La Lega è ancora un partito speciale?

Creato il 18 ottobre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Il Carroccio per anni si è distinto dalla restante scena politica per l’immagine di un partito duro e puro, poco incline ai compromessi, con toni spesso forti e provocatori, ma schietti. Dopo l’exploit del 2008, però, qualcosa sembra essere mutato all’interno dei Lumbard.

L’accusa non viene solo dagli osservatori esterni: pure la base chiede un ritorno alle origini, alla Lega incazzosa. Le tante poltrone conquistate hanno fatto sì che molti rappresentanti si rammollissero, tant’è che i leghisti non sembrano più così estranei alle logiche di Palazzo e alla corsa al seggio, come fanno gli “altri”. Baratto di voti sui provvedimenti, dialogo costante anche con entità che si disprezzavano, classe dirigente sempre più romana e sempre meno padana. Poche differenze con gli “altri”, mancano solo le convergenze parallele.

In tre anni di governo, la Lega che sembrava così decisa sulle richieste, ha ottenuto ben poco. Il consenso balzato oltre quota 10% aveva raccolto le prerogative di chi domandava una gestione più severa della sicurezza  e un maggior controllo dei flussi di immigrazione.

Pur avendo Maroni agli Interni, la situazione non sembra migliorata di molto. A fronte di una conclamata diminuzione degli sbarchi, si sono verificati episodi troppo eclatanti per essere ignorati e per essere soddisfatti del bilancio totale. Per quanto riguarda la sicurezza, più volte Roma è rimasta in balia delle intemperanze dei manifestanti violenti, mentre le Forze dell’Ordine venivano affondate dai tagli al budget. Forti negli slogan ma deboli al comando era una caratteristica che prima apparteneva solo agli “altri”. 

Il cavallo di battaglia della campagna elettorale era stato il federalismo fiscale. Francamente, non se ne sente parlare da un po’. Dovremmo essere nella fase dei decreti attuativi firmati dal Governo, ma le cose vanno a rilento. Siamo in attesa di novità, anche se con pochi fondi disponibili e con un Tremonti pronto a elemosinare pur di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, è difficile che vada in porto una riforma i cui costi, per ammissione del superministro, non sono quantificabili. Fare promesse e non mantenerle, questo sì che era proprio affare degli “altri”.

A completare il processo di normalizzazione del partito più estremista trovano spazio le lotte intestine tipiche degli “altri”. Il caso ha trovato il suo apice nel congresso di Varese dove il nuovo segretario Canton è stato imposto da Bossi, evitando la conta che avrebbe potuto quantificare la fronda bobomaronita. Però era già da tempo che si vociferava della spaccatura: da un lato Bossi, Rosy Mauro, Reguzzoni e il resto del Cerchio Magico, dall’altra Maroni e una bella fetta di amministratori locali.

E alle frizioni intestine, si sa, si aggiungono sempre un sacco di dicerie. Pettegolezzi che però, un tempo, erano degli “altri” e non avevano mai sfiorato un partito sempre compatto. Uno di questi boatos afferma che Manuela Marrone, la moglie di Bossi, sia in realtà la vera reggente dopo la malattia del marito. E che, come madre, sia preoccupatissima del futuro dei figli: teme che il nome Bossi li penalizzi nel mondo del lavoro e che il partito, una volta pensionato lo storico leader, se ne liberi.

Per questo, dicunt, la lotta per la successione è violenta a non esclude colpi bassi. La stessa Marrone avrebbe compilato una lista di proscrizione composta da 47 nomi di maroniani da espellere dal partito alla prima occasione e lasciar così via libera al Trota. Il congresso di Varese sarebbe solo una delle tappe evidenti. Forse sono solo rumors, fatto sta che è una delle prime volte che il Carroccio ne viene toccato.

Nel frattempo, pure le scaramucce, come negli “altri”. La sede provinciale del Movimento Giovani Padani a Varese è stata chiusa. Nessuna motivazione ufficiale, tanti sospetti proprio sul segretario Maurilio Canton che avrebbe agito per ripicca contro lo striscione “Canton segretario di nessuno” comparso all’indomani del congresso. Succedeva solo negli “altri”, un tempo.

Il malessere della base è palpabile non si nasconde. Trova espressione sui social network e  su qualche blog. Militanti arrabbiati e desiderosi di tornare indietro, all’era pre-romana della Lega, al Bossi urlante.

Basta citare un post del blog Velina Verde:

Si sono incazzati. Velinaverde ha colpito ma non ha ancora affondato. Velinaverde è la pistola fumante della Padania. Noi non siamo né maroniani né cerchiomagisti. Noi siamo la pistola fumante della base incazzata che non ne può più di poltronieri e intrallazzi.

La Lega non è fatta di una massa di coglioni che tanto vota e fa votare quello che piace a bobo o a reguzzoni o a giorgetti e poi sta zitta.

Velinaverde ha voluto dimostrare che la base sa e è pronta a parlare. I paraculi che ci usano per tenere in piedi le loro cadreghe devono sapere che noi sappiamo e ora lo sanno. La Lega è la sua base e il suo capo. Ne abbiamo pieni i coglioni di colonnelli che tirano di qua e di là e fanno solo i loro interessi, che se ne fregano di noi, che le sparano grosse per non concludere niente.

Bobo si è incazzato. E allora? A chi deve rendere conto? Alla Votino Isabella? in Lombardia non c’erano portavoce abbastanza fighe? – o alla base? Il camerata Mascetti è andato a piangere in Ticino. A noi non ce ne può fregare di meno perché vogliamo tornare alla Lega di sempre, a quella pulita e incazzata delle origini di Bossi. Mascetti è un fascista travestito da leghista.  Bobo, se sei ancora leghista, molla Roma ladrona e torna ad ascoltare la tua base. Non puoi chiederci i voti e fare come la DC o il PSI. Velinaverde ha colpito e colpirà ancora. Falsi leghisti terronizzati e ladri, tremate perché diremo tutti i vostri sporchi giochi di potere e di soldi.

PADANIA LIBERA! VIVA BOSSI! VIVA LA VERA LEGA! BASTA CON LA FALSA LEGA!

10, 100, 1000 velineverdi in tutta la Padania! Militanti e leghisti sinceri, aprite dovunque le velineverdi per tornare alle origini e smascherare paraculi e poltronieri!

PADANIA LIBERA!!!!!!!!!

Essere criticati dai propri elettore, una volta, succedeva solo agli “altri”. Ma ormai, la Lega è così diversa dagli “altri”?

Fonti: La Stampa, Il Fatto Quotidiano, Velinaverde


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