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LA LIMITATEZZA DELLA VISIONE CRISTIANA ORTODOSSA , di Lin Yutang (l’importanza di vivere)

Creato il 04 settembre 2012 da Mente Libera

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La visione cristiana tradizionale ortodossa era che l’uomo è stato creato perfetto, innocente, ingenuo e felice e cheviveva ignudo nel giardino dell’Eden. Sopravvennero poi conoscenza e esperienza e la Caduta dell’Uomo, al che sondovute le sue sofferenze, in particolare il lavoro col sudor della fronte per il maschio, e le doglie del parto per lafemmina. In contrasto con la originale innocenza e perfezione dell’uomo, fu introdotto un nuovo elemento per spiegarnel’attuale imperfezione, e questo fu il Diavolo, il quale opera, principalmente, per mezzo della carne, mentre la piùelevata natura dell’uomo opera attraverso l’anima. Quando sia stata definita ‘l’anima’ nella storia della teologia cristiananon so, ma quest’anima divenne qualcosa di diverso da una funzione, una entità piuttosto che un modo di essere, eseparò profondamente l’uomo dagli animali i quali non hanno anime degne di tal nome. A questo punto la logica siferma, perché l’origine del Diavolo dovrebbe essere a sua volta spiegata, e quando i teologi medievali con la loroformale logica scolastica si mettono a scrutare questo problema, si trovano imbarazzati. Non possono ammetterefacilmente che il Diavolo, il quale è un Non-Dio, sia derivato dal Dio stesso, né possono consentir volentieri chenell’universo originario, il Diavolo, un Non-Dio, sia esistito coeterno con Dio. Per risolvere il problema, ammettono cheil Diavolo deve essere stato un angelo decaduto, il che implica il problema dell’origine del male (perché allora avrebbedovuto esistere un altro Diavolo per tentare quest’angelo decaduto), il che non spiega un bel nulla; ma dovettero restarea questo punto. Nondimeno da tutto ciò derivò lo strano dualismo di carne e spirito, concetto mistico che è ancora prevalente e potente oggi da influenzare la nostra filosofia della vita e la nostra felicità.Poi venne la Redenzione, già adombrata dall’idea corrente dell’agnello sacrificale che a sua volta derivava dall’idea piùantica di un Dio che appetisce l’odore delle carni arrostite e non può perdonare per nulla. In seguito a questaRedenzione, si ebbe una volta per tutte il mezzo pel quale tutti i peccati potessero essere perdonati, e fosse aperta dinuovo la via della perfezione. L’aspetto più curioso del pensiero cristiano è l’idea di perfezione. Siccome tutto ciòavvenne durante la decadenza del mondo antico, crebbe la tendenza a magnificar l’oltretomba, e il problema dellasalvezza soppiantò quello della felicità o del semplice vivere. Dominava l’idea di come scampare vivi da quel mondoche apparentemente sprofondava nella corruzione, nel caos e nella dannazione. Di qui la preponderante importanza dataall’immortalità. Ciò presenta una contraddizione col racconto originario della Genesi, secondo il quale Dio non volevache l’uomo vivesse per sempre. La storia della Genesi non dice che il motivo della cacciata di Adamo ed Eva dalgiardino dell’Eden è che essi avevano assaggiato il frutto dell’Albero della Conoscenza, come si crede popolarmente, mail timore che potessero disobbedire di nuovo e mangiare dell’Albero della Vita e vivere per sempre:’E il Signore disse: Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi nella conoscenza del bene e del male; ora “impediamoglidi stender la mano, di prender anche dall’Albero della Vita e mangiarne e vivere eterno”.’Perciò il Signore Iddio lo cacciò fuori dal giardino dell’Eden a coltivare la terra dalla quale era stato tratto.Così Egli cacciò l’uomo e pose dei Cherubini a oriente del giardino dell’Eden che roteavano intorno una spadafiammeggiante, “per sbarrare la via che menava all’Albero della Víta” .L’Albero della Conoscenza sembra fosse verso il centro del giardino, ma l’Albero della Vita era presso l’entrataoccidentale dove, a quanto mi consta, i Cherubini montano la guardia tuttora, per proteggerlo dall’avvicinarsi dell’uomo.Tutto sommato, sussiste ancora la credenza nella totale depravazione, la credenza che il piacere di questa vita è peccatoe vizio, che star male è esser virtuoso; infine, che l’uomo non può salvare se stesso senza l’intervento di una più grande potenza dal di fuori. La dottrina del peccato e ancora il fondamento essenziale del cristianesimo, come è oggigeneralmente praticato, e i missionari cristiani che cercano di fare proseliti, cominciano generalmente dall’imprimerenel convertendo la coscienza del peccato e della perversione della umana natura (il che è certamente la condizione “sinequa non” perché nasca la necessità del rimedio che il missionario tiene bell’e pronto in saccoccia). Ad ogni modo non potete fare un uomo cristiano se prima non lo convincete d’essere peccatore. C’è chi lo ha detto un po’ crudamente: ‘Lareligione del nostro paese si è talmente ridotta alla contemplazione del peccato, che un uomo che si rispetti nondovrebbe più osar di mostrar la sua faccia in chiesa.’

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Il mondo greco pagano era un mondo diverso per natura, e di conseguenza il suo concetto dell’uomo era altresì del tuttodiverso. Quel che maggiormente mi colpisce è che i Greci fanno i loro Dei uomini, mentre i Cristiani desiderano di farei loro uomini dei.

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