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La macchina per il pane: risparmio e genuinità

Creato il 20 settembre 2011 da Scienziatodelcibo @scienziatodelci

macchina per il pane,pane,ricette,ingredienti,test,altroconsumoVisto che abbiamo parlato di fornai e di costo del pane, per chiudere il cerchio è giusto parlare di un elettrodomestico che negli ultimi anni sta incrementando esponenzialmente le vendite, dagli USA alla Gran Bretagna, alla Germania ed ora anche in Italia: è la macchina del pane. In un test datato 2008 la rivista Altroconsumo metteva a confronto le varie macchine presenti sul mercato, e già allora dimostrava come si potevano risparmiare 400 euro all’anno facendosi il pane genuino in casa. Oggi con inflazione e caro materie prime, quel risparmio è ancora più rilevante. La macchina per il pane è grande quanto un forno elettrico e riunisce al suo interno le funzioni di impasto, lievitazione e cottura. Generalmente è possibile cuocere pane in forme da 750 grammi o un chilo, simili a quello in cassetta (cioè a un parallelepipedo), che durano più di un paio di giorni, anche se sono prive di conservanti. Le macchine hanno varie funzioni (timer, doratura della crosta…), programmi (pane bianco, integrale…), accessori che consentono di aggiungere ingredienti speciali (uvetta, olive…) e possono essere usate anche per preparare confetture, impasti per pizza, pasta fresca e dolci.

I consigli di Altroconsumo

La macchina per il pane: risparmio e genuinità
Scegliete una macchina con il timer: vi aiuta a programmare la cottura in modo da avere il pane caldo proprio mentre vi state per sedere a tavola o in modo da avere la fase di cottura di notte (quando cioè, con la tariffa bioraria, l’elettricità costa meno). Non serve invece una macchina con due lame impastatrici: per un chilo di pane ne basta e avanza una. Importante il coperchio: deve essere robusto e chiudere bene, per garantire che il calore all’interno sia omogeneo. L’impasto va preparato mettendo per ultimo il lievito e usando acqua a temperatura ambiente. Può essere utile alla compattezza dell’impasto unire la farina a doppio zero con quella manitoba. Non fidatevi delle ricette fornite dai produttori, ma sperimentate: spesso la traduzione è sbagliata o le materie prime sono diverse da Paese a Paese. Per fare un esempio, il lievito italiano è molto più efficace di quello belga. Il test prevedeva una degustazione, tenendo in considerazione la consistenza, il grado di umidità, l’aspetto della mollica e della crosta e l’aroma. I risultati sono buoni sia per il pane bianco sia per quello integrale. Severin e Bifinett, però, si meritano un mediocre per quanto sfornato con il programma rapido. Questa funzione consente di ridurre il numero di cicli di impasto e lievitazione, facendo risparmiare tempo, ma non energia (i consumi maggiori si hanno infatti nella fase di cottura vera e propria, uguale tra programma rapido e normale). In media il programma rapido richiede una o due ore in meno rispetto a quello normale. Il rovescio della medaglia è però una perdita di qualità. Vediamo ora i parametri delle varie marche di macchine per il pane valutati da Altroconsumo:

  • Consumo energetico. Nel caso delle prestazioni ci interessava valutare soprattutto il consumo energetico e la durata dei programmi di impasto e cottura nella preparazione del pane bianco e integrale. A seconda delle macchine, i tempi oscillano tra le 3 ore e 20 e le 4 ore per il pane bianco e tra le 3 e mezza e le 5 per l’integrale. Tenete presente che la fase più energivora (la cottura vera e propria) dura dai 45 ai 60 minuti. Anche i consumi sono diversi da macchina a macchina, perché alcune richiedono una fase di preriscaldamento. Spiccano i giudizi ottimi di Kenwood BM350 (per il pane bianco) e Kenwood BM250 (per quello integrale).
  • Utilizzo facile. Positive le valutazioni sulla facilità d’uso, basata sui risultati di tante prove: impostazione dei programmi, preparazione della macchina, estrazione del pane, pulizia, rumore. In quest’ultimo caso è da segnalare la presenza di suoni fastidiosi durante il processo di impasto: le più fracassone sono Moulinex e Bomann. Difficile a volte la pulizia, soprattutto per Kenwood e Moulinex: le superfici in acciaio inossidabile sono soggette ad aloni a graffi, a differenza dei modelli in plastica. Difficile estrarre il pane da Severin e la lama da impasto da Bifinett.
  • Non si rompono. La durata è stata valutata su 700 cicli di impasto / lievitazione / cottura, cioè sul lavoro richiesto per fare il pane tutti i giorni per due anni. Dopo questa prova non sono emersi risultati negativi. Abbiamo verificato che cosa succedeva usandola ancora di più, soprattutto cercando di valutare l’usura delle lame di impasto e del fondo del cestello di cottura. Anche in questo caso i risultati sono stati buoni, tranne che per Bifinett, che si è meritata solo un giudizio medio.

Tutti i modelli di macchine per il pane testati risultano promossi. Nel gruppo di testa spicca Kenwood BM 250 (85 – 100 euro), che grazie al prezzo contenuto ottiene sia la palma di Migliore del Test sia quella di Miglior Acquisto.

Ideale per chi soffre di allergie o intolleranze 

Il pane è sempre stato troppo caro per chi soffre di allergie alimentari e deve comperare pagnotte prodotte con farine speciali. Per Barbara Perotta, una socia Altroconsumo di Milano, il problema non è da poco, visto che sia lei sia suo figlio Martino (nella foto a fianco) sono allergici alla farina di frumento. Ci racconta che “comprare il pane era difficile perché non tutte le panetterie sfornano quello con farine speciali. Ed era costoso, perché questo tipo di prodotti ha sempre avuto costi alti, indipendentemente dal caro prezzi. Con la macchina del pane usiamo farina di farro oppure di kamut, risparmiando molto. Inoltre ci possiamo finalmente concedere pizze o dolci, che prima non potevamo mangiare, perché prodotti sempre con la tradizionale farina di frumento”.

Più si prepara un pane da farine di alta qualità, più si risparmia

Altroconsumo ha fatto qualche semplice calcolo per confrontare i differenti costi delle due tipologie. I conti su quanto è possibile risparmiare si basano su quello che nel test è risultato il modello Miglior Acquisto e Migliore del Test. “Abbiamo preso in considerazione il costo degli ingredienti, l’ammortamento della macchina calcolato su 700 cicli (quasi quattro anni, utilizzando la macchina un giorno sì e un giorno no) e il consumo di elettricità: siamo giunti alla conclusione che il costo del pane fatto in casa è di circa 1,2 euro al Kg. Confrontiamo il dato ipotizzando il prezzo medio del pane comune a poco più di 3 euro al Kg (quello preconfezionato a fette al supermercato si aggira intorno ai 2,8 euro al kg). Per una famiglia che consuma mezzo chilo di pane al giorno il risparmio permesso dalla macchina è di circa 400 euro l’anno rispetto al pane fresco e di 300 euro rispetto a quello preconfezionato. Con consumi maggiori (un chilo al giorno) e con pani speciali (per esempio, integrali, con semi, farina di kamut…) i risparmi possibili sono ancora più alti.”


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