La mafia ci ha annoiato a morte

Creato il 03 settembre 2014 da Zamax

Il primo film italiano proiettato qualche giorno fa alla Mostra di Venezia parlava di mafia (che palle…). Si trattava di “Anime nere”, film in concorso di Francesco Munzi. Le cronache parlano di una standing ovation e di tredici minuti di applausi. Dieci minuti di applausi hanno invece nel frattempo accolta la proiezione di un secondo film italiano, non in concorso; o forse in concorso in una sezione minore (controllate voi, se v’interessa). E’ l’opera, dalla lunghissima gestazione, di Franco Maresco intitolata “Belluscone. Una storia siciliana”: Belluscone sta per Berlusconi (ovvio, ma che palle), e una storia siciliana è sempre un po’ una pallosa storia mafiosa, anche perché sembra che proprio ai siciliani piaccia così: e se tale storia è mostruosamente caricaturale, la qual cosa puzza sempre di morte, sembra che piaccia loro ancor di più. Non ci resta dunque che vedere quanti minuti di applausi accoglieranno tra qualche giorno a Venezia “Latrattativa” (tutto attaccato), il film di Sabina Guzzanti su quella trattativa stato-mafia (dio santo che palle!) sulla quale si scrive da lustri per la delizia del popolo della legalità (il più tetragono del mondo).

Intanto in Sicilia infuria una polemica a riguardo del premio letterario “Leonardo Sciascia – Racalmare”. Tre libri che parlano di mafia (aiuto!) sono stati selezionati per la finale. Ma uno di questi tre libri non è altro che l’autobiografia, scritta in collaborazione con un giornalista, di un mafioso condannato per diversi omicidi. La cosa ha fatto scandalo e un giurato si è già dimesso per protesta. Forse però il fatto che la mafia abbia scoperto il business dell’antimafia è di buon augurio: forse è una chiusura del cerchio, forse è un segno fatale, forse è il preannuncio della fine, come lo fu la nomina al soglio imperiale di Romolo Augustulo per la storia di Roma, milleduecento anni dopo che Romolo ne tracciò il pomerio. Non ne possiamo più, infatti, non solo della Mafia, della ‘Ndrangheta, della Camorra, della Sacra Corona Unita; ma anche dell’Antimafia; dei gomorristi; dei libri sulla mafia; dei film sulla mafia; delle fiction sulla mafia; e di tutta questa strana e sospetta fascinazione per un mondo di deficienti la cui ultima colpa è di averci pure annoiato a morte.

[pubblicato su Giornalettismo.com]


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