
Il progetto ha enormi potenzialità e due grossi pregi: avvicinare i ragazzi alla musica, disciplina fondamentale per la formazione non solo culturale ma anche e soprattutto umana, e dare una passione, un impegno serio, un qualcosa su cui convogliare le energie ad una generazione altrimenti impegnata quasi esclusivamente in marchingegni elettronici. Credetemi: vedere dei ragazzi adolescenti e preadolescenti così presi dalla loro attività musicale è galvanizzante.
La Banda ha però bisogno di crescere: servono altri ragazzi e servono finanziamenti. Fino ad oggi si è riusciti a portare avanti il progetto grazie prima all’impegno della Direzione Didattica e del Comune e poi per l’interessamento dell’Associazione Amici della Musica che, tramite il direttore artistico Francesco Di Rosa, è riuscita a trovare soldi e mezzi per due anni di attività. Ora però occorre pensare al futuro. E’ necessario trovare fondi e non si può pensare di chiederli alle famiglie dei ragazzi: si rischierebbe l’esodo in un periodo congiunturale decisamente difficile. Ma soprattutto non sarebbe giusto. Occorre l’impegno dell’Ente Pubblico. La Banda è un bene per la città e se la città ne comprende il valore deve investirci, in primis chi la amministra. Poi ben vengano sponsor e l’impegno delle famiglie dei ragazzi. Ma il principio deve essere che un bene comune come questo non deve fondarsi solo sull’impegno economico di chi già sacrifica tempo e lavoro per farlo crescere. La Junior Band sarà la Banda Comunale un giorno. E deve essere la città a farsene carico.
Luca Craia
