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La Legge “ammazza blog” va avanti

Creato il 29 ottobre 2012 da Cortese_m @cortese_m
Quella che ormai viene considerata una “norma ammazza blog” sta facendo nuovamente il suo iter parlamentare per essere approvata, nonostante alcuni mesi fa “il Palazzo” stesso non abbia ritenuto a maggioranza di portarla avanti.

Oggi invece dobbiamo rilevare nuovamente che ciò che in Italia viene democraticamente bocciato può sempre essere riproposto quando le acque si sono apparentemente calmate.
E ricordo il referendum che avrebbe dovuto abolire il finanziamento pubblico ai partiti, i quali poi sotto un’altra nomeclatura se lo sono ripresi..

La temuta norma, posta all’interno del Ddl del 2011 sulle intercettazioni (sulla limitazione di esse...), prevede che chi è responsabile di un sito informatico abbia l’obbligo di rettificare il suo contenuto semplicemente su richiesta di un soggetto che possa ritenersi leso per qualsivolgia motivazione.
Non vi è possibilità di replica alcuna, e chi non ottempera alla rettifica entro 48 ore rischia una multa, una mega-multa, che può arrivare anche oltre 12 mila euro.

La norma com’è intuibile piace molto al Pdl – peraltro scaturisce dal Ddl Alfano-Buongiorno – ma per fortuna molto meno ad altri partiti, primo fra tutti quello di Di Pietro che promette di mettersi nuovamente di traverso in Parlamento (come aveva già fatto alcuni mesi fa).

La bozza che si sta discutendo in Commissione Giustizia, sembra sia molto “cara” ed in linea con la politica di questo Governo (Monti), che, tramite il Ministro della Giustizia Severino, sembra stia spingendo molto per portarla avanti.
Evidentemente il Governo in carica, che vede tra i suoi azionisti di maggioranza proprio il Pdl, deve a ragione dar conto del proprio operato in primis al Partito del Cavaliere, che proprio in questi giorni ha addirittura minacciato di rititare la fiducia in Parlamento.

Segnali, anzi avvertimenti, che con i soliti modi e toni di Silvio sono arrivati senz’altro al giusto destinatario, e l’approvazione di una Legge che limita le intercettazioni, rendendo in questo modo un pò più monca la Giustizia italiana, potrebbe essere un bel punto di partenza, o di arrivo, a seconda dei punti di vista.

E’ evidente che una norma simile potrebbe cambiare molto la geografia della rete (www) in Italia, in particolare quella della vera informazione democratica che ormai avviene lontano dai riflettori dei blasonati nomi dell’informazione, intesa nell’accezione più classica del termine.

Ricordo che nel 2010, Reporters Sans Frontieres poneva il nostro Paese soltanto al 49esimo posto al mondo, nella classifica tra i Paesi dove c'è maggior libertà d'informazione.
nanni

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