
Nel diritto esiste un principio fondamentale che impone a chi asserisca un evento o una circostanza, l'onere di provarla. Un principio analogo esiste nella scienza. Esso è un principio di buon senso: se tu sostieni che esiste qualcosa sta a te provarla e finchè non la provi hai torto e stop.
Ecco perchè gli atei semplicemente giudicano con sufficienza chi crede: perchè non tiene conto di questo cruciale principio e baratta il suo cervello per un pò di tranquillità a buon mercato. Chiaramente l'idea di un demiurgo è completamente fuori dall'esperienza umana (non se n'è mai vista traccia) e dunque le argomentazioni di chi crede sono insostenibili.
Questa convinzione granitica ha accompagnato chi scrive per tutta la vita finchè un bel giorno non ho letto le idee del filosofo svedese: Nick Bostrom.
Come ha fatto quest'uomo a folgorare sulla via di Damasco un ateo di ferro? Presto detto. L'artificial life è la creazione di un mondo simulato all'interno di un computer. In questo mondo simulato vivono esseri che combattono, esplorano, si riproducono muoiono e si evolvono. Universi A-life se ne creano per mille ragioni: studio dell'intelligenza artificiale, di sistemi informatici più efficienti, simulazioni di dinamiche di gruppo, etc. Chi crede nell'intelligenza artificiale (come il sottoscritto e come Bostrom) ritiene che un giorno saremo in grado di sviluppare negli universi A-life esseri autocoscienti.
Ecco arrivare la raffinatezza del ragionamento del filosofo: quando una razza arriva a poter creare A-life, crea tanti di quegli universi simulati, popolati da talmente tanti di quegli esseri, che verosimilmente gli esseri simulati supererebbero di gran lunga quelli che vivono nella realtà "reale". Praticamente se tu sei un essere autocosciente è statisticamente più probabile che tu viva in un universo simulato che in uno "reale".
Insomma, l'idea di un demiurgo che crea la vita era fantasiosa e lontana dall'esperienza umana finchè (e se) non sarà lo stesso uomo a concretizzarla. A quel punto non solo l'idea di un demiurgo non sarà più inconcepibile, ma anzi delle due possibilità diverrebbe anche quella più probabile.
Su un sito dedicato a lui ho letto un commento che diceva che il ragionamento di Bostrom era l'unica argomentazione convincente all'esistenza di un dio che avesse mai letto. Ebbene, è quello che penso anch'io!
Ma com'è possibile che proprio io che sino a ieri consideravo l'idea di un dio completamente e manifestamente ridicola, magicamente ora la trovo ragionevole? Questa cosa mi ha alquanto turbato. Soprattutto mi turbava questo: com'è possibile che una nostra invenzione, l'A-life, cambi così tanto e così profondamente le carte in tavola? Che una profonda scoperta scientifica cambi la nostra visione del mondo, va bene... lo abbiamo visto tante volte: ogni grande scienziato ha rivoltato come un calzino le nostre convinzioni sull'universo e sulla realtà; ma una banale invenzione, che per definizione è una mera applicazione ingegneristica di concezioni scientifiche precedenti, come fa a far diventare razionale ciò che prima era tranquillamente etichettabile come delirante? Come fa a far cambiare drammaticamente la nostra visione della realtà?
La cosa non mi dava pace finchè non sono giunto ad una conclusione radicale:
Le nostre invenzioni ci forniscono informazioni sulla realtà più profonde di quelle che ci fornisce la fisica.
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Immagine: The Game of Life (Wikipedia)





