Dichiarazione shock dell’onorevole Paola Goisis, deputata veneta del Carroccio. “Quel denaro è versato spontaneamente dai militanti”.
Credevamo di averle viste tutte: lauree albanesi, diamanti dello Zimbabwe, ristrutturazioni ad insaputa di ignari proprietari di immobili e sette sconfitte in sette ballottaggi. La Lega, travolta dal Trotagate e difesa unicamente dall’ultimo degli Scaligeri, sua Maestà Luca Tosi, non riesce a trovare quella forza per ripartire in vista di una stagione politica che si concluderà con le Politiche del 2013 e si diverte ancora a stupire,mostrando l’incapacità di alcuni membri della sua classe dirigente.
“Bossi? Può usare i soldi del Carroccio come ritiene opportuno. D’ACCORDOOOOOO????” On. Paola Goisis
valgono i discorsi già espressi per il PdLmandare allo sbaraglio personaggi impreparati e vagamente presentabili, può riservare bruttissime sorpreseE’ proprio questo il caso di cui riferiamo, relativo ad “un’onorevola” eletta in Veneto, Paola Goisis, livornese di nascita classe ’46, sosia di Vanna Marchi (a sua insaputa, ovviamente: ma la somiglianza c’è ed è evidentissima, n.d.r.).
La deputata, commentando le recenti vicende giudiziarie che hanno “schettinizzato” la Lega Nord, riducendola al mero ricordo di quella che minacciava l’unità nazionale non più di 20 anni fa, ha difeso a spada tratta l’operato del Senatur ed il suo modus operandi.Le dichiarazioni sembrano provenire da chi non ha idea di come debba funzionare la cosa pubblica, tanta è l’inconsapevolezza che traspare dal torbido candore delle espressioni.“Bossi? Ha dato la vita per noi, se usa il denaro della Lega per pagarsi il medico …non ci vedo nulla di male.”
Inoltre, dalle dichiarazioni dell’onorevole, non traspare la consapevolezza della netta distinzione che sussiste tra i contributi, volontariamente elargiti dai militanti e i rimborsi elettorali (la definizione si può tranquillamente evincere dal combinato delle definizioni, reperibili su qualunque dizionario, delle due parole che compongono la locuzione…).
Saremmo tentati di chiedere dove poggi la discriminazione tra i membri di casa Bossi e quelli di casa Rossi che magari, dovendosi pagare il medico, non possono attingere ad alcun finanziamento proveniente dallo stato. Che nell’iniziale risieda il motivo di favore riservato alla famiglia del Senatur? Ne dubitiamo fortemente, ma quanti signori Rossi, quotidianamente, debbono rinunciare a qualcosa perché non possono predare un rimborso elettorale? La lancetta del “castometro” è impazzita, adesso c’è chi si è convinto davvero della propria superiorità, in ragione dell’investitura popolare.
Le affermazioni della Goisis non sono tanto gravi quanto l’atteggiamento in stile “legibus solutus” che sembra voler attribuire all’ex leader del Carroccio, considerato una sorta di Padre Onnipotente sulle casse di via Bellerio, dotato di una potestà pressoché totale sul denaro che proviene dalle sostanze statali: una profonda e palese violazione del principio di uguaglianza, una totale ignoranza dei reati contestati ad Umberto e figli.
L’ignoranza della legge non costituisce scusante per chi commette reato, figuriamoci se può costituirne per chi quelle stesse leggi dovrebbe approvarle, rispettarle e fornire gli strumenti per farle rispettare. Ed è per questo che sentenziamo la nostra unanime condanna: chi ignora il rispetto della legge non può far parte della classe dirigente. E non è da escludere che la condanna venga eseguita alle prossime elezioni Politiche, in cui la mutata consapevolezza politica del popolo padano dovrebbe revocare il consenso a chi crede di poter difendere ancora le prerogative della casta. Speriamo fortemente in una non rielezione quindi, nonostante il Veneto (la circoscrizione in cui la Goisis è stata eletta) sia ancora saldamente in mano a Tosi e Zaia.
Caro Bobo, se davvero vuoi riportare la Lega ai fasti di un tempo, inizia a potare i rami secchi.