Trama
Il romanzo si apre con un prologo: Platone, il grande filosofo greco, riceve la visita di un misterioso viaggiatore egizio di nome Anok Sabé. Costui racconta a Platone una storia antica e affascinante e gli consegna un misterioso amuleto fatto di oricalco. Anok Sabé raccomanda a Platone di custodire l’oggetto e tramandare la storia nascondendola tra miti e leggende. Il filosofo decide così di inserire l’oscura vicenda in alcuni dialoghi che egli stesso sta scrivendo in quel periodo.
L’azione si sposta quindi nella Granada dei giorni nostri. Martin Rua, un antiquario italiano, è nella città andalusa con sua moglie Àrtemis per
incontrare Sante Ragusa, un vecchio amico di Martin, marinaio maltese ritiratosi a vivere nella bella città spagnola. Sante confida a Martin di aver trovato un manoscritto in cui è indicato il luogo in cui è nascosto un antico manufatto, la Luna d’Argilla, un oggetto che il maltese sta inseguendo da tanto tempo. Il problema è che questo luogo è nientemeno che l’Alhambra, il famoso castello moresco di Granada. Dopo varie peripezie i due, aiutati dal gitano Miguel, giungono al nascondiglio ma solo per trovarlo vuoto: qualcuno è arrivato prima di loro. I misteriosi trafugatori del manufatto, però, interessati anche al manoscritto, sono sulle tracce di Martin e Sante e arrivano anche a minacciarli. I due amici decidono di lasciare Granada. Giunti a Napoli, incredibilmente ritrovano nella città partenopea gli inequivocabili segni della presenza della Luna d’Argilla, ma non fanno in tempo a tuffarsi di nuovo all’inseguimento del manufatto, che Martin viene messo al corrente di un fatto tragico da un suo amico poliziotto, il commissario Oscar Franchi: qualcuno ha ucciso un biochimico sfigurandone il corpo con strani simboli. Martin non ha dubbi, i segni sono gli stessi che compaiono sul manoscritto mostratogli da Sante. Le due vicende sono intimamente e drammaticamente collegate…
Pareri da Amazon
Avvincente, divertente, ricco di colpi di scena e di una forte vena di humor: La Luna di Sabbia è il libro che non t’aspetti, perché si presenta come un classico romanzo d’avventura ma è pieno di riferimenti colti alla storia di Napoli e del Mediterraneo
5 su 5 stelle
Sono rimasto incollato alla storia, davvero ben narrata, sino ad oltre la metà del libro ma poi le troppe inverosimile e mirabolanti situazioni, oltre ai continui cambi di ambientazione, hanno visto pian scemare in me l’interesse per un libro che non mi è piaciuto, anche per come è
stata chiusa la storia.
2 su 5 stelle
Dalle prime pagine
«Le cose sono andate dunque così?».
«Esattamente, Maestro».
Il greco abbassò lo sguardo, cercando di ricomporre nella sua mente tutto l’insieme di eventi che l’altro gli aveva narrato. L’altro già. Poteva davvero fidarsi di quel vecchio egiziano venuto dal nulla? Poteva davvero credere alla storia incredibile da lui raccontata? Non ne era sicuro, ma del resto nessun altro aveva mai mostrato di conoscere quella vicenda con tanta dovizia di particolari.
«Dimmi una cosa, Anok Sabé, perché mi hai raccontato questa storia? Perché a me? Hai fatto un lungo viaggio, dall’assolato Egitto, per narrarmi eventi accaduti migliaia di anni fa. Non credo che tu l’abbia fatto solo per condividere con qualcuno questo segreto. Tu vuoi qualcosa da me».
L’egiziano sorrise con quella sua aria amabile e annuì lentamente.
«Il tuo sguardo va oltre, Maestro, per questo io sono qui. Presto sarò chiamato da Ra per rendere conto delle mie azioni e poiché nessuno nella terra da cui provengo è in grado di comprendere l’importanza di quanto io ti ho raccontato, ho deciso di intraprendere questo viaggio».
Il Maestro rimase un istante a scrutarlo, in silenzio. L’altro, sempre sorridendo, proseguì.
«Ciò che ti chiedo è di scrivere, raccontare quanto io ti ho detto, nascondendo la verità dietro la coltre delle metafore. Solo uno spirito illuminato e puro potrà penetrare, un giorno, il segreto. Inoltre, cosa forse più importante, devo consegnarti questo».
Tirò fuori qualcosa da una sacca logora che portava a tracollo: una sacca che aveva attraversato le sabbie del deserto egizio, le acque dell’Egeo e le affollate strade di Atene. Una sacca che avrebbe potuto raccontare storie fantastiche e lontane, troppo lontane anche per la mente del grande filosofo greco che ora si trovava al cospetto di quell’egizio enigmatico.
«Ecco. Uno degli ultimi frammenti di quel lontano passato. Lo consegno a te».
Commento
Dopo il prologo, utile a creare la giusta atmosfera di mistero, si entra direttamente nel vivo dell’azione. Dalla lettura delle prime pagine, La Luna di Sabbia sembra essere un romanzo che va dritto al punto. Facendo un paragone con altri romanzi del filone mistico-esoterico, come Il Codice da Vinci o il Pendolo di Foucault che, nel bene e nel male fanno della pesantezza la propria caratteristica principale, La Luna di Sabbia è un romanzo diretto e compatto. La narrazione in prima persona conferisce il massimo livello di identificazione con il protagonista, attraverso cui vengono centellinate le informazioni utili al lettore per addentrarsi nel mistero, come in ogni thriller che si rispetti. Il difetto principale del libro sembra essere anche il suo principale merito, vale a dire quello di essere autopubblicato. Molti lettori segnalano refusi ed imprecisioni che potevano essere facilmente evitati con un editing più attento.
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