Magazine Cultura
La leggenda del santo bevitore ha come protagonista il senzatetto Andreas Kartak, che, dopo un periodo di reclusione, dorme sotto i ponti della Senna e viene improvvisamente beneficiato da una donazione di denaro da parte di un vecchio signore benestante, il quale vince la sua riluttanza ad accettare il denaro proponendogli di restituirlo, quando lo avesse avuto disponibile, attraverso una donazione a Ste Marie de Batignolles. Con il denaro ricevuto, Andreas si riassetta ed entra in un bistrot, iniziando a spenderlo nel suo vizio dell'alcol, ma ottenendo anche una proposta di lavoro che sembra avviare un percorso di riscatto dalla solitudine e dalla miseria: per Andreas inizia un brevissimo periodo di piccoli successi, anche grazie all'incontro fugace con Karoline, la sua vecchia fiamma, trova altro denaro in un portafogli economico comprato per conservare i primiguadagni e riallaccia i rapporti con un compagno di scuola divenuto calciatore di successo. Ma Andreas, come tutti i bevitori, ha una fame che solo essi possono provare, e il denaro, con le flebili possibilità di risalita che gli offre, esce dalle sue mani per essere scambiato con bicchieri di Pernod, fino a che l'alcol non si prende anche la sua vita.
Questo racconto, pubblicato lo stesso anno della morte dell'autore, è fortemente autobiografico: nel clima spersonalizzato di una grande città come tante negli anni dell'ascesa dei totalitarismi e della società di massa, Andreas è un uomo vittima del vizio, dell'indifferenza e della debolezza, che cerca una forma di sollievo nell'alienazione, nella perdita di coscienza e di quella consapevolezza che gli fa apparire persino Karoline, un tempo tanto bella e amata, come un segno del passare del tempo e della decadenza, ma è anche una sorta di prefigurazione del destino di Roth, anch'egli affetto dal vizio dall'alcolismo e destinato ad una morte in solitudine e del tutto diversa da quella serena che egli fa vivere al suo personaggio.
Ancora una volta un racconto interessante, intenso, ma, per i miei gusti narrativi, troppo breve. La lettura scorre veloce, senza risultare né moralista né semplicista, ma, anzi, evidenziando bene il pensiero di Andreas e l'inconsistenza del mondo che lo circonda, in cui persino l'unica presenza di buon cuore sembra più una personificazione di una fugace sorte che sorride che un reale interlocutore. Eppure il tutto si esaurisce con la rapidità con cui il racconto entra nel vivo, lasciandoci il dubbio su chi sia davvero questo Andreas, che cosa avrebbe potuto raccontarci. Sono quasi certa che questa sospensione sia programmatica e che, nelle intenzioni di Joseph Roth, volesse evidenziare proprio l'incomunicabilità e l'isolamento di tante persone come lui. Spero vivamente di poter apprezzare, in un prossimo futuro, anche i romanzi di questo autore, definito il pittore della decadenza dell'Impero asburgico.
C.M.
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Corpo Basso PULP
Qualche mese fa, trovai in una piccola biblioteca della facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Palermo (un posto chiamato «corpo basso») un... Leggere il seguito
Da Abattoir
ATTUALITÀ, CULTURA -
Fiuto per il tabacco
Durante questo nostro soggiorno laziale, dove stiamo mettendo a punto con le redazioni vari progetti e incontri, ci siamo ritrovati a vivere una mattinata... Leggere il seguito
Da Ilbicchierediverso
CULTURA -
In quel bistrot di Parigi, con Jean Paul Sartre
Loro erano programmati per odiarsi e distruggersi e invece erano caduti l'uno nelle braccia dell'altro. Era bello sentire il proprio patronimico. In Francia,... Leggere il seguito
Da Paciampi
CULTURA, LIBRI -
Dark Christmas
.........L'unica cosa che mi resta adesso è vomitare piano dentro al cesso.Esser contenti di sentirsi male/immaginarsi al proprio funerale!(E. Ruggeri in Pernod... Leggere il seguito
Da Carlo_lock
CULTURA, SOCIETÀ -
Il commissario e il vento di Concarneau
Per iniziare un'immagine, che entra dentro come la prima inquadratura di un film, uno di quei film in bianco e nero che erano perfetti con Jean Gabin. Leggere il seguito
Da Paciampi
CULTURA, LIBRI -
Nelle gambe tutto il fresco della notte
«All'angolo di una via, l'angoscia, un'angoscia sporca e inebriante, mi sconvolse (l'aver visto due ragazze furtive per le scale di un gabinetto, forse). In que... Leggere il seguito
Da Lucas
CULTURA, SOCIETÀ