C'è però un tarlo di natura teologica che da alcuni giorni mi rosicchia l'attenzione. Riguarda le recenti dimissioni del papa e le relative battute che ho letto e sentito. Non capisco come mai le migliaia di utenti di Facebook e Twitter che quotidianamente pubblicano commenti indignati a proposito di politici avidi, corrotti e immorali restii a mollare il proprio posto, invitandoli ad "andare a casa", non abbiano gioito all'unisono alla notizia delle dimissioni del pontefice, preferendo invece abbandonarsi a dell'inconcludente umorismo da osteria.
Stiamo parlando di un tizio a cui spetta di diritto la cucitura a vita della tunica alla tappezzeria del trono papale, che ammette di non essere più in grado di ricoprire la sua carica e di propria spontanea volontà la abbandona. Come minimo mi sarei aspettato un applauso a scena aperta, in primis proprio dai più aspri critici delle cose di chiesa. Io, personalmente, l'ho fatto, anche se non si è sentito.
A mio modo di vedere, come capo di stato il Sig. Ratzinger (lo chiamo Signor perché mi riferisco all'uomo, al politico, non al religioso) ha lezioni di onestà, maturità e soprattutto di stile da impartire alla maggior parte dei suoi colleghi laici.
PS vabbè, dopo aver fatto dei complimenti (ma a pensarci bene neanche tanto) a un papa comincio a sentirmi un po' a disagio. Ho un assoluto bisogno di un bagno dissacrante per purificarmi. Lo faccio con una constatazione un po' irriverente: secondo me rispetto a quello nuovo il papa pensionato aveva una faccia migliore per le caricature.