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La guerra della propaganda e la propaganda della guerra

Da Straker
La guerra della propaganda e la propaganda della guerra
Una delle più orribili caratteristiche della guerra è che la propaganda bellica, tutte le vociferazioni, le menzogne, l’odio provengono inevitabilmente da coloro che non combattono. (G. Orwell)
E’ molto istruttivo studiare con quali strategie gli apparati distruggono la pace. E’ palese che la feccia apolide intende trascinare il mondo verso un Terzo conflitto mondiale. Smettiamo di schierarci, di chiederci chi ha torto e chi ha ragione: in guerra hanno tutti torto, chi più chi meno, perché le ostilità sono sempre carneficine di soldati e di civili, mentre i generali se ne stanno al sicuro nei loro comandi, i fomentatori di odio beati nelle loro ville principesche.
Resisteremo alle sirene della propaganda o, come avvenne, ad esempio, nel periodo che precedette la Grande guerra del 1914-18, anche i ceti meno abbienti e gli intellettuali saranno plagiati? I movimenti internazionalisti, pur con qualche eccezione, abdicarono a molti loro princìpi per abbracciare la causa del nazionalismo più feroce, eppure il “nemico” non era costituito dai Tedeschi, dagli Austriaci, dai Francesi, dai Russi, dai Britannici, dagli Italiani etc., poiché il Nemico era ed è lo Stato-Leviatano, meglio la banda sovranazionale di usurai e di plutocrati, indefessa ideatrice e perpetratrice di stragi. Lo stesso sciovinismo fu ed è un espediente per istigare l’astio contro lo “straniero”, poiché i mondialisti non conoscono alcun senso della patria. Così, mentre sui vari fronti gli eserciti si massacravano, i banchieri e gli industriali si arricchivano, prestando denaro e vendendo armi a tutti i belligeranti: questo soprattutto durante la Seconda guerra mondiale.
Anche oggi il proselitismo a favore della xenofobia miete vittime, responsabili in primo luogo i media di regime con la loro subdola, martellante, capillare diffusione di menzogne e di disvalori. Ascoltiamo i discorsi dell’uomo medio-basso: uno vede in Putin e nella Russia una minaccia incombente, addirittura il Demonio; un altro considera gli Stati Uniti d’America l’unico male. Il Vaticano è, a torto, quasi sempre ignorato. Quanti sono in grado di ragionare e di concludere che i cosiddetti potenti sono più o meno tutti uguali? Vorremo forse reputare la Cina un modello da seguire e da esportare? La lotta non è tra Capitalismo statunitense e Socialismo russo-cinese, ma – se di vero antagonismo si tratta e ne dubitiamo... - tra Turbocapitalismo occidentale e Capitalismo di Stato, tra due sistemi molto simili, entrambi odiosi. Questo non significa che non agiscano persone degne nei vari schieramenti, nelle istituzioni di ogni paese, ma che il manicheismo, Buoni contro Cattivi, dove i Buoni ed i Cattivi sono intercambiabili, è proprio sia la premessa sia l’obiettivo della disinformazione militarista. Sono i popoli, tutti, quelli che non hanno subìto un indottrinamento, i nostri alleati; sono, invece, i governi gli avversari. D’altronde le nazioni di ogni latitudine sono avvelenate con la geoingegneria clandestina, mentre il vertice militare ed industriale, la cui azione non conosce frontiere, è in ogni dove l’artefice di questo genocidio.
Dal semplice fante al generale di corpo d’armata è ora di bruciare le divise, di sbarazzarsi delle armi, di mandare a combattere chi orchestra le guerre per rimpinguare i suoi patrimoni e per accrescere un osceno potere. Partano per il fronte i primi ministri ed i loro figli, i presidenti delle “repubbliche”, i parlamentari che votano a favore delle “missioni di pace”, i vescovi che benedicono gli eserciti e le bandiere, gli strozzini, i “politici” bellicisti, i finanzieri senza scrupoli, i “giornalisti” organici agli apparati, gli esteti della guerra bella... Partano per il fronte e ci crepino in massa: risolveremo anche il problema della sovrappopolazione.

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