La “guerra” per l’Europa: i contributi per Champions ed Europa League

Uno dei problemi del calcio europeo, ancor di più in seguito all’introduzione del Financial Fair Play, è la dipendenza delle squadre dai diritti TV.

La situazione è particolarmente discriminatoria in Spagna ed Italia, dove esiste una marcata differenza fra le primo 3/5 squadre ed il gruppo delle altre. Nonostante i tentativi di armonizzazione, i diritti TV rimangono infatti il 60% dei ricavi totali e sono quindi indispensabili alla sopravvivenza dei club ed alla loro competitività.

Ad aggravare ulteriormente questo gap, vi è l’ulteriore forte divario per le squadre che partecipano alle competizioni europee:

• la Champions League distribuirà quest’anno circa 910 milioni di Euro (ben 156 in più dell’anno scorso, pari ad un incremento del 20,7%);
• l’Europa League mette in palio 209 milioni di Euro (contro i 150 dell’anno scorso, pari ad un incremento del 39%)

Già solo da questo confronto si può intuire come si stia parlando di due competizioni che poco o nulla hanno a che fare fra loro. A questo va aggiunto che l’Europa League viene giocata il giovedì, con conseguente maggiore disagio per le squadre partecipanti e che – a peggiorare ulteriormente l’impatto economico, i premi della Champions vengono divisi fra 32 squadre, mentre quelli dell’Europa League fra 48.

La tabella che precede da uno spaccato della suddivisione dei premi per la Champions dove, di fatto, ogni partecipante alla fase a gironi ha la certezza di incassare almeno 11,9 milioni di Euro.

Ben diversi valori emergono dalla tabella che segue, dedicata all’Europa League, che garantisce un minimo di 1,3 milioni di Euro.

La sensazione è che fino a quando non si riuscirà a riequilibrare questa situazione ci si troverà, salvo casi sporadici, a continuare a vedere una sostanziale ripetitività dei Club che partecipano alle due competizioni. Solo la vittoria in EL può dare un contributo economico che inizia ad essere interessante (si stima possa essere pari a circa 10 milioni di Euro), ma fa riflettere che tale valore è addirittura più basso del minimo garantito per i partecipanti alla fase a gironi della Champions.