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La magia degli astri sullo specchio di MAGIC

Creato il 14 gennaio 2014 da Media Inaf

Questo scatto mostra la "scia" lasciata dalle stelle (startrails in inglese), dovuta dalla rotazione terrestre, se immortalate con un tempo di esposizione lungo. La foto è suggestiva perché le code delle stelle si riflettono sullo specchio di uno dei due telescopi Major Atmospheric Gamma-ray Imaging Cherenkov, a cui partecipano anche INAF e INFN.

di Eleonora Ferroni

È un’immagine straordinaria quella realizzata dall’astrofotografo portoghese Miguel Claro a Los Andenes, vicino all’osservatorio Roque de los Muchachos (sull’isola di La Palma, nell’arcipelago delle Canarie), dove si trova MAGIC (Major Atmospheric Gamma-ray Imaging Cherenkov Telescopes), un sistema di due telescopi per osservare i fenomeni celesti totalmente differente dagli strumenti ottici tradizionali.

I telescopi Major Atmospheric Gamma-ray Imaging Cherenkov installati sull'isola di La Palma alle Canarie. La foto e’ stata realizzata dall’astrofotografo portoghese Miguel Claro

I telescopi Major Atmospheric Gamma-ray Imaging Cherenkov installati sull’isola di La Palma alle Canarie. La foto e’ stata realizzata dall’astrofotografo portoghese Miguel Claro

Quello che si vede nella foto sono migliaia e migliaia di scie di stelle riflesse anche sullo specchio di uno dei due telescopi di MAGIC. Parliamo di 270 specchi che possono essere gestititi individualmente. La foto qui sopra è lo spettacolare risultato di 53 scatti realizzati con una fotocamera Canon 60Da (ISO 2500; 24mm at f/2; Exp. 15 seconds).

Scattare la foto alle stelle è un’impresa potremmo dire semplice, ma realizzare un ritratto di una coda di una stella non è poi altrettanto facile. È necessario un tempo di esposizione più lungo (anche da 10 minuti a 6 ore): questa tecnica permette di mostrare come la rotazione della Terra può influenzare il movimento.

Tra gli obiettivi scientifici di MAGIC c’è l’osservazione di nuclei galattici attivi (AGN), la cui smisurata emissione di radiazione è alimentata da buchi neri supermassicci, pulsar – ovvero stelle di neutroni in rapida rotazione attorno al loro asse – e lampi di raggi gamma (Gamma-Ray Burst, GRB). MAGIC, sebbene sia progettato per captare luce visibile, utilizza l’atmosfera come convertitore naturale per individuare raggi gamma di altissima energia emessi da varie sorgenti cosmiche.

Al progetto MAGIC collaborano circa 150 ricercatori da nove stati, tra cui l’Italia con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). L’INFN è stato tra i fondatori del telescopio gamma binoculare MAGIC, contribuendo a gran parte della superficie riflettente e dell’elettronica. Attualmente partecipa all’esperimento con i gruppi delle Università di Padova, Udine, Trieste, Siena e Como. L’INAF, invece, è entrato nell’esperimento MAGIC nel 2006 realizzando una parte degli specchi del secondo telescopio. Gli scienziati dell’INFN e dell’INAF contribuiscono alle attività tecniche e scientifiche dell’esperimento partecipando attivamente alla definizione dei programmi scientifici, alla presa dati e alla loro analisi e interpretazione.

 

Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni



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