La Juventus torna a Torino con le orecchie abbassate dopo la scadente prestazione offerta all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. La superiorità della squadra di casa non dev’essere la giustificazione per la scarsa motivazione e l’assenza di spirito agonistico che ha caratterizzato la serata bianconera.
Forse c’era da aspettarselo perché tra le squadre approdate ai quarti di finale di Champions League, la Juventus è sicuramente fuori dalle prime quattro. Però se ci arrivi, te la giochi fino alla fine. E invece stasera la squadra di Conte, stranamente silenzioso, quasi rassegnato, ha fatto tutto quello che non avrebbe dovuto fare.
Shock Alaba
La partenza è un vero shock. Non passa nemmeno un minuto e Alaba calcia dalla distanza, Vidal tocca appena il pallone facendolo deviare leggermente ma Buffon, forse coperto, è in colpevole ritardo e il pallone si insacca alle sue spalle. Il cronometro segna ventitré secondi e la partita della Juventus finisce lì.
Chi si aspetta una reazione, resta deluso. Cinque minuti, circa, di possesso palla, tentativi di fraseggio, un paio di conclusioni fuori dallo specchio della porta. Questo è quello che riesce ad imbastire la Juventus nel primo tempo, passato in totale balìa del Bayern che riesce a fare quello che vuole, come vuole e lo fa anche bene, mostrando classe e digrignando i denti quando serve.
La squadra di Conte non coglie lo spunto, non riesce a ritrovarsi né ad imitare gli avversari. Il primo tempo potrebbe chiudersi con un margine molto più ampio ma, davanti alla porta la squadra di Heynckes sbaglia l’impossibile ma questa volta, la legge non scritta “gol sbagliato, gol subito” non trova risposte sul campo. Matri e Quagliarella sono isolati nella metà campo avversaria e il loro nome si sente pronunciare solo per un fuorigioco.
Finisce il primo tempo ed i tifosi tirano un sospiro di sollievo. Ci si aspetta la sfuriata di Conte negli spogliatoi e tutto il popolo bianconero è sicuro che il secondo tempo sarà diverso.
Buffon dietro la lavagna
Invece no. Un’altra volta le aspettative sono deluse. La Juventus torna in campo con il gol che brucia ancora e pare molto timida. Oltretutto è mal supportata da un centrocampo che non regge la squadra, Pirlo questa sera ha perso più palloni che in tutti i due anni con la maglia bianconera. Vidal ci mette un po’ di grinta, ma non basta. In più viene ammonito per un fallo di mano e, diffidato, salterà il ritorno. Stessa sorte anche per Lichtsteiner che si scontra con un difensore tedesco, cade e rimedia il giallo (forse un po’ eccessivo) che gli costerà il ritorno.
Nel frattempo il Bayern ha raddoppiato le marcature con Buffon ancora protagonista in negativo. Tiro dalla distanza di Gustavo, il portiere non trattiene e il pallone finisce sui piedi di Mandžukić che parte da una presunta posizione di fuorigioco e mette al centro dove Müller non deve far altro che spingere in rete. E fa due a zero. Per il portiere bianconero una serata da dimenticare.
Entrano Vucinic, Giovinco e Pogba al posto di Peluso, Matri e Quagliarella ma la sostanza non cambia. La Juventus non c’è, non è proprio scesa sul terreno di gioco stasera e si vede solo qualche sprazzo nel finale, ma contro questo Bayern non basta.
A Torino, il 10 aprile, servirà un’altra Juventus, un’altra partita, un altro carattere e soprattutto un vero miracolo. Sempre che basti. Perché forse la dimensione di questa squadra è risultata chiara proprio stasera più che in altre occasioni quando veniva elogiata e lodata contro avversari di tutto rispetto ma non all’altezza di Bayern o, peggio, Barcellona e Real Madrid.
Che questi due schiaffi servano di lezione. Anche se è stato un sogno essere arrivati ai quarti questo non significa non doverci provare.