Anche quest'anno la Lega Nord, il partito creatura di Umberto Bossi, si raccoglie sui pratoni di Pontida, località nella quale fu fondata la Lega Lombarda, quella vera che si oppose al potere imperiale di Federico il Barbarossa.
Molte cose son però cambiate nel clima polito interno alla dirigenza e al popolo leghista.
Da tempo ormai la Lega Nord non è più il partito dei "barbari" rivoluzionari in lotta contro il potere centralista Romano e la lunga permanenza al governo, sia centrale sia locale,con risultati al di sotto delle aspettative dei sostenitori, sembrano aver mutato anche l'atteggiamento sempre favorevole dei simpatizzanti perfino nei confronti di colui che per decenni è stato il capo assoluto e incontrastato del partito.
Che Umberto Bossi temesse molto questo incontro con il "suo" popolo s'era capito dalla chiara difficolta che ha avuto nel mettere insieme un discorso capace di ricompattarlo e ricondurlo docile al suo comando e il tenore di quando poi ha effettivamene detto ha confermato in pieno la sensazione che l'alto comando leghista non sappia bene cosa fare e tenta di prendere tempo in attesa degli eventi.
La verità che è sempre più difficile per la Lega Nord ricoprire il ruolo di partito di lotta e di governo, continuando a sparare bordate da capitan Fracassa contro lo statalismo e il partitismo centrale e comportarsi poi da vera erede della Democrazia Cristiana nelle sedi istituzionali occupate.
Certe trovate come la richiesta ridicola di spostare qualche ministero al Nord sembrano il raschiare il barile di una forza politica che invece appare oggi un ostacolo alle riforme vere, quelle necessarie per ridare ordine efficienza ed economicità all'apparato statale, opponendosi per esempio all'abolizione delle provincie, o almeno per quelle delle quali hanno il controllo.
Anche la Lega oggi non si comporta in modo simile agli altri partiti, con una classe dirigente ataccata alla poltrona e ben acquartierata nei salotti del potere bancario ed economico dai quali non ha alcuna intenzione di levare le tende.
Anche per Bossi e i suoi non si può non ripetere quanto detto per Berlusconi e il Pdl: gli rimangono due anni per realizzare, almeno in parte, le riforme promesse in campagna elettorale, altrimenti si potrà dire che l'ora del tramonto del sole delle Alpi sarà ormai giunto.