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«la lega non sfonda perché è il partito del malcontento»

Creato il 04 gennaio 2011 da Edizionilazisa
«LA LEGA NON SFONDA PERCHÉ È IL PARTITO DEL MALCONTENTO»
di Felice Espro (“Corriere del Trentino”, 28 dicembre 2010)
BOLZANO - La Lega Nord non fa breccia in Trentino Alto Adige perché è un partito che raccoglie solo il malcontento e non ha un vero programma, anzi ha attinto a piene mani all’autonomia di Trento e Bolzano per sviluppare le proposte federaliste. Lo sostiene Fabio Bonasera, giornalista professionista di 39 anni, siciliano d’origine ma da anni attivo in Veneto e Lombardia, che insieme a Davide Romano, anche lui giornalista, 39enne e siciliano, ha pubblicato per Edizioni La Zisa il libro «Inganno padano. La vera storia della Lega Nord», con prefazione di Furio Colombo. «Il volume - spiegano gli autori - racconta i retroscena attraverso le testimonianze di coloro che hanno creduto, all’inizio, alle idee moralizzatrici di Umberto Bossi, per staccarsene successivamente quando dalla propaganda si è passati alla gestione del potere. Diventano altresì chiare le ragioni di fondo che stanno alla base del patto d’acciaio che unisce la Lega al partito - azienda di Silvio Berlusconi». «Il mancato attecchimento del Carroccio in Trentino Alto Adige - spiega Fabio Bonasera - è la prova più lampante dei limiti del partito che fa leva esclusivamente sul malcontento della gente ma che nei fatti non propone nulla di nuovo. In due Province come Trento e Bolzano, autentici modelli di grande efficienza oltre che di autonomia, la gente non ha motivo di cercare qualcosa di nuovo o di meglio nella politica, fatta solo di slogan, di Umberto Bossi, il quale, tuttavia, proprio da qui ha tratto grande ispirazione. L’equità fiscale, la razionalizzazione delle finanze pubbliche, l’efficienza amministrativa a dispetto dei vizi dello Stato centralista, la sicurezza ne sono solo alcuni esempi. Il Senatùr ha perfino cercato di copiarne il concetto di identità territoriale, inventandosi una fantomatica realtà chiamata Padania, invocando, senza alcun fondamento, un modello sociale, etnico, culturale e geografico omogeneo sulla falsa riga di quelli di Trento e Bolzano».

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