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La Lettera che Gandhi Mandò a Hitler

Creato il 19 febbraio 2014 da Angelozinna

La Lettera che Gandhi Mandò a Hitler

Ad Ahmedabad, la capitale del Gujarat nell’India occidentale, si trova uno degli ashram più famosi del paese. Il Sabarmati è stato fondato nel 1917 da una delle icone politiche dell’ultimo secolo, Gandhi, che da qui ha organizzato, tra le altre proteste, la celebre marcia verso Dandi. All’ashram si trova l’abitazione di Gandhi ed un museo che ripercorre la sua storia. Tra le immagini e i testi che ritraggono le sue imprese, in un angolo di una colma libreria, si trova un altro documento che merita ricordare. Questa è la lettera che Gandhi scrisse a Hitler:

Wardha,

24 Dicembre 1940

Caro amico,

che ti chiami amico non è una formalità. Non ho rancore. La mia attività negli ultimi 33 anni della mia vita è stata quella di cercare l’amicizia dell’umanità intera, tentando di unire tutti i popoli senza dare importanza a razza, colore o credo.

Spero che tu abbia il tempo e il desiderio di sapere come una buona porzione di umanità che ha vissuto proprio sotto l’influenza di questa dottrina di amicizia universale giudica le tue azioni. Non abbiamo alcun dubbio sul tuo coraggio e sulla tua devozione nei confronti della tua patria, e neanche crediamo che tu sia il mostro dipinto dai tuoi oppositori. I tuoi scritti e i tuoi discorsi però, insieme a quelli dei tuoi amici e ammiratori non lasciano spazio per alcun dubbio sul fatto che molte delle azioni da te commesse siano mostruose e umilianti per la dignità umana, in particolare per chi, come me, crede in un’amicizia universale.

Si tratta delle umiliazioni di Cecoslovacchia, dello stupro della Polonia, della presa della Danimarca. Capisco che nella tua visione della vita questi atti di sfruttamento siano visti come virtuosi, ma fin da bambini ci viene insegnato che questi rappresentano il degrado dell’umanità. Per questo non possiamo in alcun modo augurarti successo nelle tue imprese.

La nostra posizione è univoca. Resistiamo l’imperialismo britannico non meno del nazismo. L’unica differenza sta nel grado di applicazione. Un quinto della popolazione umana è stato sottomesso al tacco britannico con mezzi che non possono essere scrutinati. Nonostante ciò la nostra resistenza ad esso non vuole causare alcun danno al popolo britannico. Vogliamo convertirlo, non sconfiggerlo sul campo di battaglia. La nostra è una rivolta senz’armi al governo britannico. Che si riesca a convertirli o meno, faremo il possibile per rendere il loro governare impossibile attravero una non-cooperazione non-violenta. È un metodo per natura indifendibile. È una presa di coscenza che nessuno sfruttatore può raggiungere il suo obiettivo senza un minimo grado di cooperazione, forzata o volontaria, da parte della vittima. I nostri colonizzatori avranno le nostre terre e i nostri corpi, ma non le nostre anime. Avranno quest’ultima solo con la distruzione del popolo indiano, di ogni uomo, donna e bambino. Che non tutti riusciranno in questo atto di eroismo e che un certo grado di paura piegherà la rivolta è normale, ma questo non è il punto della questione. Perché se un numero abbastanza grande di indiani è pronto a dare la vita prima di inginocchiarsi di fronte al nuovo padrone, questo avrà dimostrato la via per la libertà dal tiranno della violenza. Ti chiedo di credermi quando ti dico che in India troverai un numero inaspettato di uomini e donne del genere. Hanno avuto questa educazione nei passati vent’anni.

Abbiamo provato per gli ultimi cinquant’anni a ribaltare il governo britannico. Il movimento per l’indipendenza non è mai stato forte come lo è adesso. L’organizzazione politica più forte, l’Indian National Congress, sta facendo di tutto per riuscire in questa missione. Abbiamo ottenuto ottimi risultati tramite sforzi non-violenti. Abbiamo cercato il mezzo più adatto a combattere la violenza organizzata più forte del mondo rappresentata dalla potenza britannica. Tu la stai sfidando. Dobbiamo ancora vedere adesso quale delle due è meglio organizzata, se Germania o Regno Unito. Sappiamo bene cosa la forza britannica significhi per noi e per il resto del mondo non europeo. Ma mai vorremmo che la piaga britannica si concludesse con l’aiuto tedesco. Abbiamo scoperto nella non-violenza, una forza che se organizzata può scontrarsi contro qualsiasi combinazione di tutte le più violente entità del mondo. Con la non-violenza, non esiste sconfitta. Si tratta di ‘fare o morire’ senza uccidere o ferire nessuno. Può essere usata, ovviamente, senza soldi e senza la scienza della distruzione che tu hai portato alla perfezione. Mi meraviglio a notare che tu non riesca a capire che non è monopolio di nessuno. Se non saranno gli inglesi, sarà qualcun altro a raffinare il tuo metodo e sconfiggerti con le tue stesse armi. Non stai lasciando niente al tuo popolo per il quale questo andrà fiero. Nessuno potrà essere orgoglioso di una recita violenta, per quanto ben pianificata. Io, quindi, ti chiedo a nome di tutta l’umanità di fermare la guerra. Non perderai niente nell’affrontare tutte le questioni irrisolte tra Gemania e Regno Unito in un qualsiasi tribunale internazionale di tua scelta. Se invece avrai successo in guerra, questo non dimostrerà che avevi ragione. Proverà solamente che il tuo potere distruttivo era maggiore. Mentre un premio da un tribunale imparziale dimostrerà in modo umano quale parte sta nella ragione.

Saprai che poco tempo fa ho fatto una richiesta a tutti i britannici di accettare i miei metodi di resistenza non-violenta. Ho fatto questo perché gli inglesi mi conoscono come un amico ed un ribelle. Per te e per il tuo popolo sono uno sconosciuto. Non ho il coraggio di chiedere a voi quello che ho chiesto agli inglesi. Non che questo non fosse applicabile a voi quanto lo è a loro, ma la mia proposta attuale è molto più semplice e pratica.

Durante questa stagione (il periodo di Natale) in cui i cuori europei sperano in una pace, abbiamo deciso anche noi di fermare la nostra protesta pacifica. È troppo chiedere anche a te di fare uno sforzo per la pace durante questo periodo, nonostante per te non significhi niente, ma che deve essere importante per i milioni di europei che sento piangere per la pace? Intendo mandare questo invito sia a te che al Signor Mussolini che ho avuto il privilegio di conoscere quando ero a Roma durante la mia visita in Inghilterra come delegato per la conferenza della Tavola Rotonda. Spero che anche lui possa prendere atto di questo messaggio e attuare i necessari cambiamenti.

Il tuo sincero amico,

M. K. Gandhi


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