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Le scelte della BCE hanno però scontentato l’azionista più importante della Banca Centrale Europea, la Bundesbank. Il rigore teutonico non ha certo apprezzato la tenue svolta lassista imposta da Draghi e condivisa da tutto il Board della Bce, e il conflitto tra il capo della Buba e l’ex governatore della Banca d’Italia è ormai diventato permanente.
DRAGHI PR - Nei giorni scorsi Mario Draghi ha compiuto una delle sue più importanti operazioni di
pubbliche relazioni da quando siede al trentacinquesimo piano dell’Eurotower a Francoforte. Il governatore della Bce ha preso parola con il più popolare quotidiano della Germania, Bild Zeitung, che da tempo è schierato nel campo degli euroscettici, ed ammonisce contro i salvataggi degli indebitati cugini del Sud Europa. A Bild Draghi ha fatto dichiarazioni al miele per il conservatorismo tedesco. Niente eurobond, niente Unione Europea come unione di trasferimento di risorse dal Nord al Sud, un forte apprezzamento al Fiscal Compact di Angela Merkel e una sostanziale lode alla guida tedesca della UE.
SCONTRO CON LA BUNDESBANK - L’intervista di Draghi è stata resa necessaria dalle sempre più forti inquietudini della Germania nei confronti della politica monetaria della BCE. Il LTRO che ha fornito alle banche europee liquidità per circa un miliardo di euro a bassi di tassi di interesse non è stato molto apprezzato a Berlino, anche se il governo di Angela Merkel l’ha subito senza battere ciglio, a parte le abituali critiche dei parlamentari conservatori più euroscettici. Diverso e più complicato è invece il rapporto che si è instaurato in questi mesi tra Draghi e Jens Weidmann, il governatore della Bundesbank. Il capo della Banca Centrale tedesca è un fedelissimo di Angela Merkel, ed in pubblico continua a rappresentare le posizioni da falco da sempre associate alla Buba. Nonostate i suoi voti favorevoli alle ultime decisioni di Draghi in ambito monetario, Weidmann ha più volte ammonito contro politiche che rischiano di provocare spirali inflazionistiche, evidenziando i pericoli di scelte avallate col suo stesso voto nel Board dell’Eurotower.
LA LINEA ROSSA - Il conflitto tra Weidmann e Draghi potrebbe anche esplodere, secondo uno dei più autorevoli quotidiani tedeschi, Süddeutsche Zeitung. Le critiche pubbliche esternate dal governatore della Buba hanno molto irritato Mario Draghi, sopratutto perchè le scelte della BCE degli ultimi mesi, LTRO incluso, sono state tutte condivise all’unanimità. Una lettera firmata da Weidmann e indirizzata a Draghi è stata resa pubblica, e aver letto sui grandi media europei gli ammonimenti del banchiere tedesco ha profondamente inquietato il governatore della BCE, che si è sempre impegnato per non far trapelare scontri all’esterno, sopratutto in una fase così delicata. Weidmann ha poi lasciato intendere che si potrebbero introdurre piani per far uscire alcuni paesi dall’area euro, una suggestione che si scontra radicalmente con l’intera impostazione di Draghi alla risoluzione della crisi degli eurodebiti. Finora i risultati danno ragione all’ex governatore di Bankitalia, ma ulteriori conflitti con il più importante membro del Board della BCE potrebbero determinare una nuova, più grave crisi all’interno della più importante istituzione della UE. source
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