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La lampadina da cambiare e un pomeriggio di un giorno da cani

Creato il 10 settembre 2014 da Giuseppe Armellini
(non interessa a nessuno ma qualsiasi cosa ho scritto che non siano rece o classifiche lo trovate nell'etichetta "nonsolorece" qui a destra, storie della videoteca a parte che hanno etichetta tutta loro)
La lampadina da cambiare e un pomeriggio di un giorno da caniDa circa una decina di giorni guidando in macchina di notte non
riuscivo a veder nulla nella parte sinistra.
Le prime 3 cose che mi sono venute in mente sono, nell'ordine:
1 ho una disfunzione cerebrale, qualche emisfero ha cominciato a fare le bizze
2 la lente a contatto di sinistra mi ha abbandonato
3 tutta la parte sinistra del mondo sta cominciando lentamente ad essere sommersa dalle Tenebre, l'Apocalisse sta arrivando. Da sinistra.
E piano piano inghiottirà tutto.
Poi ho avuto il colpo di genio che probabilmente era saltato il faro anteriore sinistro.
Decido, oggi, di andarlo a cambiare.
Una lampadina, suvvia, 5 minuti e risolvo, penso.
"5 minuti e risolviamo"
mi conferma in effetti un tricheco veneziano, cioè una persona molto grassa e con accento del basso veneto che se ne sta lì seduto nell'officina.
"O.k" faccio io "puoi farlo subito?"
"No, Alberto non c'è"
Alberto è il mio meccanico di fiducia, l'avrò visto due volte in vita mia ma è comunque il mio meccanico di fiducia.
"E te non puoi farlo?" gli faccio
"No"
In effetti ricordo perfettamente che il simpatico tricheco veneziano non sa far nulla.
Nemmeno io so far nulla di queste cose eh, ma non sto in un'officina.
Credo faccia parte dell'arredamento, qualcosa di veneziano fa sempre classe. Figuriamoci in un'officina.
"Posso fartelo io, ma dobbiamo andare da me" mi fa un omino che spunta da dietro
Mi sembra già tutto un pochino strano, uno che ha un'officina che sta nell'officina di un altro e gli ruba i clienti al volo.
Magari collaborano insieme, che ne so.
La risposta è no, lo capirò poi, ma facciamo finta di sì.
"O.k, grazie"
Vado all'altra officina lasciando il tricheco e un altro buffo personaggio che incontreremo poi a parlare di leoni marini e Polo Nord.
Fortunatamente l'altra officina è molto vicina, meno male.
Appena entro noto i due meccanici che ci stanno lavorando dentro.
Il primo è nero come la notte e sta mettendo a posto un'auto bianca come il latte.
Il contrasto mi affascina.
Il secondo è il classico meccanico con i capelli lunghi dietro la testa ma nessuno sopra di essa, come se gli stessi fossero caduti da sopra ma fossero rimasti attaccati dietro.
Sento che borbotta ma i rumori meccanici e la mia preoccupazione di finire il prima possibile non mi permettono di stare troppo attento a quello che dice.
Il mio omino, capo dell'officina e quindi anche del nero e del parvi-folti-crinito, alza il cofano.
Parte la prima Madonna. Ma non resterà sola durante il pomeriggio, sarà raggiunta da almeno un'altra ventina, sotto forma di tutti gli animali possibili.
Che in Umbria le Madonne e i Dii si abbinano sempre agli animali, spesso anche ai volatili vista la grossa tradizione della caccia.
Ha smadonnato perchè la mia lampadina non è facilmente accessibile, anzi, va praticamente spostato mezzo ambaradan per accedervi.
O.k, non saranno i 5 minuti, saranno 15, va bene.
Dopo circa 20 grazie a delle pinze la lampadina fulminata sbuca fuori.
L'omino si allontana per andare a prenderne una nuova.
Intanto sento che l'altro meccanico, non quello nero, quello tipo Vincent Schiavelli in Ghost

borbotta:
"Ora per cambià na lampadina se viene n'officina, roba da matti"
In parte ha ragione, io sono handicappato in queste cose.
Ma la realtà almeno questa volta è che quella lampadina non si riesce a cambiare NEMMENO in officina, figuriamoci col fai da te.
Il capo della banda torna ma non ha la lampadina giusta, H4, mi pare.
"Vai all'altra officina, quella di prima, senti se ce l'hanno loro" mi dice
Vado.
Il tricheco finalmente si alza, gli manca la palla da far girare sul naso per rendere il fatto ancora più sorprendente.
"Risolto?"
"No, guarda, mi ha detto se avete voi questa lampadina, lui non ce l'ha"
La prende in mano, va nel retrobottega e inizia a scuotere la testa.
Nel frattempo il suo compagno di merende inizia un monologo sorprendente, quasi commovente, sul mancato ritrovamento della lampadina.
"Oh Madonna e ora come si fa? mannaggia mannaggia, porca zozza non c'è, come si fa, come si fa?" dice guardandomi contrito.
Lui nemmeno lavora lì, è solo un amico del tricheco.
E il non trovare una lampadina alla fine non è niente di che.
Ma è come se quella lampadina fosse una questione di vita o di morte, come se io fossi il suo miglior amico, come se quel lutto fosse insuperabile e, in qualche modo, da condividere.
Mi guarda e scuote la testa, ha il viso buono e ingenuo.
"Non importa" gli dico, quando in realtà dovrei dirlo all'altro, non a lui.
Il veneziano mi dice che non può farci niente, li saluto e dò un ultimo sorriso all'uomo che si strugge per i piccoli problemi degli altri.
Torno all'officina con la macchina.
"Non ce l'hanno" gli faccio "ma a sto punto se vuoi o qui da te o da loro me la fate arrivare i prossimi giorni e ritorno"
"Semmai da me, che dò i clienti a quell'altri? (in realtà lui mi aveva rubato a loro) Ma sta fermo lì, c'è l'elettrauto a 2 km, te la vado a comprare"
"O.k, grazie" gli dico, e intanto mi accorgo che sono già passati 40 minuti dai 5 preventivati. E che i 10 euro che avevo preparato iniziano ad essere un miraggio.
L'omino prende una macchina e parte.
A retromarcia.
E a tutto busso, come diciamo noi per significare il gas al massimo.
Sento un urto terribile, mi si gela il sangue.
Esco dall'officina e vedo il capo meccanico scendere dalla macchina mandando in Paradiso tutta l'Arca di Noè con "attaccata" la Madonna indifferentemente avanti o dietro.
(quando è avanti è semplicemente Madonna, quando segue l'animale diventa "della Madonna")
La macchina è a posto se non fosse che non ha più uno sportello.
Praticamente andando a retromarcia lo sportello, non perfettamente chiuso, si è completamente aperto e quando la macchina ha imboccato uno stretto corridoio di mura è stato strappato via come un arto in un film splatter dell'orrore.
Vorrei morire, sono lì da quasi un'ora e il meccanico ha distrutto la sua macchina per andarmi a prendere una fottuta lampadina da 8 euro.
Mentre minaccia di morte gli Dei gli faccio:
"Almeno si è rotta qui, è comodo, è come se uno muore direttamente al cimitero"
Solo dopo l'ultima "o" mi rendo conto del rischio che ho preso.
In realtà quando ho paura provo sempre a sdrammatizzare.
Lui non mi uccide, anzi, ridacchia.
Riporta dentro la sua macchina e scende.
A quel punto mi sento troppo in colpa, vorrei dirgli che per oggi va bene così, ritornerò.
Ma accade una cosa stranissima.
L'uomo non è più per niente incazzato di quello che è successo.
Ma io non esisto più.
Inizia a girettare per l'officina, parla con questo e quello, fa cose.
Io non capisco, le uniche due reazioni possibili erano o spaccare tutto o tornare a me e risolvere.
Non riesco a dire nulla.
L'operaio con i capelli solo dietro inizia a girare intorno ad un'auto rossa e dire incessantemente "Zozza, zozza, zozza, zozza, zozza, zozza".
No, la macchina non è sporca.
E' quasi matematico che prima di quei 25 "zozza" abbia detto, anche lui, Madonna.
Si vede che finchè non risolve il problema che sta affrontando al momento la bestemmia rimane la stessa, come un disco incantato.
Ogni problema la sua bestemmia.
In quei 20 irreali minuti in cui io non so che fare se non mandare inutili sms nell'etere senza alcun significato e a guardare negli occhi una ragazza desnuda di un calendario Pirelli di 15 anni fa entra anche una madre con un bambino che dice per due volte una frase tanto lapalissiana quanto inquietante:
"No ci voglio stare in officina, lo sai che non ci voglio venire in officina"
Certo povero piccolo, chi mai può esser contento di passare i suoi pomeriggi in officina?
Però la frase mi disturba, preferisco non pensarci.
Finalmente l'omino si rifà vivo.
Senza dirmi niente prende un'altra macchina e va a comprare la lampadina.
Prego le madonne così vituperate in quell'ora che non gli facciano fare un altro incidente.
Ritorna sano e salvo.
Comincia una fase delicatissima.
Se era difficile estrarre la lampadina difettosa figuratevi inserire perfettamente quella nuova.
Credo di, sotto sua richiesta, aver provato ad accendere i fari almeno 30 volte.
Sono terrorizzato, quest'uomo da quasi due ore deve cambiarmi una lampadina e nel frattempo ha buttato un pomeriggio, distrutto un'auto e smadonnato l'intero Eden.
Alla trentesima volta l'uomo urla:
"A me non me frega nessuno! Io risolvo sempre tutto"
E urlando alla Tardelli sbatte violentemente il cofano dell'auto per chiuderlo.
E' finita, una cosa da 5 minuti e 10 euro è diventata una faccenda di quasi 2 ore con un'auto distrutta e, probabilmente, molto più di 10 euro.
(faccio dei conti rapidi al volo, -1- lampadina + -2- ore passate lì + -3- incazzatura dello sportello distrutto per "causa" mia + -4- viaggio per andare a comprare la lampadina + -5- disonestà insita dei carrozzieri, quanto farà?"
"Quanto è?"
gli faccio
"Aspetta, puoi provare a riaprire il cofano?"
"Perchè?"
"Apri"
Il cofano non si chiude più, molto probabilmente il gesto di esultanza ha danneggiato la chiusura.
L'omino si rimette là, ad aggiustare.
Non ce la faccio più.
"Devo andare, ritornerò per il cofano. Quanto è?
L'uomo chiude il cofano alla belleemeglio.
"35 euro. Ma ritorna per il cofano eh"
"Sì"
No,  non ritornerò.
Faccio retromarcia e passo vicino a un muro distrutto, un muro dove un'oretta prima uno sportello aveva cessato di esistere.
Vedo il meccanico nero che mi guarda, sono due ore che pulisce l'auto bianca.
Passo davanti all'altra officina dove il tricheco sta consolando l'uomo troppo buono.
"Tutto a posto" gli faccio abbassando il finestrino.
L'uomo troppo buono sorride, è sollevato.
E in fondo, almeno per lui, lo sono anch'io.

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