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La Libia e la Compagnia degli Inconsapevoli

Creato il 25 febbraio 2011 da Zfrantziscu

La Libia e la Compagnia degli Inconsapevoli

Prodi e Gheddafi nel 2007


Sulla Libia, la politica italiana (quella sarda si è inabissata, quasi non ne abbia interesse) pare, sotto sotto, meno irresponsabile di quando strilla davanti a noi, popolo bue, gente di cui catturare il consenso attraverso le beghe da cortile. Si parla, chiaro, della tragedia che si sta consumando a pochi chilometri da qui, che l'una parte e l'altra sta trasformando in un turpe teatro in cui i protagonisti e i comprimari recitano nei rispettivi ruoli di governanti e di oppositori e di un po' questo e un po' quello. Quello che non “vuol disturbare Gheddafi” mentre massacra i suoi sudditi, scimmiottando coloro i quali non vollero disturbare Putin mentre massacrava i ceceni e al massimo raccomandarono una repressione non sproporzionata. E che dire di quegli altri che, governando, bombardarono abbondantemente la Serbia e amoreggiarono con il dittatore libico per ragioni di real politik? e che oggi, non governando più, innalzano lo stendardo del rispetto dei diritti umani e della democrazia, sventolando il quale si dovrebbe mandare a quel paese real politik e forniture di gas e petrolio? Se siete colti dalla nausea, fate pure.Pensare che la real politik di Berlusconi nei confronti della Libia sia malvagia e che sia stata invece benefica quella di D'Alema è preoccupante sintomo della schizofrenia della politica italiana, esattamente come schizofrenico è il rimbrotto opposto. Ma, si dice, governando il centrosinistra Gheddafi non arrivò a Roma con la sua tenda e la sua corte equestre. E quando mai il folclore kitsch ha diritto di cittadinanza nella polemica politica seriamente motivata? Non è, come temo, che ad essere contestato non sia stato il folclore gheddafiano, ma il fatto che un'ex colonia (massacrata da italiani brava gente) pretendesse di rappresentarsi nella culla della civiltà con i suoi riti? Purtroppo c'è una parte della politica che tratta il dramma appena all'inizio con la leggera disinvoltura con cui si è intrattenuta sugli slip di Ruby, la giovane marocchina che ha scatenato passioni politiche in conflitto. Scherzando – ma a questo punto non ne sono più tanto sicuro – ho scritto a un amico che, in realtà, dietro tutto quel che succede in Libia c'è un accordo segreto fra il dittatore libico e quello italiano (che Berlusconi sia tale è una certezza di quell'Umberto Eco, postosi a capo degli italiani migliori, contro quell'elettorato “pronto a supportare Berlusconi; è triste ma è così”). Convinti, Gheddafi come Berlusconi (anche egli come Hitler “giunto al potere con libere elezioni”, ancora Eco), che tanto il bestiario politico e mediatico italiano confonderà Muʿammar Gheddafi con Hosni Mubarak, lo zio di Ruby, rovesciato dagli egiziani per la dissolutezza della nipote.Per fortuna, dietro le quinte del teatrino di questa Compagnia degli Inconsapevoli, sembra ci sia una politica diversa e più consapevole. Che ragiona su un fatto di cui poco si parla: se la rivolta nel Magreb, nel Mashreq e nel Golfo Persico investirà l'Arabia Saudita con gli esiti egiziani, tunisini e libici, l'economia europea rischierebbe la catastrofe. Altro che l'arrivo di due, trecento mila esuli sulle coste italiane. Questo, a quel che si dice, è al centro delle riflessioni e delle progettazioni per un nuovo testo destinato alla Compagnia dei Consapevoli. Chi sa come ci resteranno male politici e media che per mesi hanno messo nelle mutandine di Ruby l'oggetto del contendere della politica italiana.

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