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Anticipo di campionato col brivido (e non solo per il freddo siberiano) ieri sera all'Olimpico di Roma, dove per la 23esima di campionato si sono incontrate la Lazio e il Cesena.
Le due squadre mettono in mostra i "colpi" del mercato invernale e la Lazio, in uno schieramento che vede una sola punta, ha Antonio Candreva a centrocampo, mentre il Cesena ha in attacco Vincenzo Iacquinta al fianco di Adrian Mutu.
La superiorità a centrocampo dei biancocelesti, favorita dallo schierare ben 5 centrocampisti, si fa subito netta , ma il possesso di palla non si traduce in azioni da gol e l'unica costruita viene fallita dal solitamente infallibile Miro Klose, un po' appannato nelle ultime uscite.
La difesa dei romani invece, completamente rinnovata, mancando di un centrale di ruolo e di Stefan Radu sulla sinistra, appare subito vulnerabile ai contrattacchi dei romagnoli, che infatti passano in vantaggio al 14esimo, proprio grazie al nuovo acquisto Iacquinta che evità l'intervento in anticipo di Giuseppe Biava e s'invola sulla sinistra per dare poi una palla in area a Mutu che deve solo appoggiarla in rete.
La Lazio reagisce subito ma ancora Klose manca il bersaglio. I biancocelesti comunque continuano a macinare gioco, grazie alla capacità podistica dei due interni Senad Lulic Alvero Gonzalez, sicuri della propria forza e della possibilità di riequilibrare il risultato.
Però è il Cesena a raddoppiare, stavolta grazie ad un errore di Luciano Zauri, che non sale e fa rimanre in posizione regolare Mutu, che viene abbattuto in area da Abdulay Konko, che naturalmente viene pure espulso.
Il rigore viene trasformato da Iacquinta al 34 del primo tempo.
Stavolta la Lazio, pure ridotta in 10, accusa il colpo e stenta ad imbastire la manovra, mentre il Cesena, rinfrancato dal doppio vantaggio, alza il baricentro del gioco e cerca di riequilibrare il possesso di palla e territoriale.
Nei restanti minuti del primo tempo non accade più niente di interessante, mentre sugli spalti dell'Olimpico scende la triste rassegnazione del dover assistere ad un'ennesima cocente sconfitta, che potrebbe per di più far abbandonare ogni speranza di qualificazione per la CL per la squadra capitolina.
Nella ripresa del gioco per la Lazio entra il giovane attaccante Ceco Libor Kozak al posto di Candreva, piuttosto in ombra, al contrario del neo acquisto cesenate Iacquinta, che però nel secondo tempo calerà vistosamente.
La Lazio tenta l'impresa, ma Klose tira ancora fuori una buona occasione. Sembra una serata di quelle da dimenticare per i tifosi biancocelesti quando improvviso arriva il lampo di Hernanes: il Profeta si libera al limite dell'area cesenate ed esplode un missile che il portiere Francesco Antonioli può solo guardare gonfiare la propria rete.
Su un cambio di fronte il Cesena potrebbe immediatamente siglare il 3 a 1, ma Mario Santana manda di poco a lato...e la partita cambia improvvisamente il suo corso.
Il gol di Hernanes ha il poter di rianimare non solo la squadra, ma soprattutto il tifo della curva biancoceleste che incomincia a incitare la propria squadra come ai tempi belli dei primi anni 2000.
La Lazio ricomincia a macinare gioco e riprende il possesso del centrocampo, nonostante l'inferiorità numerica, e stavolta, con due punte nell'area di rigore avversaria, è anche molto più incisiva.
Al 59esimo Kozak manca di un soffio la deviazione in rete da pochi metri, ma il pareggio è nell'aria ed è Lulic a segnarlo, mettendo dentro un pallone capitatogli sui piedi dopo vari rimpalli all'interno dell'area di rigore ospite.
La lazio non si accontenta del pareggio e insiste, mettendo a dura prova i cesenati, spesso costretti al fallo, specialmente su Gonzalez, incontenibile nelle sue incursioni sulla destra.
Al 62esimo arriva il gol del 3 a 2 per merito di Kozak, il generosissimo gigante Ceco al rientro dopo essere rimasto fermo per lungo tempo a causa di una pubalgia.
Il Cesena è frastornato e non riesce a riorganizzarsi, nonostante la superiorità numerica, mentre la Lazio ridisegna l'assetto difensivo retrocedendo l'infaticabile Gonzalez a terzino destro con Lionel Scaloni, che entra al posto di uno sfinito Kozak, che si mette al centro della difesa.
Ultimi minuti con il cesena che tenta di trovare il pareggio con qualche tiro da fuori, ma niente di veramente pericoloso. La partita finisce 3 a 2 per la Lazio, nel tripudio di cori della Curva Nord: una di quelle vittorie volute e ottenute con la testa e con il cuore che rimangono negli annali della storia di una società.