'amore?-

Ma si pentì delle ultime parole non appena le ebbe pronunciate. Oryus sfoderò la spada e con gli occhi ardenti di rabbia la puntò contro il petto di Shirlek. Il vecchio folletto lanciò un urlo disarticolato e la fronte gli si imperlò di sudore:-R-r-r-rimetti a posto quella cosa!-mormorò tremando. Ma Oryus, con un passo fulmineo ed un frullio d'ali, in meno di un secondo gli fu davanti. Shirlek urlò di nuovo e cominciò a correre,mentre il giovane, furioso, lo inseguiva sferzando l'aria con la spada. Shirlek corse a perdifiato, e si fermò soltanto quando non poté più andare avanti, perché tra lui ed il resto del sentiero si frapponeva un grande e profondo lago,le cui acque scintillavano,minacciose,alla luce del sole. -Ti prego-implorò Shirlek-stavo scherzando; dipende dai punti di vista naturalmente;io...- Ma si fermò,notando l'espressione terrorizzata che si era dipinta sul volto di Oryus;il folletto fissava sbalordito il lago. Un minuscolo puntino blu era schizzato fuori dall'acqua come una scheggia ed ora si librava a qualche metro d'altezza,lottando contro le correnti d'aria. Guardarono attoniti il puntino,mentre atterrava dolcemente a terra. Il puntino in realtà era un minuscolo ometto con le ali tutto blu;era poco più grande di una farfalla,ed i suoi occhi azzurro cielo li stavano fissando pieni di curiosità. Shirlek si asciugò la fronte pensando in cuor suo che per quel giorno ne aveva davvero viste troppe. Lo strano essere parlò con voce acuta e melodiosa: -Buongiorno!Il mio nome è Dixy, e sono un folletto del lago; ho sentito le vostre urla e mi sembra di aver capito che avete intenzione di scoprire chi o che cosa si nasconde dietro il mistero della grande montagna giusto?-

-SI!-fece Shirlek -NO!!-tuonò Oryus. Dixy li guardò confuso-si o no?perché ho delle informazioni che potrebbero esservi molto utili..-

.Non..-cominciò Oryus ma Shirlek lo zittì e fece cenno a Dixy di continuare.

-Molti di noi credono che la Grande Montagna sia un luogo infernale popolato da terribili mostri; ebbene, ho le prove per affermare che su quel monte vivono soltanto delle bellissime ragazze, fanciulle straordinarie; io stesso credo di non aver mai visto creature più belle in tutta la mia vita-

Shirlek lo guardò fisso per circa un minuto, un'espressione estasiata sul volto. Poi,con uno scatto sorprendente per la sua età e per i suoi chili di troppo, cominciò a saltellare entusiasta, il pugno all'aria in segno di vittoria, la bocca tesa in un sorriso trionfante. Oryus si accasciò al suolo, disperato; una voce remota nella sua testa urlava:-no,no,no,no non è possibile!!-

E se si fossero messi d'accordo?Non ne sarebbe stato affatto sorpreso..

-Oryus!!Allora hai sentito?-gongolò Shirlek.

-Cosa?-mormorò Oryus debolmente. Non aveva più nemmeno la forza di ucciderlo. Lasciò cadere la spada avvilito.

Fu Dixy a rispondere:-Una di loro è passata di qui la notte scorsa; portava con sé una giovane folletta molto bella, con i capelli neri e gli occhi viola; era svenuta-

-Lilyth!-urlò Oryus balzando in piedi.-Dove, dove era diretta?-

-Verso la Grande Montagna!-risposero Shirlek e Dixy all'unisono.

Oryus dovette sopportare per tutto il resto della giornata lo sguardo canzonatorio di Shirlek, che evidentemente moriva dalla voglia di dire "Te l'avevo detto", e se non lo diceva, lo faceva intendere;Dixy,il folletto del lago,aveva deciso di seguirli, per soddisfare una curiosità che ormai lo tormentava da troppo tempo. E fu così che i tre si incamminarono in direzione della Grande Montagna, uno per ritrovare la propria amata, gli altri due per porre finalmente fine ad un mistero che da troppi anni turbava la loro gente. Dixy approfittò delle prime ore di viaggio per raccontare qualcosa sul suo popolo; Oryus non ascoltava nemmeno, immerso nei suoi pensieri, Shirlek invece sembrava molto interessato. Le parole di Dixy lo affascinavano; la sua vocina sottile e melodiosa fluttuava nell'aria e dipingeva dinnanzi ai suoi occhi, un paesaggio meraviglioso, una minuscola città sul fondo del lago, splendida nel suo riverbero azzurrino; Shirlek, nella sua testa, immaginava le casette azzurre scavate nelle rocce, i pesci multicolori che danzavano allegri tra le alghe, ed i compagni di Dixy, che, come tante piccole luccioline blu, si beavano nell'acqua calda e placida o passeggiavano tranquilli sul fondo di sabbia argillosa.

-Di solito alleviamo pesci-stava dicendo Dixy-sono ottimi animali da compagnia ed alcune specie sono molto intelligenti. Lei invece,mi diceva,è un detective?Credevo che i folletti del bosco fossero tutti dei guerrieri..Gente fissata con le armi..-

Shirlek si gonfiò tutto e con aria orgogliosa cominciò a declamare le sue doti di investigatore, la sua abilità nello scovare indizi e nel trovare sempre la pista giusta da seguire; tralasciò di ricordare che nella sua breve carriera aveva risolto un solo caso, e non era nemmeno riuscito ad arrivare fino in fondo. La sua indole presuntuosa aveva finalmente trovato un ascoltatore che lo guardava pieno di ammirazione bevendo ogni sua parola; si sentiva un eroe, un vero detective, che presto avrebbe trionfato lì dove tutti avevano fallito. La Grande Montagna era sempre più vicina, e quanto più si avvicinavano tanto meno potevano distinguere la cima perennemente nascosta nella nebbia. Avevano camminato per due giorni senza fermarsi nemmeno per dormire; Dixy volava leggero accanto a loro, e ogni tanto si appisolava sulla spalla di Shirlek, che si trascinava a stento tenendosi la pancia rotonda e traballante con una mano. Giunti alle pendici della montagna,i nostri eroi rabbrividirono istintivamente;le storie che tutti e tre avevano sentito da bambini,avevano tutte la stessa conclusione;"l'incauto viaggiatore arrivò alle falde della Grande Montagna e fu catturato da tremendi mostri,che lo rilasciarono soltanto dopo averlo torturato più e più volte;molti non tornarono affatto"recitò Oryus,a bassa voce. Shirlek lanciò una risatina nervosa:-Non eri tu quello che non credeva alla storia dei mostri?-

-Se è per questo nemmeno tu!-rispose Oryus,sarcastico.

Shirlek non rispose,ma Oryus sapeva benissimo cosa stava pensando; con l'ombra della Grande Montagna che incombeva minacciosa su di loro,era impossibile non ricordare la paura che avevano provato ogni volta che i loro genitori o nonni erano arrivati a questo punto del racconto. E quella paura, riviveva dentro di loro, ora, e soltanto un amore forte come quello di Oryus,ed un'ambizione altrettanto grande come quella di Shirlek e Dixy permise loro di andare avanti. E sentendosi un po' come i protagonisti di quei racconti che tanto avevano terrorizzato intere generazioni di folletti, trassero un profondo respiro e si fecero avanti.

Oryus avanzava per primo,la mano sull'elsa della spada, seguivano Shirlek,che si stringeva nervosamente nel suo lungo impermeabile, e Dixy, che volava leggero sopra le loro teste. Per un lungo momento non accadde nulla; stavano per tirare un sospiro di sollievo quando udirono un fruscio provenire da un punto impreciso alle loro spalle.

.Trasalirono, e con il cuore in gola per l'agitazione,cominciarono ad arrampicarsi; mentre Dixy poteva librarsi agilmente nell'aria come una farfalla,Oryus e Shirlek avevano ali troppo deboli per sollevarsi; perciò fecero forza sulle braccia e sfidarono l'impervia parete della montagna. Dopo pochi metri,udirono di nuovo l'inquietante fruscio.

-Che cos'era?-biascicò Shirlek,tremando.

-AAAAH- Dixy lanciò un urlo acuto mentre un essere mostruoso gli sfrecciava accanto,in volo,ad incredibile velocità.

-Che cos'era quello?-ripeté Shirlek con tono isterico.

L'orribile creatura li squadrava minacciosa, librandosi a pochi metri da loro;era un orribile uccellaccio con il corpo di un'aquila e la testa di un drago;i suoi occhi gialli,iniettati di sangue,sembravano ardere di una folle furia omicida.

-QUESTO SAREBBE UNA BELLA RAGAZZA??-tuonò Oryus.

-NON CI SONO MOSTRI SULLA GRANDE MONTAGNA-replicò Shirlek,facendogli il verso-SONO SOLO STORIELLE PER BAMBINI!!-

Il mostro, perché soltanto mostro poteva definirsi un essere del genere, lanciò un terribile ruggito e e si slanciò con foga contro di loro.

Oryus e Shirlek si spostarono appena in tempo ed il mostro si schiantò con forza contro la parete del monte con un fragore tremendo. Mentre l'orribile volatile si riprendeva dalla botta, Oryus e Shirlek iniziarono una folle corsa in verticale, aggrappandosi come meglio potevano alle sporgenze della roccia; dietro di loro Dixy sfrecciava in cerchio per distrarre il mostro,e con la sua innata agilità sfuggiva ora alle fauci del drago ora agli artigli dell'aquila. Miracolosamente Oryus e Shirlek riuscirono ad arrivare sani e salvi in cima. Dixy li raggiunse poco dopo,accasciandosi a terra. Il mostro era sparito;eppure il suo ruggito risuonava ancora nelle loro menti; i suoi occhi gialli erano stampati in modo indelebile nella loro immaginazione. Ma di lui nessuna traccia.

Videro Dixy barcollare verso di loro e poi cadere;il folletto era ferito. La sua ala destra era sfregiata.

-Dixy!-esclamò Shirlek. Oryus rimase a guardare,sotto shock,mentre Shirlek prendeva tra le mani il piccolo corpicino e cercava invano di rianimarlo. Non c'era niente da fare purtroppo. Dixy era morto. Era morto per salvarli. Shirlek cominciò a singhiozzare, le spalle scosse da violenti sussulti.

-Non saremmo mai dovuti venire qui!-biascicò tra le lacrime. -Tu forse no ma io sì-replicò Oryus;se uno di quei terribili uccelacci avesse fatto del male a Lilyth? Oryus non poteva nemmeno pensarci; sapeva soltanto che ormai sarebbe arrivato fino in fondo a quel mistero. Non poteva mollare ora. Shirlek si rifiutò di seguirlo; restò inginocchiato davanti al cadavere di Dixy, per cui aveva provato un sincero affetto, torcendosi le mani e pregando in cuor suo che il mostro non si presentasse di nuovo.

Oryus non tentò di forzarlo;non voleva che qualcun altro morisse per colpa sua.

Si addentrò invece in un piccolo boschetto, la mano sempre stretta sull'elsa della spada.

Per un po' gli unici rumori furono soltanto gli scricchiolii delle foglie secche che si spezzavano ai suoi passi. Poi, all'improvviso, un nuovo fruscio, un nuovo ruggito, lacerò il silenzio;Oryus si gettò a terra mentre quattro spaventosi uccellacci con la testa di drago gli piombavano addosso. Impugnò la spada e balzò di nuovo in piedi,pronto ad affrontarli,ma con un altro terribile sibilo uno gli fu alle spalle e lo colpì con forza, scaraventandolo contro un albero. Nella botta Oryus perse la spada; completamente disarmato, chiuse gli occhi e si rannicchiò contro il tronco dell'albero, aspettando la morte. Ma non accadde nulla; aprì gli occhi, esitante; i quattro mostri erano spariti in una nuvola rosa. Sbatté gli occhi perplesso; una fitta nebbiolina rosa aleggiava tra gli alberi, disperdendosi al vento. Ai suoi piedi quattro splendidi uccelli lo fissavano con curiosità; le loro piume erano del colore dell'ametista sul dorso, mentre sulle ali prendevano una sfumatura rosea,perlacea, e sulla testa un ciuffo color argento. Oryus li guardò sbigottito; non volevano fargli del male, sembravano sinceramente stupiti della sua presenza, ed i loro occhi argentei lo squadravano da capo a piedi con un'espressione intelligente, e quasi divertita.

-Chi siete?-domandò Oryus sentendosi vagamente stupido. Uno di loro cinguettò allegramente. Suonava tipo una risatina.

-La domanda giusta sarebbe:chi sei tu straniero?-una voce bellissima,melodiosa,suadente, dolce e decisa nello stesso tempo distolse Oryus dagli uccelli. Alzò lo sguardo e ciò che vide lo lasciò senza fiato. Una bellissima donna, la donna più bella che Oryus avesse mai visto, lo osservava con aria severa, appoggiata ad un albero a pochi metri di distanza. Era alta, con una splendida carnagione violetta, i capelli viola scuro, dolcemente intrecciati, scendevano in graziosi boccoli sulle sue spalle; il volto era meraviglioso;i lineamenti fini e regolari,gli occhi! Oryus ne fu ammaliato; incorniciati da lunghe ciglia, adornate da tante minuscole perline argentee, gli occhi della donna erano di un azzurro intenso, profondo, sembravano due frammenti di cielo intrappolati in uno spazio troppo piccolo per la loro immensità. Indossava soltanto una veste di lino bianco, trasparente e leggera, stretta alla vita da una cinta di perline che riflettevano la luce del sole, disegnando un arcobaleno sul suo stomaco piatto. Oryus cercò invano di parlare, ma la sua lingua era come intorpidita. La donna gli si avvicinò, con passo sicuro,sensuale; raccolse la sua spada da terra e la puntò contro il suo petto.

-Ripeto la domanda:chi sei?e perché sei venuto qui?-

Oryus,trasalì,come scuotendosi da un sogno:-Mi chiamo Oryus...-e perché sono venuto qui?ah certo Lilyth...Gli sembrava un motivo tanto...patetico?Insomma Lilyth gli era sempre sembrata una bella ragazza, ma ora i suoi lisci capelli neri gli parevano tanto insignificanti di fronte alla meravigliosa chioma viola della donna che gli stava di fronte; i suoi occhioni viola erano niente in confronto ai due fanali azzurro cielo che la meravigliosa creatura aveva al posto degli occhi; persino le sue ali grandi, variopinte, come quelle di una farfalla, impallidivano se paragonate alle straordinarie ali dorate e scintillanti della donna che gli stava puntando una spada contro il petto. Oryus si sforzò di restare lucido;-Sto cercando...una mia...amica.-borbottò imbarazzato.

La donna sorrise e abbassò la spada.

-Il mio nome è Lyla. Mi dispiace se i nostri uccellini ti hanno dato problemi. Sono tanto giocherelloni.-il suo tono sembrava stranamente divertito,ironico.

I quattro uccelli si alzarono in volo ed una polverina rosa cadde dalle loro ali ed aleggiò per qualche secondo tra di loro.

-è un allucinogeno-sospirò Lyla.-Sai non sono cattivi,ma tremendamente paurosi-

Oryus la guardò attonito;così i terribili mostri che li avevano assaliti non esistevano o meglio erano semplicemente dei graziosi uccellini, trasformatisi in orrende creature per effetto di una polvere allucinogena.

Eppure c'era qualcosa di strano nella bellissima ragazza che ora gli sorrideva, ma che qualche minuto prima era stata sul punto di ucciderlo con la sua stessa spada. Qualcosa di strano nel suo sorriso, nel suo sguardo ammaliante, nelle sue parole dolci e rassicuranti. In un'altra occasione Oryus non avrebbe mai abbassato la guardia, ma in quel momento tutto ciò che desiderava era seguire Lyla; la sua mente,eppure, continuava ad urlargli il vero motivo per cui era venuto lì, ed egli cercava invano di metterla a tacere. Con passo di danza Lyla gli fece strada tra gli alberi,canticchiando un motivetto tra sé e sé; Oryus ancora una volta restò ammaliato dalla sua splendide voce argentina, e non prestò attenzione alle parole che intanto lei gli rivolgeva.

-...noi abitiamo qui-stava dicendo Lyla.

-Un bel posto...-commentò Oryus sbalordito. Molte donne, d'aspetto simile a Lyla, cioè assurdamente belle, passeggiavano tranquille lungo le rive di un laghetto, nelle cui acque si riversava una splendida cascata scintillante; graziose casette in pietra sorgevano sulle sporgenze dell'altura da cui scendeva la cascata, circondate da fiori multicolori. Se veramente esisteva un paradiso, Oryus era certo di averlo raggiunto. Ora, il nostro folletto avrebbe dovuto farsi tante domande:  perché quelle creature avevano rapito Lilyth? E perché i loro uccellini si tramutavano in mostri per allontanare i curiosi? E soprattutto, com'era possibile che Dixy fosse morto per opera di un animaletto tanto piccolo e grazioso? Ma la mente di Oryus era come annebbiata; la bellezza sovrumana di quel posto e delle sue abitanti lo aveva stordito. Perché avrebbe dovuto sembrargli strano in fondo? Era tutto così meravigliosamente...stupendo! Quanto avevano potuto sbagliare i suoi nonni definendo la Grande Montagna un posto orribile, popolato da creature mostruose! Quanto aveva avuto ragione Shirlek,senza mai essere creduto! Erano questi i pensieri che frullavano nella mente di Oryus. Due uccellini rosa gli volarono accanto cinguettando allegramente. Lyla lo guardava, una strana luce negli occhi azzurri, ma Oryus non se ne accorse. Camminando tra fiori arcobaleno ed irresistibili profumi, melodiosi cinguettii ed allegri fruscii di ali,Oryus e Lyla raggiunsero una graziosa casetta in pietra violacea, sulle sponde del grande lago.

-Ora ti presenterò alla nostra regina-disse Lyla. Aprì la porta e lo invitò ad entrare, un sorriso radioso sul volto. Oryus entrò, esitante, e la persona che vide,seduta su un trono argentato coperto di fiori azzurrini, lo lasciò senza fiato. Era Lilyth. La fanciulla era ancora più bella di come Oryus ricordava;i lisci capelli neri erano raccolti in due lunghe trecce, indossava un meraviglioso abito di seta argentata ed i suoi occhi viola fissavano Oryus con espressione severa.

-Lilyth!-urlò Oryus. In un attimo dimenticò Lyla,gli uccellini, i fiori, i profumi, il lago, e ricordò chi era e cosa stava facendo. Ma Lilyth evidentemente non ricordò. Lo guardò senza dar segno di averlo riconosciuto, e con voce alta e autoritaria, disse:-Uno straniero nel nostro territorio?Ed ancora non lo avete ucciso?Ti conviene farlo subito, oppure sarai uccisa con lui!-

Lyla chinò il capo,obbediente,ma i suoi occhi brillavano di una strana luce. Oryus avrebbe giurato di aver colto un lampo di divertimento sul volto della ragazza.

-Lilyth!-urlò ancora Oryus-Non mi riconosci?Sono io!Cosa ti hanno fatto?-ma Lilyth lo guardò sprezzante, e non rispose. Quattro braccia afferrarono Oryus da dietro, e senza dargli il tempo di reagire lo colpirono con forza, facendogli perdere i sensi.

Quando Oryus riaprì gli occhi doveva essere già notte,perché intorno era tutto buio e freddo. Si alzò in piedi, barcollando. Si trovava in un'enorme fossa; guardando in su riusciva a scorgere uno squarcio di cielo stellato. Restò immobile a lungo, massaggiandosi la testa dolorante e riflettendo; Lilyth non lo aveva riconosciuto; la bella Lyla, dopo averlo risparmiato, non aveva mosso un dito per aiutarlo. E per quale ragione l'avevano imprigionato? Immerso nei suoi pensieri, non si accorse di una losca figura che lo guardava di sottecchi, nell'oscurità. Non appena si rese conto di non essere solo cacciò un urlo e cercò istintivamente la spada, per poi ricordare un attimo dopo che gliel'avevano rubata. Con le spalle al muro alzò i pugni, pronto a difendersi, ma la strana figura, invece di attaccarlo, sbuffò sonoramente.

-Hai finito con questa sceneggiata?-gracchiò, con voce roca.

Oryus, i cui occhi cominciavano ad abituarsi all'oscurità, guardò meglio e restò sbigottito. Un'orrenda vecchiaccia infagottata in un abito nero deforme, lo squadrava da dietro due lenti spesse come fondi di bottiglia. Era brutta, sfiorita,  rugosa,gli occhi grigi,  spenti,malinconici ed un ciuffo di capelli color cenere, ritti sulla testa come fili elettrici. Le ali, spiegazzate e raggrinzite,sembravano quelle di un calabrone.

-Chi sei?-domandò Oryus,allontanandosi di un passo da quell'essere ributtante. La vecchia alzò gli occhi al cielo.

-Sarebbe una storia troppo lunga da raccontare...Ma visto che sei qui, immagino che meriti di conoscerla- La vecchia si torse le mani nervosa e mormorò:-Anche se oramai è troppo tardi-

Ma prima di conoscere la storia dell'orrenda vecchiaccia, crediamo sia opportuno ritornare per un momento al nostro Shirlek,che abbiamo lasciato piangente e sconsolato sul corpo del povero Dixy. Shirlek era rimasto immobile per circa un'ora, con il terrore che l'uccellaccio si presentasse di nuovo. Non era mai stato un tipo coraggioso; pur odiando l'idea di dover restare lì, non osava alzarsi per raggiungere Oryus,né d'altra parte sarebbe stato in grado di ridiscendere da solo la ripida parete della montagna. Era preoccupato per Oryus, che immaginava nelle grinfie di uno di quei mostri orrendi, era dispiaciuto per Dixy, e soprattutto temeva per la propria vita. Dopo una lunga meditazione decise che non sarebbe rimasto lì un secondo di più; a testa alta, e con lo sguardo fiero, si incamminò in direzione della foresta. Ma dopo pochi passi le gambe gli tremarono e cominciò a sudare; stava per tornare in dietro-al diavolo!-pensò, ma in quel momento udì una voce squillante e melodiosa gridare di dolore. Si voltò di botto, e restò a bocca aperta dalla sorpresa: decine di esserini come Dixy, tutti piccolissimi e blu, si accalcavano attorno alla salma del loro compagno, piangendo disperatamente. Shirlek aspettò qualche minuto, prima di aprire bocca e mormorare un timido:-Mi dispiace molto-.

Ma si pentì all'istante di aver parlato: i folletti trasalirono e con un balzo felino gli furono addosso.

-AAAAAAAAH-urlò Shirlek, scaraventato a terra dall'orda di folletti infuriati. -Ma che vi prende?Non l'ho ucciso io,eravamo...amici!-sbottò.

Decine di occhi azzurri lo guardarono perplesse, e forse un po' scettiche. Si alzarono in volo contemporaneamente, e, disponendosi di fronte a Shirlek a mo'di barriera, forse per impedirgli di fuggire, dissero all'unisono: Se non sei stato tu allora chi è stato?-

Intimorito,Shirlek raccontò del terribile uccello che li aveva assaliti, e del loro sogno di scoprire finalmente quali misteriosi esseri si celassero dietro il mistero della Grande Montagna. I folletti lo ascoltarono con attenzione, scuotendo la testa ogni tanto, trattenendo a stento le lacrime per il loro amico perduto.

.Quando non lo abbiamo visto tornare, abbiamo capito che era diretto qui-disse uno di loro,in tono grave, e con la voce rotta dalle lacrime-Dixy non ha mai creduto alla storia dei mostri;era un ragazzo coraggioso; io sono suo padre, il mio nome è Pixy-.

Pixy aveva una lunga barba blu ed il volto solcato da rughe profonde.

-Emmm-borbottò Shirlek, incapace di dire altro. Tutti i folletti si accalcarono attorno a Pixy e gli diedero una pacca sulla spalla. Shirlek stava pensando due cose: che i folletti del lago fossero un popolo molto più unito dei folletti del bosco, e che dopotutto non avessero una grande fantasia con i nomi. Poi si pentì di aver pensato una cosa tanto stupida in un momento tanto tragico.

Uno dei folletti si alzò in volo e si posò sul suo naso:-Tu sei un detective giusto?Ebbene, non puoi lasciare che questo delitto resti impunito: ora ci accompagnerai nella foresta e troveremo il suo assassino!- Suonava più come un ordine che come una proposta. Shirlek avrebbe rifiutato in un'altra situazione. Anzi, era pronto a rifiutare; ma all'improvviso capì che non ce l'avrebbe fatta. Forse per la simpatia che sentiva di provare per quella gente, forse perché la sua indole di detective non glielo avrebbe mai permesso, forse perché si sentiva responsabile per la sorte di Dixy e di quel povero ragazzo, Oryus, decise di provare.

Ma ora torniamo al nostro Oryus;sedeva a terra, a capo chino, rimuginando sulle parole della vecchia. Il suo nome era Farah. Era stata imprigionata e gettata lì sotto almeno un paio di settimane prima. Farah gli aveva parlato del suo popolo, il popolo che da tempi remoti viveva sulla cima della Grande Montagna. Erano delle bellissime fanciulle quando, centinaia di anni prima, avevano raggiunto il monte; avevano costruito il loro grazioso villaggio intorno al lago, e per molto tempo erano vissute indisturbate, lontano dal resto del mondo. Gli anni passavano, eppure quando le prime raggiunsero i cento anni avevano ancora le sembianze di graziose fanciulle di venti. Nessuna di loro seppe mai il motivo ma sta di fatto che, passati, i quattrocento anni, la giovinezza cominciò ad abbandonarle. Allora, nel giro di pochi decenni, i loro capelli caddero, il loro volto si riempì di rughe profonde, si ingobbirono e si rattrappirono sotto il peso degli anni. Dopo una giovinezza durata ben quattrocento anni, i primi segni della vecchiaia erano duri da sopportare.

Perciò le compagne di Farah chiesero aiuto agli uccelli. Non si trattava propriamente di uccelli, ma di terribili mostri con la testa di drago ed il corpo di aquila, gli stessi che avevano aggredito Oryus ed i suoi amici. Farah e le altre avevano scoperto soltanto pochi anni prima l'esistenza di questi terribili predatori, e si erano subito rese conto della loro straordinaria capacità. Le loro ali erano impregnate di una sottile polverina illusoria.

Bastava un solo battito, e tutto diventava più bello; il sole tornava a splendere, anche nei giorni di pioggia,  i fiori tornavano a profumare, anche d'inverno, gli uccellini tornavano a cinguettare con voce forte e melodiosa, e soprattutto loro, le orrende vecchiacce che ormai erano diventate, si vedevano di nuovo giovani e belle come un tempo. Avevano allevato decine di mostri e li avevano "addomesticati",ma purtroppo le bestiole erano molto più intelligenti di quanto si potesse credere.

E negli ultimi tempi si erano categoricamente rifiutate di battere le ali e di spargere la loro polverina magica; di lì a poco sarebbero entrate in "sciopero", se ci è consentito il termine, ed avevano chiaramente fatto intendere a suon di occhiate e di gesti, che non avrebbero più obbedito se le loro "padrone" non le avessero premiate con la giusta ricompensa. Farah,che tutto sommato era la meno frivola tra le sue compagne, si era opposta strenuamente alla proposta di offrire un prigioniero in sacrificio come pegno di ringraziamento, e quando avevano rapito Lilyth,  aveva tentato di liberarla,ma era stata scoperta e gettata nel burrone; aveva riacquistato le sue vere sembianze ed ora di lì a giorni sarebbe stata offerta in sacrificio ai mostri insieme a Lilyth e ad Oryus, perché l'idea generale era grossomodo questa: tre sacrifici sono meglio di uno e la carne di folletto, da che se ne dica, è ottima.

-Tutto quello che vedi,tutti i profumi che senti, non esistono, sono frutto di un'illusione-aveva detto Farah-hanno fatto di Lilyth la loro regina, o meglio glielo hanno fatto credere; ma tra pochi giorni la daranno in pasto a quelle bestie; lei naturalmente non sa nulla, è sotto gli effetti dell'allucinogeno: è convinta di essere la nostra regina!-.

Erano passate solo poche ore da quando Farah aveva terminato il suo racconto quando da sopra la fossa si sentirono delle urla strazianti. Oryus balzò in piedi, ma Farah non si mosse e lo fissò con aria rassegnata. - E cominciato – disse mestamente.

Shirlek e i folletti del lago raggiunsero la cima della montagna e si immersero in quel mondo fatato e rigoglioso. Per un attimo scordarono la morte di Dixy e la ragione per cui erano venuti sin lì; quando le graziose fanciulle gli vennero incontro Shirlek ripensò agli anni di umiliazioni e sbeffeggiamenti subiti e un sorriso beato gli si disegnò sul faccione tondo mentre si lasciava cullare da quel dolce profumo, da quella voce suadente. Ma l'inganno durò poco questa volta; lo sciopero degli uccelli era cominciato. In un battibaleno lo scenario cambiò: gli alberi si seccarono, il ruscello si prosciugò, i fiori appassirono e le fanciulle così belle si trasformarono in orride vecchiacce sdentate e dalla pelle squamosa. Shirlek cacciò un urlo quando le vecchie lo presero per le braccia e lo trascinarono di peso al cospetto degli uccellacci assieme ai piccoli folletti blu. Ad attenderli c'era anche Oryus, l'anziana Farah e Lilith, che, nel momento in cui gli uccelli erano entrati in sciopero, si era destata dall'allucinazione e ora sembrava più confusa e spaurita che mai. - Così è andata meglio di quanto pensassimo – sogghignò Lyla – possiamo sacrificare tutti loro e gli uccelli torneranno ad obbedirci e noi ad essere bellissime come prima-.

Shirlek, che ovviamente non aveva la minima idea di costa stesse succedendo, ma che aveva sempre avuto dopotutto la stoffa dell'investigatore, una buona parlantina e forse, a suo tempo, anche una discreta esperienza con le donne, capì che né i minuscoli folletti del lago, né Lilyth, né tantomeno Oryus, che senza spada era totalmente inutile, sarebbero stati in grado di tirarlo fuori da quella scomoda situazione. E lui non voleva certo morire, anzi. - Immagino, signore mie, che siate preoccupate di perdere il vostro straordinario aspetto. Tutte le donne lo sono. Ma è veramente questo ciò che volete? Essere ostaggio di questi brutti uccellacci?-. - Non abbiamo scelta- disse Lyla – non possiamo vederci così-.

- Ma non sapete – continuò Shirlek – che la bellezza è negli occhi di chi guarda? Che cosa ve ne fate del vostro bel faccino se vivete relegate qui su questa montagna lontano da tutto e da tutti? Scendete tra noi, tra la nostra gente, lasciatevi conoscere per quello che siete e vedrete che la gente comincerà ad ammirarvi e tornerete ad essere più belle che mai, ma di una bellezza ancora più preziosa, quella interiore, ragazze mie -.

Non si sa come ma le parole di Shirlek fecero breccia nei cuori di quelle vecchie che tutto d'un tratto si resero conto di quanto fossero state sole negli ultimi quattrocento anni. Avevano sotto i loro occhi l'amore di Oryus per Lylith, quello che quel ragazzo aveva sopportato pur di riabbracciare la sua fidanzata: da quanto tempo qualcuno non le amava così? Erano secoli che nessuno offriva loro dei fiori o le invitava a cena.

Si guardarono l'un l'altra imbarazzate, fino a che Lyla, che chiaramente era la portavoce del gruppo, si fece coraggio e annunciò: - Molto bene! Scenderemo tra la vostra gente! Rinunceremo alla nostra bellezza esteriore!- e poi, agli uccelli che erano ancora lì in agguato pregustando il loro bel pranzetto disse – non abbiamo più bisogno di voi! So bene che dopo questo chiederete un altro sacrificio e poi un altro ancora! Ne abbiamo abbastanza, non vi chiederemo più di battere le ali per noi. -

Le bestie gracchiarono furiose, e, lanciando un'ultima occhiata stizzita a Lyla si alzarono in volo e si allontanarono. Nessuno ne sentì più parlare.

Tutto tornò alla normalità, o quasi. Le vecchie della montagna furono ospitate nel bosco e si integrarono tra gli altri folletti. Cambiare aria fece loro solo del bene: non riassunsero più il loro aspetto di belle ragazze, avevano pur sempre quattrocento anni del resto! Ma si trasformarono in simpatiche ed eleganti vecchine dai capelli bianchi come la neve e gli occhietti vivaci e sembra fecero strage di cuori tra i più anziani del villaggio. Oryus fece finalmente la sua proposta di matrimonio a Lylith e i due si sposarono in una calda giornata di primavera e vissero per sempre felici e contenti.

Vi starete chiedendo.. e Shirlek? Mantenne una solida amicizia con i folletti del lago e riguadagnò la fiducia dei suoi concittadini. Si dice che riaprì l'attività e insegnò a tanti altri folletti l'arte del mestiere. Insomma, tutto andò per il meglio e le leggende sulla grande Montagna non furono che un lontano da ricordo.


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