La leggendaria (nel senso che nessuno l'ha mai vista) e discussa (perché solo questo si può farne, discutere) nuova struttura della facoltà di Giurisprudenza a Tor Vergata.

Creato il 07 aprile 2011 da Luciusday
Chi vi sta scrivendo in questo momento è seduto comodamente al tavolino del bar della facoltà di Lettere e Filosofia dell'università degli studi di Roma "Tor Vergata"; oggi sono arrivato con largo anticipo e, in attesa del corso di tedesco impartito dal centro linguistico, navigo un po' su internet sfruttando il WiFi d'Ateneo.
Qui è molto diverso rispetto a giurisprudenza: posto il fatto che in ogni facoltà di lettere si respira un'"aria" diversa (in tutti i sensi, a soprattutto dal punto di vista culturale), anche l'ambiente è molto più stimolante e gradevole. La facoltà è molto ampia, con un giardino interno, prato, fontana, ampi spazi al di là da quella etc., è favorito l'incontro e lo scambio di opinioni. Sono passate da poco le 9, gli studenti iniziano ad arrivare e la facoltà a svegliarsi.
Tanto tempo fa, però, qui a Tor Vergata non ogni facoltà aveva un proprio edificio: esse erano tutte concentrate nella struttura che attualmente ospita la facoltà di Giurisprudenza e il Rettorato d'Ateneo. Col passare del tempo, le iscrizioni sono aumentate e il solo edificio si è rivelato insufficiente per ospitare un numero incredibilmente ampio di studenti. Così - eccezion fatta per Medicina e Chirurgia, il cui edificio credo sia sorto subito e ragionevolmente accanto al Policlinico Tor Vergata -  piano piano, ogni facoltà ha "fatto la valigia", spostandosi in altri edifici costruiti appositamente. E' il caso, appunto, di Lettere, Economia (di gran lunga la migliore e costruita a tempo di record), Scienze matematiche, fisiche e naturali, Ingegneria (le cui lezioni però sono impartite in facoltà diverse e vede i suoi laureandi vagare di facoltà in facoltà in attesa di un edificio stabile).
Giurisprudenza, allo stato attuale delle cose, è l'unica facoltà rimasta all'interno dell'arcaico nucleo del secondo ateneo di Roma, in attesa di un trasloco che tutti hanno sempre definito "necessario e imminente", ma che viene rimandato inesorabilmente di anno in anno.
Il nuovo edificio che ospiterà la facoltà non è noto né determinato con sicurezza, almeno dagli studenti: c'è chi parla di centri di basi spaziali non a norma e riadattati all'occasione per le nuove generazioni di giuristi, chi narra di nuovi edifici costruiti appositamente ex nihilo, chi ancora asserisce che l'edificio non sia manco costruito. Insomma, il nuovo edificio della facoltà di Giurisprudenza di Tor Vergata è ancora leggenda.
Intanto, noi giuristi dobbiamo accontentarci del vecchio e materno edificio grigio (alcuni narrano sia un ex-motel), situato nei pressi del Grande Raccordo Anulare, con intonaco cadente, piani e tetti pericolanti, soffitti dai quali piove nella biblioteca durante i giorni in cui la pioggia è particolarmente fitta, piani non agibili e sicuramente non a norma, o quantomeno non privi di barriere architettoniche. Non c'è un cribbio di prato, a meno che non si voglia considerare prato quel fazzoletto d'erba situato tra l'"Acquario" (struttura che consta di aule studio distaccate dall'edificio principale, in cui tutto si fa meno che studiare e dove assolutamente NON c'è un acquario, ma solo vetrate sporche e imbrattate) e i parcheggi riservati a professori, ricercatori e personale non docente; già, perché gli studenti che si muovono con le proprie macchine, e che costituiscono di gran lunga la maggior parte delle persone che usufruiscono dei "beni e servizi" della facoltà, sono costretti a parcheggiare le proprie autovetture nelle vie adiacenti alla meno peggio, oppure ricorrere al parcheggio della Romanina, noto centro commerciale romano situato a due passi della facoltà, che data la situazione ha deciso di prendere provvedimenti e si mormora che, probabilmente, installerà dei ticket per parcheggiare - ovviamente a pagamento.
Dice "Ma perché non prendi l'autobus?" E infatti è proprio ciò che io e la maggior parte degli studenti facciamo, eccezion fatta per le due o tre volte in cui sono venuto con la mia - sigh - macchina. Da Anagnina, capolinea della Metro A reso ormai famoso per l'aggressione all'infermiera rumena (e che da allora pullula di poliziotti, carabinieri e militari), parte un autobus, il 20Express, che congiunge tutte le facoltà e che offre un servizio abbastanza celere. Ovviamente qual è l'unica facoltà che non raggiunge? Giurisprudenza (e il Rettorato), per la quale è necessario prendere l'autobus 500, non express, non "doppio" come il 20E; la facoltà rimane così difficilmente raggiungibile dagli altri edifici universitari. Esempio pratico: il martedì e giovedì Tizio ha lezione di Francese presso il Centro Linguistico di Ateneo situato nella facoltà di lettere (l'idoneità di lingua straniera - ovviamente non per forza del francese - peraltro è necessaria ai fini del conseguimento della laurea in Giurisprudenza) e poi deve spostarsi a Giurisprudenza per le lezioni di diritto civile e penale. Dice: "Prendi l'autobus e ci vai!" Il bello è che da Lettere (e in genere dalle altre facoltà) a Giurisprudenza non arriva il 20, ma è necessario cambiare autobus; più bello ancora è il fatto che 20 e 500 non hanno delle fermate che coincidono", ma è necessario farsi un considerevole tratto a piedi, liberi così di poter ammirare le bellezze architettoniche e culturali di Tor Vergata. Ah, i nostri beneamati mezzi pubblici!
E pensare che uno studente che è stato a Mainz (Magonza) in Germania (città di 200.000 abitanti) ci ha raccontato che prima delle vacanze di Natale lui e altri hanno contattato l'agenzia della mobilità dei trasporti pubblici locali per richiedere una fermata dell'autobus presso i loro alloggi universitari, costruiti da poco, e per questo di essa sprovvisti. Tornati dalle vacanze, ossia dopo circa due settimane, hanno trovato la fermata dell'autobus immacolata di fronte la casa universitaria. Vi immaginate una richiesta del genere qui in Italia? Dopo due settimane sarebbe già una fortuna che la richiesta venisse letta (figuriamoci durante le vacanze di Natale!), poi ci vorrebbe come minimo un mese affinché riorganizzino le linee; infine
 probabilmente ti direbbero che "entro l'anno" provvederanno. Anzi, mi è venuta voglia di provarci: scriverò all'Atac per chiedere una linea che passi per tutte le facoltà, con orari precisi. Vediamo se sapranno raccogliere la mia sfida... Peraltro l'unica che io possa lanciale, costituendo il desiderio di una nuova struttura universitaria un mero desiderio appunto e null'altro.
Giuda ballerino...

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