Recensione
Se siete il genere di persona che pensa che nella vita tutto vada a finir male e a trionfare saranno sempre e solo i disonesti, questo libro potrebbe aiutarvi a ritrovare un po' di ottimismo. Se invece fate i cinici per professione lasciate perdere, dubito che La lunga strada per tornare a casa possa fare qualcosa per voi.
La storia di Saroo Brierley, infatti, è tanto commovente e piena di speranza quanto incredibile, al limite della favola, il cui lieto fine è stato assicurato da una perfetta combinazione di determinazione, generosità e felici coincidenze. Non dubito che la vera storia di Saroo sia stata un po' romanzata e le causalità accentuate per rendere più appetibile il romanzo ai lettori ma i fatti restano, resta l'incredibile viaggio di un bambino analfabeta a malapena in grado di pronunciare il proprio nome che riesce a sopravvivere da solo negli slum di una delle più pericolose città del mondo e dopo essere stato cresciuto da una famiglia adottiva nella lontanissima Australia riesce grazie a Google Earth e a una dose infinita di pazienza a ritrovare la strada di casa.
Saroo racconta la sua storia con naturalezza e semplicità, senza dubbio aiutato dal giornalista Larry Buttrose che contribuisce a raffinare la narrazione essenziale del giovane pur lasciandone intatta la genuinità. Il tono dell'autore è sempre realista, non brutale ma mai melenso o sdolcinato; che stia raccontando l'estrema povertà della sua infanzia o rivivendo i momenti di terrore delle sue notti solitarie per Calcutta, Saroo affronta il tema con sentimento ma anche con cipiglio pratico, presentando i fatti come cose della vita senza ricercare la pietà del lettore o la lacrima facile.
Eppure è proprio per la genuinità del suo atteggiamento che il lettore rimane coinvolto e si commuove; sappiamo tutti che in giro per il mondo esistono milioni di bambini che muoiono di fame o sono vittime di violenza ma un racconto di prima mano della quotidianità di persone che affrontano ogni giorno la morte nell'indifferenza di chi li circonda comunica meglio di qualunque altra cosa tutta la brutalità della situazione. Ugualmente, le sequenze in cui il protagonista si riunisce alla madre e ai fratelli dopo venticinque anni sono già estremamente toccanti in se stesse senza che l'autore abbia bisogno di indugiare in quei lacrimevoli discorsi che tante volte televisione e giornali ci propongono e prendiamo per veri.
Avrei forse preferito che l'autore approfondisse maggiormente il suo processo di adattamento ai genitori adottivi (verso i quali comunque ha solo giudizi positivi e pieni d'affetto) e in generale ad una cultura totalmente diversa dalla sua come quella australiana oltre che alla potenziale difficoltà, una volta ricongiuntosi alla sua famiglia d'origine, di amare e essere parte di due diverse famiglie, mentre Saroo non si sofferma troppo su questi passaggio facendoli sembrare molto semplici e naturali, non saperei dire se per una certa superficialità sua o se perché effettivamente da estranei ci immaginiamo molti più problemi di quanti non ce ne siano in realtà.
Oltre a essere una bellissima storia, infine, La lunga strada per tornare a casa riporta all'attenzione l'importanza e l'utilità di un gesto come quello dell'adozione, una pratica purtroppo oggi molto ostacolata da un calvario di cavilli burocratici, che sicuramente non risolverà il problema della fame nel mondo ma è un modo vero e concreto per salvare una vita e ha il vantaggio di migliorare anche la nostra nel processo.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La lunga strada per tornare a casa
- Titolo originale: A long way home
- Autore: Saroo Brierley, Larry Buttrose
- Traduttore: Anita Taroni
- Editore: Fabbri Editore
- Data di Pubblicazione: giugno 2014
- Collana: Narrativa
- ISBN-13: 9788891507167
- Pagine: 221
- Formato - Prezzo: Copertina rigida - 16 euro