La lezione di un padre con il figlio transgender (Aldo Busi)
Creato il 24 novembre 2012 da Minerva Jones
CARO DIRETTORE, che bello quando i genitori non si travestono da
mamma e da papà col righello della norma in pugno!
Oggi ho voglia di
parlare di educazione infantile perché, avendo cercato di farmi venire
in mente il nome di un eccellente traduttore inglese che non sento da
tanti anni, mi sono ricordato di quella volta che mi raccontò dei suoi
due figli maschi che ormai andavano alle elementari. Io ero stato una
volta a cena a casa sua, avevo conosciuto la moglie e visto i due
bambini che stavano per essere messi a fare le nanne, tra il primo e il
secondo ci sarà stata una differenza di due anni, non ricordo altro, a
parte un certo che di serenamente volitivo, di guerresco in entrambi.
A
distanza di un lustro, chiesi al traduttore come stavano i suoi figli e
mi disse le testuali parole, “Benissimo, il più piccolo è un transgender
pieno di risorse e di fantasia, l’altro è il suo scudiero, lo difende
in tutto e per tutto anche se non ne ha proprio bisogno, si sa difendere
benissimo da solo”. Avendo temuto di non
aver capito bene o forse facendo finta di non aver capito affatto, gli
chiesi, “Transgender? E che significa? Non fa la terza?”, “Che un giorno
vuole andare a scuola vestito da uomo e un giorno vestito da donna”, “E
voi?”, sottintendendo ‘e voi genitori? ’, “Niente, abbiamo dovuto
fargli due guardaroba, così come dopo avere voluto i tamburi da mio
padre ha voluto l’arpa da sua nonna materna e va a lezione sia di
percussioni che di arpa e adesso ha una passione sfrenata per i venti,
al mare si pavoneggia nel suo giubbetto con le borchie e fa il capobanda
skinhead di un branco di piccoli delinquenti dei giostrai e in spiaggia
si mette il bikini, che fra l’altro c’ha un pisellone per la sua età
che farebbe comodo a me con la mia…”, e io, “Ma è straordinario! Anch’io
vorrei un figlio così, anzi, li vorrei entrambi così, anzi: li vorrei
tutti e tre così, visto che due in uno è sempre meglio che la metà di
niente. Anzi, avrei voluto dei genitori come te e tua moglie, visto che
vi sarebbe toccata addirittura la disgrazia… questo dal punto di vista
dei miei, che poi i libri me li bruciavano… di avere un figlio che a
sette anni si travestiva da scrittore appendendosi sulle spalle i pochi
libri rimediati in giro… da noi libri in casa non esistevano… o
legandoseli con la cintura attorno alla vita… a parte quando se ne
metteva uno in testa per camminare senza farlo cadere…”.
E sapete che
cosa mi rispose lui? “Grazie, a dirti la verità non sei neanche il primo
a farmi i complimenti. Non ci vuole poi molto a essere dei bravi
pedagoghi: invece di strappare i suoni che vuoi tu, col rischio di avere
in risposta le urla sincopate di una bestiola in gabbia, resti in
ascolto dell’umanità per come è ed è fatta. E ti dirò di più: un giorno è
vestito da bambina con la gonna scozzese e vuole giocare a calcio e è
un capocannoniere da paura, quando è vestito da maschio magari pettina
la bambola o le amichette e sembra il più consumato dei parrucchieri di
via Montenapoleone, da maschio è maschio al massimo grado e da femmina è
squisitamente femminile, in modo naturale, non è un bambino effeminato e
non presenta il minimo sintomo di dissociazione, si cambia d’abito
indifferentemente come parla inglese, italiano o ebraico, per via dei
nonni e della madre, è una bambina dai modi soavi e naturali consapevole
di essere anche un bambino rude e manesco, e viceversa, nemmeno si
prende sul serio, è il primo a ridere di sé ma se qualcun altro lo
deride è meglio toglierglielo dalle mani e, a parte lo smalto per le
unghie, mica si trucca, non che ce l’abbia mai chiesto, intendo dire
rossetto e mascara e cose così, e non ha neppure i capelli lunghi da
bambina, è sempre con la sua rasatura da marine con un po’ di cresta in
entrambe le mises, a parte due orecchini come ormai hanno tutti i
bambini comuni, ma la cosa gli seccava alquanto, tanto che ha smesso di
metterseli, dice che è una cosa troppo da maschio quando lui decide di
sentirsi femmina; è come avere in casa un Arturo Brachetti in erba
innestato su Conan il Barbaro, uno spettacolo di umano mai visto, ed è
educatissimo, gentile, spiritoso, affettuosissimo, in sé e per sé non ha
alcuna aggressività innata, un portento anche a scuola”, “Un
privilegio”, “Lo sappiamo”, “E in che cosa consiste questa sua passione
sfrenata per i venti?”, “Che sa i nomi e le direzioni di tutti i venti
della terra, correnti marine comprese, tu gli dici un mese e un oceano e
lui ti dice che cosa scorre sotto e cosa scorre sopra in quel periodo
lì, alisei, monsoni, maestrale, scirocco… gli uragani sono il suo forte.
Dimmi te che ne fa dei venti all’Arco della Pace in pieno centro di
Milano, e il fatto che non se ne faccia niente rende i suoi interessi
ancora più meravigliosi. Da grande vuole scoprire un nuovo continente,
dice che non è possibile che non gliene abbiano lasciato uno inedito, e
tutti i suoi marinai dovranno suonare l’arpa a turni, e che mai deve
mancare una musica d’arpa durante tutta la navigazione fino a che non la
pianterà nella rena non appena toccato la terra che si ripromette di
scoprire, e al ballo mascherato dei bambini si è presentato con una
parrucca fluente color verde vestito da polena, suo fratello a reggergli
la coda, voglio dire”.
Io sono troppo pudico per fare certe domande e
neppure mi passò per la mente di fargli allora quella domanda che non
gli farei neppure adesso, con la differenza che adesso ho bene in mente
quella che quasi chiunque vorrebbe fargli: “Visto che va per i nove,
dimostra certe tendenze sessuali quando è vestito in un modo o
nell’altro?”, e sono sicuro che il padre, e anche la madre, mi avrebbe
risposto con ogni possibile disinvoltura. Vediamo le possibilità di
quella risposta: 1) quando è vestito da uomo dimostra interesse sessuale
verso i maschi, 2) quando è vestito da uomo dimostra interesse sessuale
verso le femmine, 3) quando è vestito da uomo dimostra interesse
sessuale sia verso i maschi che verso le femmine, 4) quando è vestito da
donna dimostra interesse sessuale verso le femmine, 5) quando è vestito
da donna dimostra interesse sessuale verso i maschi, 6) quando è
vestito da donna dimostra interesse sessuale sia verso le femmine che
verso i maschi, 7) sia che sia vestito da maschio che da femmina
dimostra interesse sessuale esclusivamente verso i maschi, 8) quando è
vestito sia da maschio che da femmina dimostra interesse sessuale
esclusivamente verso le femmine, 9) sia vestito da maschio che da
femmina non dimostra alcun interesse sessuale né per i maschi né per le
femmine. “E”, avrebbero aggiunto i genitori all’unisono o ognuno per
conto suo, “non c’è una sola tendenza sessuale e nemmeno la più totale
assenza di qualsivoglia tendenza sessuale che sia preferibile a
un’altra, se è la sua per ora o per sempre è anche quella che è migliore
per noi, mica è la nostra vita, è la sua, e è giusto che ai suoi
parametri emotivi ci arrivi da sé. E ovviamente siamo disposti a
sbranare chiunque osasse interferire nella sua crescita e nelle sue
scoperte personali”.
Penso alla fortuna di quel bambino, e a quella di
suo fratello che ne difende la libertà di espressione chissà contro
quali sberleffi (e chissà se a prezzo di quanti pugni dati e presi), e
mi dico che la sua infanzia sarà stupenda per tantissimi motivi: a)
gioca con la mente estetica del suo corpo e ha il coraggio di seguire il
proprio istinto camaleontico a dispetto della società di bambini bacati
dal machismo con cui entrerà in contatto, b) godrà di una miriade di
sinapsi poetiche, civili e politiche come raramente accade a un bambino,
che pur di per sé ne ha a miliardi, c) l’avventura può esaurirsi o
decidersi nella pubertà per un verso o per l’altro (ci si può vestire da
uomo essendo un uomo e tuttavia travestirsi comunque, da troia di
regime, per esempio) senza conseguenze visto che in questo caso una
sicura infelicità o tragedia permanente è stata azzerata sul nascere,
perché non ha dei genitori pazzi scatenati che lo portano da uno
psicologo più pazzo di loro che lo imbottirebbe di farmaci o che,
addirittura, dietro silente richiesta dei genitori pazzi, lentamente lo
eliminerebbe dalla faccia della terra in quanto “vergogna genetica”, d)
non deve essere per forza un genio né deve riscattarsi da niente, sarà
però una persona forte, già temprata agli assalti sociali più imprevisti
e più previsti, e di per sé non votata comunque alla mediocrità, e)
sarà quel che sarà o che avrà voluto essere senza castrazioni
genitoriali e senza covare quella suicidale sete di vendetta contro il
mondo che ti fa sciupare la vita. E una profonda riverenza anche a suo
fratello.
Da la Repubblica del 24/11/2012.
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