Magazine Politica Internazionale
"A legitimate academic study of economics must include a critical discussion of both the benefits and flaws of different economic simplifying models. As your class does not include primary sources and rarely features articles from academic journals, we have very little access to alternative approaches to economics. There is no justification for presenting Adam Smith’s economic theories as more fundamental or basic than, for example, Keynesian theory."
Forse qualcuno si preoccuperà di screditare la posizione di questi studenti del primo anno dicendo che il loro è soltanto un peccato di gioventù, un atto guidato dall'ingenuità. Ma questo personalmente non mi interessa. Ciò che mi interessa è riflettere sui motivi che hanno portato questi ragazzi a "sentirsi stretti" nel corso succitato.
La notizia mi ha fatto immediatamente pensare ad un prezioso insegnamento (uno dei tanti) che E. H. Carr ci ha lasciato circa la crisi della storiografia che ha preceduto il XX secolo che, come tutti sanno, è stato segnato da due conflitti mondiali:
"In un ordinamento sociale consolidato, di cui nessuno intende mettere in discussione i fondamenti, l'empirismo serve alla normale manutenzione. Ma in un'epoca in cui i fondamenti vacillano, e ci si batte tra una crisi e l'altra in preda all'incertezza, l'empirismo non è più sufficiente."
C'è un'intima connessione tra la struttura del sistema economico internazionale, il modo in cui si insegna l'economia nelle Università (fortunatamente non mancano le eccezioni) e la qualità delle risposte che siamo in grado di trovare dinanzi alla crisi finanziaria che stiamo vivendo.
Uno dei momenti della mia carriera accademica che più spesso mi capita di ricordare è quello in cui al termine del colloquio d'esame, per curiosità personale, chiesi al Professore di Economia che aveva tenuto un corso veramente interessante, come fosse tenere lo stesso insegnamento in un'altra Università che sapevo essere animata da una matrice intellettuale molto meno flessibile. Il Professore mi guardò, fece un sospiro e rammaricato mi disse: "E' veramente difficile; gli studenti incontrano enormi difficoltà, ma non è colpa loro; è colpa di ciò che hanno già appreso e di come lo hanno appreso."
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