La Primavera di Botticelli, uno dei quadri più belli di tutti i tempi, è stato fatto oggetto di speculazioni sul suo significato esoterico, partendo da cosa rappresenta, per molti un rituale pagano, per altri un'allegoria della situazione a Firenze e non solo di quel tempo, diviso tra gli splendori del casato dei Medici e gli strali di Savonarola.
L'ultimo romanzo che parte da questo capolavoro del Rinascimento fiorentino, emblema di grazia e di leggerezza, per raccontare una vicenda in quel Quattrocento che fu una svolta per il nostro Paese e non solo è La ladra della primavera, scritto da Marina Fiorato, nata a Manchester ma di origini veneziane, laureata in Storia ad Oxford, ex addetta stampa di alcuni gruppi rock come gli U2, che ha poi deciso di dedicarsi alla scrittura facendoci immergere nell'atmosfera della corte di Lorenzo il Magnifico.
Un romanzo storico il suo, certo, ma abbastanza anticonformista, vivace e insolito. E se il campionario di duelli, fughe, morti, agnizioni, scoperte, è degno della migliore tradizione del genere, da Dumas in poi, è curiosa la scelta di due protagonisti decisamente fuori dagli schemi e capaci di appassionare comunque con la loro storia, dalle premesse assolutamente a sorpresa.
Lui è Guido, un novizio eroe suo malgrado, come altri prima di lui, molto colto e a suo agio sugli incunaboli e non certo in fuga dai sicari che si scatenano sulle sue tracce, mentre lei, Luciana Vetra, è una trovatella si scoprirà di nobilissime origini ma che per anni, prima di arrivare a posare nello studio di Botticelli, si è mantenuta prostituendosi con ricchi e meno ricchi tra gli splendori e le miserie di una Firenze all'apice della gloria. Ed è Luciana a raccontare questa vicenda picaresca e misteriosa, in cui i due protagonisti si muovono nelle principali città della penisola dell'epoca, non tralasciando anche particolari piccanti e molto realistici, e costruendo un affresco divertente ed irriverente.
Carino anche il contrasto tra i due, Guido pacato e istruito, Luciana colorita quando non volgare, capaci entrambi di rappresentare l'umanità di allora, il mondo degli intellettuali e quello delle cortigiane, e di essere moderni senza essere fuori tempo.
Curiosa anche l'idea di un complotto per unificare l'Italia, semplificato nel quadro della Primavera, rubato da una Luciana arrabbiata per non essere stata pagata come voleva, senza riflettere sulle conseguenze. Profetico anche questo complotto nel centcinquantesimo anniversario dell’unità Italia, visto che l'autrice ricostruisce una stagione unica non solo per Firenze, evidenziando anche la ricchezza del Rinascimento e la pluralità di arte e cultura che portò nelle singole città dove si snoda la vicenda. Come in tutti i romanzi storici i protagonisti di questo romanzo, improbabili ma simpatici nel loro essere eroi per forza, si confrontano con personaggi realmente esistiti, da Botticelli a Lorenzo il Magnifico senza dimenticare Cristoforo Colombo.
Un affresco forse più fantasioso che storico (ma alcuni dettagli sono impeccabili) per rivivere un'epoca e assistere ad un'avventura, per ricordare un passato ancora oggi presente ed invidiato da altri Paesi. Per chi ama i romanzi storici, ma con un occhio insolito e magari un po' ironico, in attesa dei prossimi romanzi della Fiorato, che sono stati diversi altri, come si può scoprire visitando il suo sito http://www.marinafiorato.com/.
Media: Scegli un punteggio12345 Nessun voto finora