Nel suo libro In the Beginning,Immanuel Velikovsky fa accenno che in una remota epoca il pianeta Giove fu responsabile di una serie di cataclismi avvenuti sulla Terra.
Tra di essi si può menzionare la distruzione di Sodoma e Gomorra da parte di un enorme fuoco piovuto dal cielo che Velikovsky attribuisce ad una scarica elettrica interplanetaria,o da una ionosfera caricata elettricamente all'eccesso da un sovvraccarico dovuto all'interzione della magnetosfera del pianeta.
Si parla spesso anche di fatti analoghi anche nel suo libro Mondi in Collisione,e in diverse mitologie degli antichi Romani e popoli dell'antichità.
Nel libro In the Beginning Velikovsky citando le mitologia antiche si è convinto che Giove un tempo abbia cambiato la sua orbita.
Qualcosa di simile è uscito in una scoperta scientifica sulla base di modelli,sebbene si faccia allusione a ciò come avvenuto miliardi di anni fa.
"L'elaborazione del modello "Grand Tack" pare stia svelando i movimenti protoplanetari del giovanissimo Sistema Solare.
Giove, stabilì la sua posizione come quinto pianeta dal nostro Sistema Solare, dopo aver rotolato come una pietra, nella sua giovinezza.
Nel corso degli eoni, il pianeta gigante ha vagavato verso il centro del Sistema Solare e poi di nuovo indietro, molto più vicino a Marte, rispetto ad ora.
I viaggi del pianeta hanno influenzato profondamente il Sistema Solare, cambiando la natura della cintura degli asteroidi e rendendo Marte inferiore a quello che avrebbe dovuto essere.
Questi dati sono basati su un nuovo modello di Sistema Solare sviluppato da un team internazionale che include membri del NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt.
I lavori sono stati segnalati in un documento su Nature pubblicati il 5 giugno 2011.
"Ci riferiamo al percorso di Giove come prevede il
modello Big Tack che abbiamo sviluppato, perché il tema in questo lavoro è la migrazione di Giove verso il Sole con il suo arresto, il suo dietro front e infine la migrazione di ritorno verso l'esterno", dice il primo autore Kevin Walsh, del Southwest Research Institute a Boulder, Colorado. "Questo cambiamento di direzione è come il corso che prende una barca a vela quando vira intorno ad una boa".
Secondo il nuovo modello, Giove si formò in una regione di spazio di circa tre volte e mezzo più lontano dal Sole rispetto alla Terra, (3,5 unità astronomiche). Poiché una grande quantità di gas ancora turbinava intorno al Sole di allora, il pianeta gigante fu preso dalla corrente del flusso di gas e cominció ad essere attirato verso il Sole. Giove lentamente si mosse a spirale verso l'interno fino ad una distanza costante di circa 1,5 unità astronomiche, circa dove è adesso posto Marte (che non si era ancora formato).
"Abbiamo teorizzato che Giove ha fermato la sua migrazione verso il Sole a causa di Saturno", spiega Avi Mandell, uno scienziato planetario del NASA Goddard e un co-autore del documento."
Personalmente ritengo che in principio Giove non sia mai stato un pianeta roccioso,ma questo è un'altro discorso.
Un'altra ricerca asserisce che Giove sia stato deviato collidendo con un'altro mondo.
"Giove potrebbe essersi assicurato la sua attuale posizione nel Sistema Solare distruggendo un altro pianeta, almeno in base a quello che suggeriscono delle nuove simulazioni al computer."
Una cosa curiosa è che Giove un tempo era noto con il nome di Marduk.
a grande luminosità di Giove, che lo rende ben visibile nel cielo notturno, lo ha reso oggetto di numerosi culti religiosi da parte delle civiltà antiche, per prime le civiltà mesopotamiche. Per i Babilonesi, il pianeta rappresentava Marduk, il primo fra gli dei e il creatore dell'uomo.[212]
L'analogo greco di Marduk era Zeus (in greco antico Ζεύς), che era spesso poeticamente chiamato con il vocativo Ζεῦ πάτερ (Zeu pater, O padre Zeus!).
Nella mitologia Babilonese si narra dello scontro tra Marduk-Giove e Tiamat.
Chi è Tiamat?
Ecco cosa si narra a riguardo dello scontro.
"Tra i poemi mitologici, uno si afferma come fondamentale: quello della creazione del mondo, chiamato dalle paro-
le con cui s’inizia Enuma elish, cioè “Quando in alto”. È probabile che al fondo della narrazione vi siano motivi su-
merici, ai quali comunque dà unione e scopo la glorificazione di Marduk, il dio della prima dinastia babilonese: ap-
punto a questa dinastia, sugl’inizi del II millennio, deve risalirne la prima redazione. Il testo, che è particolarmente
ampio e ben conservato, narra la contesa tra il caos originario, personificato nella dea Tiamat, e l’ordine cosmico,
incarnato nel dio Marduk. La battaglia tra i due è uno dei più genuini ed efficaci passi epici che la letteratura me-
sopotamica ci abbia tramandato:
Egli fabbricò un arco e lo destinò a sua arma,
Incoccò la freccia e ne fissò la corda,
Alzò la mazza afferrandola con la destra,
L’arco e il turcasso appese al suo fianco,
Il fulmine pose dinnanzi a sé.
Di una fiamma ardente riempì il suo corpo,
Fece una rete per avviluppare Tiamat,
Afferrò i quattro venti affinché nulla di lei potesse sfuggire…
Gridò Tiamat altamente in furia,
Le sue gambe tremarono fino alle fondamenta,
Essa recitò uno scongiuro e gettò il suo incantesimo,
Mentre gli dei della battaglia affilavano le loro armi.
Così cozzarono, Tiamat e il saggio tra gli dei Marduk.
Andarono alla battaglia, s’avvicinarono per la lotta.
Marduk spiegò la sua rete per avvilupparla,
Il Vento Malvagio che lo seguiva le sguinzagliò dinnanzi.
Quanto Tiamat spalancò la bocca per distruggerlo,
Egli vi lanciò dentro il Vento malvagio, così che essa non poté chiudere le labbra.
I venti furiosi riempirono il suo ventre.
Il suo corpo fu gonfiato ed essa spalancò la bocca.
Egli scoccò una freccia che ne lacerò il ventre,
Ne tagliò le interiora, ne spaccò il cuore,
E così, vintala, le tolse la vita.
Il dio vincitore divide ora in due il corpo della dea uccisa: con una parte forma il cielo, con l’altra la terra. Ecco il
pensiero dell’antico Oriente attuarsi ed esemplificarsi: persona divina ed elemento cosmico coincidono, l’uno e l’al-
tro animati di pari vita; perciò Tiamat è dea e parte dell’universo insieme.
Con la formazione del cielo e della terra comincia l’opera creatrice di Marduk: la quale, si noti, è creatrice nel
senso sumerico ed accadico del termine, e dunque non autrice dal nuovo ma ordinatrice, determinatrice del pas-
saggio dal caos al cosmo. Questo concetto accompagna costantemente la narrazione, che volge poi a descrivere
l’origine degli astri:
Costruì stazioni per i grandi dei,
Fissò le loro immagini astrali come costellazioni,
Determinò l’anno, ne divise le zone,
Stabilì tre costellazioni per ognuno dei dodici mesi.
Dopo aver definito i giorni dell’anno con figure celesti,"
Curioso notare che appena tra Giove e Marte vi è la cosidetta Cintura degli Asteroidi.
Potrebbe essere quanto rimane di un antico mondo detto Tiamat?
Tornando alla distruzione delle città di Sodoma e Gomorra.
Nessuno che osserva una tempesta sarebbe arrivato alla conclusione che il pianeta Giove invia un fulmine.
Quindi è singolare che i popoli dell'antichità raffigurino il pianeta-dio Giove come brandendo un fulmine, questo vale anche per il Giove romano, il greco Zeus, e il babilonese Marduk.
Plinio conosceva l'origine dei fulmini dalle nuvole e ha scritto che "dal precipitare di due nuvole, un fulmine può lampeggiare fuori."
Non confonde il fulmine con il fulmine che si scarica dai pianeti. H
Egli fa una distinzione tra "saette terrene, non dalle stelle" e "le saette dalle stelle".
Il diciannovesimo capitolo del Libro della Genesi narra di una catastrofe in cui sono stati sopraffatte queste citte, ribaltate e inghiottite dalla terra:
"Il sole era salito all'orizzonte quando. . . . . il Signore fece piovere su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore del cielo e Distrusse queste città e tutta la pianura, e tutti gli abitanti delle città, e ciò che è cresciuto sulla terra. . . . . . . E Abramo si alzò di buon mattino al luogo dove si era fermato davanti al Signore, ed egli guardò verso Sodoma e Gomorra e tutta la distesa della pianura, e vide,il fumo del paese salito come il fumo di una fornace."
Sulla dimostrazione che si è trattato del pianeta Giove a causare questo immane cataclisma ci arrivano i riferimenti nella quale Zedek,ha avuto una variazione del suo movimento.
Zedek era un riferimento al pianeta Giove.
Ci sono riferimenti di antiche catastrofi attorno a 5000-6000 anni fa?
Pare di si.
Gli archeologi hanno trovato i resti d'un porto di 5000 anni fa presso la città di Alanya, nella provincia di Antalya, a sud dell'attuale Turchia.
Immergendosi al largo di Alanya, gli archeologi sottomarini hanno trovato l'antico porto della città di Syedra.
Il sub archeologo Hakan Oniz della Eastern Mediterranean University riferisce che il porto risale a 5000 anni fa e che vi sono state ritrovate testimonianze appartenenti all'Età del Bronzo.
Gli abitanti di quei luoghi erano dediti alla pesca e alla navigazione, sin da quei tempi antichi.
Syedra è divisa in due parti; l'area del porto, dalla quale le mercanzie erano portate verso l'interno e verso la città vera e propria, e la città stessa, che si trova oggi a 240 metri di profondità sotto le acque del Mar Mediterraneo.
Anche in Grecia sono stati ritrovati in profondità resti archeologici risalenti a 5000 anni fa.
Una tranquilla spiaggia della Grecia: così si presenta oggi Pavlopetri, sulle coste della Laconia, all’estremità meridionale del Peloponneso. Eppure, ad appena una cinquantina di metri dalla costa, custodisce un segreto che si sta svelando popo a poco: si tratterebbe, infatti, della città sommersa più antica del mondo!
Siamo ben lontani dall’Inghilterra, ma, proprio dal Regno Unito, dall’Università di Nottingham, è partito quest’anno un team di archeologia guidati da Jon Henderson, professore associato presso il Dipartimento di Archeologia. Assieme a colleghi greci della Soprintendenza per le ricerche Sottomarine, guidati da Elias Spondylis, sono ritornati sui passi dell’oceanografo britannico Nicholas Flemming, che, negli anni Settanta, qui aveva individuato, armato di semplici pinne e boccaglio, una città sommersa. Apparve subito chiaro che si trattava di una città vera e propria, con tutto quello che si aspetterebbe di trovarvi: strade, abitazioni private, edifici pubblici, tombe. Le rovine erano già allora estese su un’ampia superficie e si datavano all’epoca micenea. Ora, armati di nuove tecnologie, tra cui il sonar, gli archeologi subacquei hanno dato il via a un nuovo programma che, fondi permettendo, si annuncia di durata perlomeno quinquennale.
Ancora più grande
La prima campagna, come era ovvio attenders, è stata di indagini preliminari: ricognizione e rilievi. Eppure le aspettative non sono state deluse, nemmeno in questa primissima fase. Innanzitutto si è potuto stabilire che l’insediamento era ben più esteso di quanto finora creduto, dal momento che la superficie oggetto delle ricognizioni è notevolmente aumentata: 9000 mq in più nella sola campagna del 2009, su un sito la cui estensione totale è pari a ben 30-40.000 mq. Si è poi potuto individuare un edificio, probabilmente di tipo pubblico, dalla lunghezza di 35 metri circa: andrebbe caratterizzato come megaron, cioè come edificio in cui aveva sede (e forse abitava) il gruppo sociale emergente. E ancora, i numerosi rinvenimenti ceramici recuperati (oltre 230 frammenti, in questa prima campagna), che risalgono anche alla Prima età del Bronzo, permettono di riportare all’indietro di almento 1200 anni la datazione dell’occupazione del sito: non più, quindi, una città micenea, ma un insediamento che risale almeno all’età minoica.
La rete dei traffici commerciali
“Questi sito offre opportunità rare e importanti, poichè non è stato mai rioccupato e quindi rispecchia un istante congelato del passato”, ha commentato Spondylis: insomma, una specie di piccola Pompei sottomarina. Inoltre, “dal momento che si tratta di un insediamento portuale, l’analisi dei rinvenimenti permetterà di studiare le modalità secondo cui si praticava il commercio marittimo durante l’età del Bronzo”, ricorda Henderson. Pavlopetri offre anche la possibilità di studiare un nuovo insediamento, dunque, che poteva aver sviluppato traffici marini a media e lunga distanza. Ma ora gli archeologia si domandano perchè questa città sia stata sommersa dalle acque, forse anche parecchio tempo dopo essere stata abbandonata. Nel tentativo di rispondere a tale quesito, gli oceanografi dello Hellenic Centre for Marine Research, sotto la direzione di Dimitrisi Sakellariou e in collaborazione con Nicholas Flemming, effettueranno indagini geologiche nella zona, alla ricerca dell’antica linea di costa e delle cause dello spostamento delle sabbie: fu uno tsunami a mutare l’aspetto delle coste? Oppure si trattò di subsidenza, vale a dire dell’abbassamento del terreno provocato dal compattamento degli strati sottostanti? O ancora, la città fu coperta dalle acque in seguito all’innalzamento del livello marino? Per questa piccola, grande Atlantide del Mediterraneo restano dunque molte risposte da trovare.
Probabilmente la variazione del movimento di Giove,la distruzione di Tiamat e la distruzione di Sodoma e Gomorra sono tutti avvenuti attorno a 5000-6000 anni fa.
Un meteorite di oltre 5 mila anni fa è stato scoperto nel deserto occidentale dell'Egitto, ha riferito il responsabile del National Research Institute of Astronomy and Geophysics (NRIAG) Salah Mohamed Ahmed.
La scoperta è stata pubblicata nella rivista Science Magazine e comunicata alla autorità ministeriali. Il meteorite è stato scoperto da una spedizione di esperti dell'NRIAG e dell'Academy of Scientific Research and Technology oltre che da scienziati italiani.
Ha lasciato molti segni sul terreno, fra cui un buco di oltre 450 metri di diametro profondo 150 metri.
Nella religione induista la morte fisica di Krishna avvenne nel 3102 a.C., e segnò la fine della terza era del mondo, il Dvapara Yuga, e l'inizio dell'era attuale, il Kali Yuga.
Vale a dire proprio 5000 anni fa.
Attorno a 5200 anni fa sulle Ande peruviane è stato registrato un brusco e altrettanto rapido cambiamento climatico che ha intrappolato le piante ancora verdi nei ghiacciai.
Nel 3250 aC pare che nei laghi del New England sia stato registrato un declino del polline.
In Perù,ghiacciaio Huascaran,mostra evidenti segni di un raffreddamento climatico.
In parole povere,è una bella coincidenza,l'ennesima,che in date di catastrofi planetarie che Immanuel Velikovsky attribuisce in questo caso al pianeta Giove,si registrino sia catastrofi su scala globale che climatica,per non parlare del cambiamento dell'Era Indu e della mitologia di Marduk.
Fonti:
http://www.varchive.org/itb/overthrow.htm
http://www.varchive.org/itb/overthrow.htm
http://www.varchive.org/itb/zedek.htm
http://www.climatrix.org/2011/09/5000-anni-fa-in-anatolia-il-mare-era.html
http://www.nibiru2012.it/archeologia/scoperta-un-atlantide-di-5000-anni-fa.html
http://www.ilmediterraneo.it/it/scienza/scoperto-in-egitto-meteorite-di-5000-anni-fa
http://www.perfettaletizia.it/archivio/infomazione/miti/krishna.htm
http://researchnews.osu.edu/archive/quelcoro.htm
http://www.stanford.edu/~meehan/donnellyr/summary.html