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Ma se io volessi coltivare la lenticchia in modo tradizionale, così come la coltivavano i miei nonni cosa dovrei fare? Me l’ha chiesto il mio amico Fernando Gabellone, altre braccia conquistate dall’agricoltura. Fernando fa tutt’altro si interessa di sicurezza, ma non sa resistere al richiamo della sua terra, del pezzetto di paesaggio rurale che ha acquistato e che cura amorevolmente ogni volta che può.
La coltivazione in Europa e in Italia
La lenticchia potrebbe essere coltivata in tutta Europa ma siccome il reddito è più basso di altre colture e anche per la suscettività agli attacchi fungini non è molto diffusa. Ecco che allo stato attuale l’Europa importa una grande quantità di lenticchie da Canada e USA che è di 150mila tonnellate l’anno mentre l’Italia ne importa circa 19mila tonnellate. Per rendere conveniente la coltivazione della lenticchia in Italia sono state istituite delle Lenticchie a Denominazioni di Origine Protetta DOP per specifiche varietà caratterizzate da particolari sistemi colturali in aree geografiche definite. Tale circostanza potrebbe essere la coltivazione della DOP Lenticchia verde di Altamura nel territorio della Puglia e quindi anche nel Salento leccese.
Il ciclo di vegetazione
La prima cosa che si deve tener presente è che la lenticchia non tollera la siccità e quindi va seminata nel periodo delle piogge se si desidera che cresca rigogliosa e in tal caso il ciclo di vegetazione è di 5 – 6 mesi se invece si semina in primavera ecco che il ciclo si accorcia a 3 -4 mesi.
Preparazione del terreno
Due arature di cui la prima possibilmente alla profondità di 25 centimetri. La concimazione si fa utilizzando il perfosfato e la letteratura scientifica nonché le riveniente dalla pratica del salento leccese sconsiglia l’utilizzo del letame.
Il perfosfato
Il perfosfato contiene anche dello zolfo come ad esempio il perfosfato Yara che nonostante sia classificato come concime CE minerale semplice, contiene il 19 per cento di fosforo e ben il 29 di zolfo. Mentre quello della Panfertil contiene anche solfato di calcio. Un medio perfosfato semplice, a differenza del perfosfato triplo, che è privo di zolfo, contiene il 34 % di anidride solforica, oltre al 31 % di gesso e vari ossidi di ferro, magnesio, sodio, potassio, ecc. Lo zolfo è richiesto dalla lavorazione, perché il fosforo delle rocce fosforiche non è assimilato dalle piante se non contiene, appunto, lo zolfo.
Il perfosfato ha un effetto acidificante per via del gesso, e in terreni molto calcarei questo è un beneficio anche perché il gesso è molto usato nei terreni sodici (che hanno pH alcalino) per migliorarli e allontanare il sodio.
La semina della lenticchia
Nel Salento leccese la semina della lenticchia si fa in dicembre. Per il nostro amico Fernando che ha un piccolo appezzamento è consigliabile una semina a mano in solco mentre se tu hai da investire qualche ettaro di terreno a lenticchia è consigliabile l’utilizzo di una macchina seminatrice regolata per una semina a file distanti 35 centimetri. Occorrono 40 chili di seme per ettaro.
Sarchiatura
Successivamente è bene effettuare una sarchiatura che con zappa o mezzi meccanici rompe lo strato superficiale del terreno ed estirpa le erbe infestanti ottenendo il risultato di areare il terreno e di diminuire l’evaporazione dell’acqua ivi contenuta oltre che a facilitare la penetrazione nello stesso dell’acqua piovana. Nel Salento leccese la sarchiatura è utilissima poiché come tutti sappiamo c’è la probabilità di una siccità in periodo primaverile estivo. Il nostro amico Fernando potrà senz’altro procedere alla sarchiatura sia utilizzando la zappa oppure le sarchiatrici meccaniche. Queste ultime effettuano la sarchiatura in modo molto più veloce ma in maniera meno precisa rispetto alla zappa. In genere la prima sarchiatura viene praticata un mese dopo la semina quando le piantine hanno già 3 o 4 foglie.
La raccolta della lenticchia
Si effettua a maggio quando la pianta in parte è ancora verde. Infatti la maturazione della lenticchia è graduale dai baccelli più bassi a quelli più alti mentre il baccello appena maturo deisce e quindi rilascia il seme che se non fosse in un ambiente protetto andrebbe disperso nell’ambiente. Il termine deiscenza indica, in ambito botanico, il fenomeno che riguarda quegli organi (come frutti o antere) che una volta giunti a maturità si aprono spontaneamente per lasciare uscire il proprio contenuto.
Inoltre tale raccolta anticipata della lenticchia previene anche l’infezione del Tonchio.
Produzione
La produzione oscilla fra i 6 e i 12 quintali di seme per ettaro e di 5 – 8 quintali di paglia. Tenendo conto che una confezione di 500 grammi di lenticchia si vende on line a circa 6 euro si avrebbe una produzione lorda vendibile di circa 14mila euro per ettaro.
di Antonio Bruno, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).
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