Catania vista dall'alto ha in sé qualcosa di surreale. Si adatta perfettamente alle atmosfere oniriche, inusuali e un po' magiche di 'Una notte blu cobalto', opera prima del regista e sceneggiatore Daniele Gangemi. Un film che farà storcere il naso a qualcuno ma che a me è piaciuto.
Del resto non poteva essere altrimenti. Oltre alle bellissime immagini di Catania, c'era la musica superlativa di Giuliano Sangiorgi (e pure 'Sono guarito' di Francoise, che giusto per non farmi mancare alcunché sono andata a sentire dal vivo dopo aver visto il film), uno spunto di pensiero sulla 'felicità' che deve essere trovata dentro di noi perché nessuno può regalarcela dal di fuori e un attore protagonista, Corrado Fortuna, che fino ai suoi 21 anni giocava a pallavolo a Palermo come centrale.
«Quando ho smesso con la pallavolo ho cominciato a lavorare nel cinema - mi ha raccontato Fortuna -. Però lo dico sempre, per me la pallavolo è stata una ‘madre’, una scuola di vita: le amicizie forti dell’adolescenza, l’avere avuto un allenatore che ha formato il mio carattere attraverso una disciplina che mi aiuta anche nel mio lavoro attuale». «Quando guardo una partita mi vengono i lucciconi - ha continuato -. Confesso che il mio sogno ricorrente è di battere in posto due sul palleggiatore… che sarebbe una cosa allucinante. E quando mi sveglio ho sempre una gran voglia di giocare, sono convinto che i fondamentali li ricorderei ancora bene».
Un mix da brivido per una catanese (a volerci trovare un difettuccio forse c'è un eccesso di intonazione palermitana), innamorata della musica dei Negramaro e del suo leader, che diffida strenuamente da chi le dice 'ti renderò felice', e convinta che la palla è meglio toccarla con le mani facendola passare da una parte all'altra della rete piuttosto che coi piedi.