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La leggenda infinita di RayMan

Creato il 20 settembre 2013 da Guideitech

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Su consiglio di un amico sono andato a vedermi per bene Rayman Legends, uscito il 30 agosto in versione multipiattaforma. A me i platform games sono sempre piaciuti, Rayman in particolare. Ci ho perso un sacco di tempo nel 98’/99’ quando tra Spyro e Crash sulla Playstation (senza numeri) ci si divertiva e sorprendeva ancora tantissimo; ma eravamo bambini. Poi in questo periodo usciva GTA e quindi l’attenzione mediatica era piuttosto incentrata su Los Santos e, pur sapendo che usciva il nuovo Rayman, non ci avevo fatto molto caso. Beh, è stata una cretinata. Visto quest’ultimo titolo, non sono rimasto sorpreso dal sapere della tempesta di voti eccellenti che ha raccolto. Quando ho guardato le presentazioni video (non ci ho ancora giocato) mi sono ritrovato nel 98’, a bocca aperta davanti a un capolavoro grafico, animato, colorato e vivo fino al midollo, con il brividino che rizza i peli sul braccio.

In breve sintesi: non è cambiato pressoché nulla dal già bellissimo Rayman: Origins dal punto di vista del gameplay, che in effetti è un po’ la firma della serie. Stesso sistema di corsa, attacco e salto, più tutte le varianti. L’aggiunta vera sono tutte le dinamiche consentite dall’utilizzo di consolle che dispongano di accelerometri e sensori tattili. Al giocatore toccherà controllare infatti non solo il personaggio che corre e salta, ma anche Murphy, un etereo coprotagonista volante che, interagendo con il vivace ambiente circostante e con i numerosi nemici dovrà spianare la strada del personaggio principale, gestito dalla cpu.

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In altri contesti occorrerà risolvere puzzle più o meno complicati, ma sempre originali usando i sensori di movimento della consolle. Il titolo era originariamente concepito come esclusiva per Wii U, dopodiché nell’attesa dell’uscita (avvenuta con ben 7 ingiustificabili mesi di ritardo) sono stati fatti porting per praticamente ogni console e dunque tante dinamiche risultano macchinose e ben poco raffinate se non si può usare uno schermo tattile (diciamo che si consiglia la Wii U o la PS Vita per meglio goderne), altre dinamiche (come i puzzle che richiedono l’accelerometro) purtroppo spariscono proprio.

 

Il mio punto preferito riguarda la grafica meravigliosa. L’UbiArt Framework, è un motore grafico incredibilmente azzeccato per i giochi platform 2D. I livelli sembrano capolavori disneyani disegnati tratto a tratto dai cartoonist e colorati dai disegnatori delle Magic. Tutti gli NPC, ostili e amichevoli si inseriscono nell’ambiente di gioco senza appiattirsi e senza staccarsi (una sensazione purtroppo comune a tutti i giochi del genere): guardate su youtube i backstage delle animazioni e resterete ammirati dal genio creativo di animatori e sviluppatori. Ma non è questo l’aspetto più godereccio della questione: il particolare che mi ha sorpreso più di tutti è l’impossibilità del giocatore di aspettarsi quello che sta per trovarsi davanti. Era già prerogativa di altri Rayman, che ti mettevano davanti il tuffo nel vuoto e l’essere in balia dei tuoi riflessi per uscirne bene.

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Ma qui si esagera! Gli autori hanno avuto una fantasia micidiale, regalando a ogni livello meccaniche uniche e particolari, grazie sia a una varietà di ambientazioni vastissima sia all’espediente del touch e del sensore di movimento che consentono dinamiche nuove rispetto ai classici platform. Ogni dannato livello è irripetibile e, seppure breve (l’ordine è dei 5 minuti), ci porterà a giocarlo più e più volte per scoprire dove si nascondono tutti i Teens rapiti e per raccogliere abbastanza monete.

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C’è comunque da menzionare che il gioco di fatto comprende 123 mappe in totale (che a 5 minuti l’una fa più di 10 ore di gioco, senza contare tutte le volte che ci verrà voglia di riprendere un livello già giocato). Se poi la musica solitamente fa incantare i giocatori di Rayman, regalando melodie originali o rivisitazioni famose in chiave Ubisoft, qui non sono stati da meno: ogni mondo ha uno dei livelli musicali che la casa produttrice ha presentato l’anno scorso. Capolavori per occhi e orecchie, come Fantasia della Disney lo è stato nei cartoni animati.

Non manca neanche il multiplayer. In modalità asimmetrica, in cui dovremo cimentarci in varie sfide proposte quotidianamente, vincendo premi e confrontandoci con altri giocatori. Qui ovviamente scatterà il solito meccanismo dell’”ancora uno e poi smetto” e via di frustrazioni o, vi auguro, successi in pvp. In multiplayer locale, il gioco sarà ancora una volta, dopo Origins, sia competitivo che cooperativo: i giocatori devono collaborare per andare avanti nel gioco, ma “pugnalare alle spalle” i compagni di gioco fornirà bonus e vantaggi. Ovvio che si genererà una pericolosa confusione sullo schermo e si rischia di complicare quello che era inizialmente semplice, ma la prospettiva è assolutamente da ridere!


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