Dai dati forniti dal ministro della Salute Renato Balduzzi si apprezza una notevole diminuzione degli aborti volontari. Nel 2011 (ma i dati non sono definitivi) le interruzioni volontarie di gravidanza hanno segnato un -5,6% rispetto all'anno precedente. Rispetto al 1982, l'anno in cui si è registrato il più alto ricorso con circa 234.801 casi, gli aborti sono dimezzati. A testimonianza del fatto che la legge 194 funziona! Solo 7,8 donne su 1000, tra i 15 e i 49 anni, ha deciso di porre fine alla gravidanza nel 2011. Sono soprattutto le giovani donne italiane a ricorrere meno all'aborto rispetto alle coetanee degli altri Paesi occidentali. Per quanto riguarda le minorenni, il tasso di abortività nel 2010 è risultato pari a 4,5 per 1.000 (4,4 Per 1.000 Nel 2009), con valori più elevati nell'Italia settentrionale e centrale. Gli ottimi risultati registrati sono legati, secondo il dicastero, anche alla promozione di un maggior ricorso a metodi di procreazione consapevole. Intanto il numero di ginecologi obiettori aumenta. Sono oltre otto su dieci i medici specialisti in alcune regioni del sud che dicono no alla pratica dell'interruzione di gravidanza. Secondo il ministero nel 2010 si riscontra "una stabilizzazione generale" dell'obiezione di coscienza tra i ginecologi e gli anestesisti, "dopo un notevole aumento negli ultimi anni". Per il personale non medico si è osservato invece un ulteriore incremento, con valori che sono passati dal 38,6% nel 2005 al 44,7% nel 2010. Anche l'uso della pillola Ru486 risulta in crescita. In Italia a ricorrere alla pillola sono per lo più le donne meno giovani, più istruite, in maggior proporzione di cittadinanza italiana e nubili. Il farmaco è stato usato nel 2010 in 3.836 casi - il 3,3% degli aborti- e in 3.404 casi nel primo semestre del 2011. Per quanto riguarda le complicazioni legate all'aborto, si è quasi raggiunta l'assenza di problematiche. Nel 96,1% non c'è stata nessuna complicazione immediata - e la necessità di ricorrere per terminare l'intervento all'isterosuzione o alla revisione della cavità uterina nelle donne che avevano avviato la procedura dell'Ivg farmacologica - si è presentata nel 5,9% dei casi. Anche al controllo post dimissione nel 92% dei casi non è stato riscontrato nessun problema.
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Dai dati forniti dal ministro della Salute Renato Balduzzi si apprezza una notevole diminuzione degli aborti volontari. Nel 2011 (ma i dati non sono definitivi) le interruzioni volontarie di gravidanza hanno segnato un -5,6% rispetto all'anno precedente. Rispetto al 1982, l'anno in cui si è registrato il più alto ricorso con circa 234.801 casi, gli aborti sono dimezzati. A testimonianza del fatto che la legge 194 funziona! Solo 7,8 donne su 1000, tra i 15 e i 49 anni, ha deciso di porre fine alla gravidanza nel 2011. Sono soprattutto le giovani donne italiane a ricorrere meno all'aborto rispetto alle coetanee degli altri Paesi occidentali. Per quanto riguarda le minorenni, il tasso di abortività nel 2010 è risultato pari a 4,5 per 1.000 (4,4 Per 1.000 Nel 2009), con valori più elevati nell'Italia settentrionale e centrale. Gli ottimi risultati registrati sono legati, secondo il dicastero, anche alla promozione di un maggior ricorso a metodi di procreazione consapevole. Intanto il numero di ginecologi obiettori aumenta. Sono oltre otto su dieci i medici specialisti in alcune regioni del sud che dicono no alla pratica dell'interruzione di gravidanza. Secondo il ministero nel 2010 si riscontra "una stabilizzazione generale" dell'obiezione di coscienza tra i ginecologi e gli anestesisti, "dopo un notevole aumento negli ultimi anni". Per il personale non medico si è osservato invece un ulteriore incremento, con valori che sono passati dal 38,6% nel 2005 al 44,7% nel 2010. Anche l'uso della pillola Ru486 risulta in crescita. In Italia a ricorrere alla pillola sono per lo più le donne meno giovani, più istruite, in maggior proporzione di cittadinanza italiana e nubili. Il farmaco è stato usato nel 2010 in 3.836 casi - il 3,3% degli aborti- e in 3.404 casi nel primo semestre del 2011. Per quanto riguarda le complicazioni legate all'aborto, si è quasi raggiunta l'assenza di problematiche. Nel 96,1% non c'è stata nessuna complicazione immediata - e la necessità di ricorrere per terminare l'intervento all'isterosuzione o alla revisione della cavità uterina nelle donne che avevano avviato la procedura dell'Ivg farmacologica - si è presentata nel 5,9% dei casi. Anche al controllo post dimissione nel 92% dei casi non è stato riscontrato nessun problema.
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