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La lunga storia del Decreto 20 sulle gomme

Creato il 02 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Come una noiosa telenovela, i decreti sulle modifiche alle auto procedono con trame deliranti.

C’era una volta la “liberalizzazione” dei freni maggiorati, adesso caduta nel dimenticatoio…In tanti erano eccitati all’idea di poter, finalmente, adottare legalmente impianti maggiorati e si gridava al miracolo per una concessione così ovvia. Chi potrebbe mai ritenere un reato montare freni più potenti ed affidabili? Il codice della strada italiano, oggi…

Gli ultimi sviluppi, invece, riguardano l’altrettanto acclamata liberalizzazione delle misure alternative di pneumatici. Fino ad ora si sono montate solo misure riportate sul libretto; chi, invece, voleva qualcosa di diverso, si doveva sorbire una trafila di mesi tra la richiesta di un nullaosta e i pellegrinaggi in motorizzazione in attesa del collaudo.

Dal 23 marzo 2014, però, si potranno installare cerchi e pneumatici in misura diversa da quella riportata a libretto con la sola necessità di un foglio rilasciato dal gommista. Che bellissima novità vero? Insomma…

Prima di vedere le sciocchezze inutili che accompagnano questo apparente cambiamento epocale, facciamo un po’ di contestualizzazione: in molti paesi si possono montare cerchi e gomme che più si preferiscono, senza nessuna limitazione se non quella che questi rientrino nella sagoma dei parafanghi che, all’occorrenza, possono essere allargati. Il TUV tedesco, in Europa, fa scuola per tutti rilasciando certificati di validità ormai riconosciuti da quasi tutti gli stati membri. Quasi tutti! E’ davvero necessario aggiungere che l’Italia si emargina? Chi si è occupato di questa tardiva norma per lo Stivale ha deciso che gli italiani sono troppo sofisticati e non amano mischiarsi coi tedeschi, per questo motivo noi avremo un certificato di omologazione a parte, valido solo in Italia , che ovviamente necessiterà di un ente specifico per essere rilasciato: “e io pago”. A meno di due mesi dall’entrata in vigore di questa norma sono stati omologati ben due modelli di cerchi (l’ironia e d’obbligo con una situazione così risibile), entrambi dell’italianissima OZ e i presagi per il prossimo anno sono di un crollo del circa il 70% per il mercato dei cerchi in lega.

Tornando alle sciocchezze inutili: le misure che potranno essere montate dovranno essere riportate sulle fiches di omologazione del veicolo (quindi libere un corno!) e dovranno corrispondere per: larghezza della gomma, altezza della spalla, diametro del cerchio, larghezza del cerchio e offset. Solo nel caso in cui tutti questi dati siano corretti allora si potranno usare in strada e alzi la mano chi crede che un agente smonterà mai la ruota ad un’auto durante un controllo! Per chi, invece, ha già omologato cerchi e gomme alternative c’è ancora qualche dubbio, la traduzione dal politichese è poco chiara poiché parla di “cerchioni speciali” e non di informazioni tecniche da cui si possa comprendere se si è in regola oppure no.

Qualche persona saggia ha chiesto di rinviare l’entrata in vigore del decreto per permettere l’omologazione dei cerchi, anche se le case estere non avranno nessun interesse a farlo, lasciandoci concedere il monopolio a poche aziende italiane dai prodotti non sempre eccelsi. Qualche persona più saggia dovrebbe chiederne l’annullamento perché è impensabile, in un paese già disastrato, imbarcarsi tante fatiche quando sarebbe sufficiente adeguarsi allo standard tedesco.


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