Il quesito nasce dalla preoccupazione generale che la letteratura sembra rimanere indietro nella corsa alla lettura elettronica.
Come mostrano i numeri della Publishers Association Statistics Yearbook, l’anno scorso il comparto del business libro che ha fatto meglio (o meno peggio) è stato quello del digitale, riempiendo il vuoto lasciato dal declino della stampa.
La categoria con la migliore performance è stata la narrativa, ma solo perché le vendite di romanzi in formato e-book hanno quasi compensato il calo delle vendite del cartaceo. Quindi, se la letteratura non trascina le vendite del formato digitale, allora, non è veramente performante. Il che non è una buona notizia per nessuno.
Una delle difficoltà nel giudicare il mercato sta nel definire quali sono i titoli letterari. Non è una classificazione separata della Nielsen Book Scan, né appare come una delle principali sotto-categorie sui bookshop online.
Naturalmente, nel mondo fisico, questo conta meno: questi titoli si possono giudicare dalle loro copertine, dalla qualità dell’edizione fisica, dal nome dell’editore, da chi ne è l’autore e da dove sono posizionati in libreria, insomma dal fatto che non sono confezionati come i titoli di ‘genere’. Ma on-line queste distinzioni funzionano di meno. Il lettore avrà bisogno di più aiuto e i siti di e-book stanno facendo un lavoro particolarmente cattivo.
Controllando le categorie in primo piano su Amazon, la letteratura semplicemente non appare come un’entità distinta – mai. Anche scavando all’interno della categoria narrativa più ampia, la lista dei titoli appare variabile. L’edizione Kindle de “The great Gatsby” è attualmente la più popolare nella classifica di vendita, ma il numero due è “The Midwife’s Confession” di Diane Chamberlain, che non sembra essere un libro propriamente letterario (in realtà è un romanzo di suspense).
Mi piacerebbe dire che questo è un caso unico ma non è così: secondo Amazon ‘letteratura’ è uno strano miscuglio di classici e titoli romantici [..] La maggior parte dei più venduti, che potremmo considerare ‘letteratura’, infatti, sono classificati tra diversi generi. “The Song of Achilles”, vincitore dell’Orange, è archiviato nella categoria narrativa storica (e fiabe!).
In un certo senso Kobo offre la migliore “Fiction & Letteratura”, che appare come unica macro-categoria nel suo e-bookstore. Purtroppo, il mix tra fiction e letteratura non sembra fare un grande favore a quest’ultima. Il libro topselling in questa categoria è stato “Her Five Favourite Words” : dall’immagine di copertina, che mostra due modelli in abiti succinti, è improbabile che si sia in presenza del prossimo Rushdie. Anche su iBookstore la letteratura subisce un affronto simile.
Naturalmente sto solo grattando la superficie di un dibattito più ampio sulla visibilità, che siti come Anobii o Goodreads potrebbero contribuire a risolvere.
Nel mondo della carta stampata, i titoli di letteratura letterari possono ancora trovare il loro posto; in realtà è anche più facile trovare loro una finestra attraverso la quale essere visti perché, come i librai intelligenti sanno, tutto il resto viene divorato dal digitale [..]
Quindi, per rispondere alla domanda in bilico da questo dibattito “fare letteratura digitale significa fare narrativa di genere?” Sì. Ma se si chiede se questa è una decisione deliberata, basata su ciò che i lettori vogliono, o un pasticcio meccanico causato dalla una pessima classificazione, dovremmo dire che la seconda opzione sembra la più veritiera. Se, invece, si parte dal presupposto che anche i lettori digitali voglio leggere roba più seria, allora, vi è la possibilità di portare online anche i libri migliori.
Liberamente tradotto da “Bring up the books” di Philip Jones