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La livella storta

Da Fishcanfly @marcodecave

Entrando nella metro, io ed un altro, non meglio precisato, tanto non ha importanza, ti ho visto nella metro. Ci conoscevamo, buoni amici, ma mi sono sorpreso, ti ho trovata altra. Ho trovato che eri storta. Proprio storta. Non si trattava di bruttezza, di poco gusto estetico, di respingere determinati canoni estetici. La tua stortura  mi opprimeva.

Non me ne ero accorto fino ad ora. Avevo coltivato un’immagine di te che portava essenzialmente al mare. Portava al mare perché era essenziale, cioè l’avevo protetta dal tuo involucro di stortura. Avevi begli occhi, davvero: miele di castagno appena colato nel barattolo, con quei tenui cristalli di luce rappresi e venature rosa. Non lo scrivo per dare un’attenuante, anche perché al mare non si guardano i particolari, non si contano le gocce. Al mare si guarda alla linea di marea. Storta.

La livella storta

Un occhio leggermente più su dell’altro. Una goccia. Un occhio poco più chiuso dell’altro. Due gocce. Davvero mi stavo sbagliando, forse, o credo sia solo un’impressione. Forse sono i pazzi che poi salveranno questo mondo. Forse vi sto solo raccontando la mia di pazzia e io non sto affatto salvando il mondo.

Ti avrei potuto dire, vecchia mia come stai? Ti avrei potuto dare una pacca sulla spalla e dire ciò che volevo, che non possiamo scegliere le nostre compagnie, oramai, perché c’è la crisi e siamo scelti. Che l’impotenza ce la insegna l’università , che le avventure hanno ottime scuse per non essere intraprese, che è meglio tornare a casa perché i viaggi meglio lasciarli fare agli uomini e alle donne che non sanno che significa approdare perché il viaggio è finito, che la casa con la crisi vale di più se è di proprietà. Ti avrei potuto dire tutto questo, ma con una china che ti si versava addosso con la tua stessa linea.

La livella storta

Eri la mia tristezza, ma c’era qualcos’altro che stava andando storto. Era tutto il resto che era storto, che tu eri l’unica dritta perché effettivamente avevi qualcosa da dire dritto, che la metro era storta. I tuoi occhi nulla di diverso dal solito.

Terza goccia.

La livella non è più sufficiente per dare senso al mondo, caro Totò. La livella ho deciso di trovarla lì sotto, nella metro. In vita.



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