L’allattamento al seno è il modo naturale di alimentare il lattante ed il bambino. L’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi assicura una crescita, uno sviluppo ed una salute ottimali. Dopo quest’età, l’allattamento al seno, con l’aggiunta di alimenti complementari appropriati, continua a contribuire alla crescita, allo sviluppo ed alla salute del lattante e del bambino.
Il latte materno con la ricchezza dei suoi componenti costituisce un vero e proprio “sistema biologico” e rappresenta l’alimento ideale per il lattante in quanto è in grado di fornire un adeguato apporto di nutrienti per supportarne la crescita e lo sviluppo, è bilanciato da un punto di vista nutrizionale, è sicuro dal punto di vista microbiologico, contiene sostanze immunologicamente attive, in grado di fornire una protezione antinfettiva, è economico, è specie-specifico, rappresenta quindi un sistema biologico ed emozionale unico per la salute di madre e bambino.
Per capire se si produce latte a sufficienza si deve guardare il bambino. Se dopo la poppata è soddisfatto vuol dire che ha mangiato bene.
Un indice importante che può dire alla madre se il bambino prende la quantità giusta di latte sono le scariche, ovvero se il bambino bagna almeno 6 pannolini al giorno e fa 2-3 scariche significa che ha mangiato bene.
Da tenere a mente che una pipì di bambino equivale a 3 cucchiaini di acqua, per capire quanto è bagnato il pannolino si può fare la prova e bagnare con 3 cucchiaini un pannolino.
La doppia pesata non è più una pratica consigliata perchè il bambino può mangiare quantità differenti in base al momento della giornata o della sua fame e non indica la quantità effettiva di quello che ha mangiato e che andrà a trasformarsi in peso del bambino.
Le ultime linee guida suggeriscono, sempre che il bambino sia soddisfatto e bagni 6 pannolini e 2-3 scariche al giorno, di pesare il bambino 1 volta al mese e che la crescita minima sia di 500 gr.
Non aiuta pesarlo una volta alla settimana perchè la crescita non segue una linea retta e una settimana può non crescere e crescere il doppio la settimana successiva.
L’allattamento consigliato è quello a richiesta che segue i ritmi e i bisogni del bambino. Le poppate al giorno nei primi mesi di vita possono essere dalle 6 alle 12 con intervalli da 1 ora e mezza a 3-4 ore, a volte se il bambino ha molta sete o è in uno degli scatti di crescita, in cui stimola il seno per aumentare la produzione del latte, l’intervallo può anche essere molto breve.
Il numero delle poppate e quindi anche quello dell’intervallo dipende da come il bambino mangia.
Tutti i bambini sono diversi. Due bambini di 3 mesi allattati al seno potranno avere dei ritmi diversi ed essere pienamente soddisfatti.
Il ritmo delle poppate può essere diverso nei diversi momenti della giornata, alcuni possono poppare più di notte e meno di giorno o viceversa, questo appunto perchè il bambino segue i propri bisogni e in una poppata può mangiare di più e la sua pausa durerà più a lungo e se mangia meno la poppata successiva arriverà prima.
Una cosa da ricordarsi sempre è che il bambino sa perfettamente quanto deve mangiare e ve lo può dire e voi siete sicuramente in grado di capire se il vostro bambino è soddisfatto oppure se ha bisogno di attaccarsi all’altro seno.
Il latte prodotto dal seno cambia composizione, il primo latte che il bambino mangia è più ricco di zuccheri mentre l’ultimo latte della poppata è ricco di proteine e grassi. Come se ci fosse il primo e il secondo.
E’ il bambino a scegliere di cosa ha bisogno: ad esempio d’estate potrà attaccarsi di più perchè ha sete e le poppate saranno brevi perchè in quel momento non ha bisogno del pasto completo.
Si suggerisce di far poppare il bambino da un seno fino a che non si stacca da solo e solo allora proporgli il secondo, sempre che ne abbia voglia.
Per questo non sono necessarie aggiunte di acqua, tisane o simili. Attraverso la poppata il bambino riceve acqua, nutrienti e calmanti.
L’ossitocina e le endorfine che la mamma sente, le sente anche il bambino e la suzione è già un buon calmante come il poter ascoltare il cuore della madre, il profumo della sua pelle che ricorda quello del liquido amniotico e il calore.
Non esistono delle sostanze o integratori che effettivamente aumentano la produzione del latte. L’unico che riesce a fare questo è il bambino aumentando la frequenza delle poppate. Il latte viene prodotto perchè attraverso la suzione del capezzolo viene stimolato un nervo che porta il segnale all’ipofisi che di conseguenza produce due ormoni: l’ossitocina e la prolattina.
L’ossitocina è un ormone che fa contrarre delle cellule muscolari speciali che hanno una forma a stella e che abbracciano gli alveoli che producono il latte (delle specie di sacchettini).
L’ossitocina che viene liberata “strizza” gli alveoli che rilasciano il latte nei dotti lattiferi e quindi il latte fuoriesce più facilmente dal capezzolo.
Capita spesso che all’inizio della poppata ma anche durante questa fuoriesca del latte dall’altro seno oppure quando la donna ha un orgasmo (che fa produrre ossitocina) o quando la madre pensa al suo bambino con affetto.
L’ossitocina è l’ormone dell’amore e può essere prodotto anche quando si hanno pensieri di accudimento verso il proprio bambino.
E’ anche un ormone molto timido e può essere inibito dallo stress, è per questo che l’allattamento può essere difficoltoso se la donna non è in un ambiente tranquillo o è stressata.
La prolattina è l’ormone che induce le ghiandole mammarie (che formano l’alveolo) a produrre latte,questa viene rilasciata dopo la poppata così che quando il seno si è svuotato inizia di nuovo a riempirsi.
Viene prodotta anche senza lo stimolo della poppata e maggiormente di notte.
Per questo i bambini, che lo sentono dalla maggior quantità di latte che trovano la notte, preferiscono le poppate notturne e queste vanno incoraggiate nei primi mesi del bambino e quando si vuole aumentare la quantità di latte.
E’ normale che il bambino di notte si attacchi anche 2-4 volte e si deve appoggiare questo suo comportamento.
Per facilitare le cose il bambino può dormire con la madre in modo che la pausa poppata non disturbi troppo il sonno di entrambi e se il bambino è vicino alla mamma lei potrà riconoscere i segni di fame prima che sia troppo tardi e che il bambino inizi a piangere.
L’alimentazione della donna che allatta più variata è meglio è.
Non ci sono alimenti vietati o dannosi, la donna può mangiare di tutto.
Caffè e alcolici è meglio assumerli a piccole dosi ma per il resto non ci sono limitazioni.
Le cellule delle ghiandole mammarie filtrano molto di più rispetto alla placenta e non si corrono più rischi per alcune malattie per le quali si deve stare più attenti in gravidanza.
I sapori del cibo che la mamma mangia arrivano al bambino attraverso il latte e questo aiuterà poi il bambino quando inizierà ad inserire nella sua alimentazione i cibi solidi. Se già attraverso il latte conoscerà alcuni sapori sarà più facile riconoscerli ed apprezzarli dopo.
Ci sono alcuni consigli pratici che, se applicati, possono dare un forte contributo. Cominciamo col dire che durante la poppata il bambino deve stare in un posizione corretta, in modo da facilitare la suzione.
In questo modo si eviteranno anche eventuali abrasioni o ragadi al seno.
La testa, la schiena e il sederino del neonato devono essere ben allineati, formando una linea retta. La madre deve essere in una posizione comoda e rilassata. Il bambino deve avere il pancino vicino la pancia della mamma.
Il neonato, oltre ad afferrare il capezzolo, deve prendere con la bocca una porzione dell’areola, rovesciando il labbro inferiore verso l’esterno.
Le labbra non devono schioccare perché ciò potrebbe significare che il bimbo sta ingerendo aria.
Quando comincia la poppata, è consigliabile sfiorare la guancia del neonato con il capezzolo, in modo che apra d’istinto la bocca dirigendosi verso il punto giusto.
Le posizioni che possono essere assunte mentre si allatta un neonato possono essere diverse. Si può scegliere la più adatta al proprio caso e alle proprie circostanze senza nulla togliere al buon esito della poppata.
La posizione tradizionale consiste nel mettere il neonato di fianco in braccio o in grembo avendo cura di posizionare la sua bocca in linea con il capezzolo. È una posizione che consente un estremo controllo sul piccolo corpicino ed è consigliata soprattutto per i primi giorni di vita del piccolo.
La presa di transizione si basa sull’utilizzo di un cuscino. Su di esso può essere posizionato il bimbo cercando di tenere il tutto ben fermo.
Questa posizione permette di alleggerire il peso che andrebbe a convergere tutto sul braccio della mamma.
La posizione rugby deve il suo nome al modo in cui la mamma tiene il bambino durante la poppata. La mamma infatti, sorregge il bambino disteso sotto un’ascella, all’altezza dell’avambraccio, proprio come fanno i giocatori di rugby con il pallone e con l’altra mano sostiene la testa del bimbo. Il bambino deve essere posizionato disteso con le gambe verso la schiena della mamma ed il capo di fronte al seno. La mamma deve sorreggere la nuca in modo da aiutare il bimbo ad attaccarsi bene al capezzolo e succhiare correttamente. E’ importante che il corpo del bambino sia rivolto verso quello della mamma. Il volto del bimbo, invece, deve essere rivolto al seno in modo da evitare che il piccolo debba ruotare la testa per succhiare durante la poppata. La mamma, mentre il bambino succhia, deve sorreggere il seno da sotto con l’intera mano e non solo con le due dita come erroneamente si crede.
La posizione rugby è ideale in presenza di ingorgo mammario poichè permette di svuotare al meglio anche i dotti più profondi, favorendo la fuoriuscita del latte. Questa posizione è molto adatta anche quando la mamma ha difficoltà ad allattare a causa di capezzoli troppo grandi, troppo piccoli o piatti; quando il neonato è troppo piccolo o prematuro o se si devono allattare dei gemelli.
Si può decidere di allattare anche da sdraiate. In questo modo il nascituro poggia direttamente sul letto o sul divano e ha davanti a sé il seno della mamma. Optando per questa posizione, si deve fare attenzione a proteggere il lato scoperto del piccolo ponendovi dei cuscini oppure delle coperte arrotolate.
Se, invece, si vuole staccare il bimbo dal capezzolo, bisognerà inserire un dito, per esempio il mignolo, nella sua bocca.
Dopo ogni poppata, è consigliabile sciacquare i capezzoli con un po’ di acqua tiepida oppure utilizzando dei prodotti consigliati dal pediatra, che devono essere presi prima e dopo la poppata.
Questi prodotti non sono fondamentali perché c’è anche chi pensa che possano seccare la cute e poi il capezzolo contiene sostanze che proteggono il capezzolo.