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La lodola mattiniera, Romano Pascutto

Creato il 27 novembre 2012 da Serenagobbo @SerenaGobbo

La lodola mattiniera, Romano Pascutto
Finalmente sono riuscita a trovare un paio di libri di Pascutto a buon prezzo.
Se non leggevo qualcosa di questo autore del paese, mi toccava emigrare, perché uno non può dire di leggere davvero di tutto se poi snobba gli autori locali. Il problema è che da un pezzo volevo leggerlo ma i volumi nuovi, le riedizioni belle grosse che sono uscite in questi anni, hanno un prezzo che anche un’insegnante di italiano mi ha detto: “Non li comprare, prendili in biblioteca, che sono cari…”
Allora, abito qui da quasi sette anni, e da quasi sette anni aspettavo che qualcuno mi regalasse uno di questi volumi. Tra un po’, ne avrei comprato uno, ma per fortuna ho trovato due prime edizioni dall’edicolante del paese (di quelle che in internet, nei siti di libri usati, trovi a minimo 30 euro).

Lettura che scivola via bene, che mischia la grande con la piccola storia (se queste distinzioni si possono fare…). Insomma, un bravo scrittore che consiglio: solo in Italia gli scrittori locali sono così snobbati. Pensate a Faulkner, che ha sempre scritto del suo Sud e che ha preso un Nobel… Bè, per Pascutto non dico il Nobel, però un po’ più di diffusione sul territorio nazionale ci starebbe bene!
Purtroppo le riedizioni (che sul mio scaffale ci starebbero davvero tanto bene) costano. E nonostante il lavorone fatto dai curatori, non otterranno il risultato di far conoscere Pascutto al grande pubblico.
Bisogna fare i conti in tasca al lettore.
Non viviamo in un mondo ideale in cui la cultura passa in primo piano di fronte al paio di scarpe di moda.
Le belle edizioni (quelle che starebbero tanto bene sulla mia libreria) di solito finiscono agli specialisti e agli appassionati. Il lettore comune di woolfiana memoria, le ammira, ma le lascia dove stanno. Per comprare magari uno dei tanti libri sulle biblioteche dei morti & C che appiattiscono la scrittura, la lettura e le teste.
Peccato.
Intanto, io mi godo le edizioni Rebellato e Avallardi degli anni Settanta.



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