Diva, antiquo splendor del primo cielo,
liquida più che mai, più relucente,
tempra l’ardor de l’infiammata mente,
col notturno, soave e dolce gelo.
Forse però ne vai senza alcun velo,
che ‘l proprio specchio or vedi in occidente;
miralo ancor dentro ‘l mio petto ardente,
ch’a te, che tutto vedi, io già no’ ‘l celo.
Contempla e mira ben l’alma figura,
quegli occi, che di mente mi privaro
e quella fronte in nulla parte oscura.
Vedi il solido petto, e bianco e chiaro:
così bella saresti così pura,
s’avessi più del senso e men del raro.