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La magra di Savina Dolores Massa

Creato il 18 settembre 2014 da Wsf

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La magra si strabica sul cibo dei bastimenti d’oceano

con cristalli per l’acqua dei tramonti e delle lische

mano nella mano canta al suo cane bianco l’innamoramento

che solo le donne sterili esprimono con parole d’osso

 

il cane le parla di un tabacco di Parigi che fumò con il bocchino

della volta da ubriaco sperduto dietro una locomotiva

tra lavande di Provenza già recise per cassetti

abbaia dagli occhi la disapprovazione

al mascara dal volto scivolatole sul collo

abbaia a un pianto strizzato come straccio

abbaia per il gusto d’ascoltarsi e stecca

al ricordo di se stesso abbandono da canile

 

la magra è ingrassata un altro anno

lo dice al cane quando le lecca il fianco di caviglia

e gli dice, Per il tuo compleanno

nel giorno dei fuochi a San Giovanni potrai mangiarmi

iniziando dal farcito di renella nel respiro

di calcolo all’aorta di conati immobili allo stadio detto feto

 

le incoerenze galleggianti nell’alchermes saranno perdonate

per il sapore d’arancia e rose e infanzie da piccole feste

dove le donne serie assaggiavano soltanto quel rosso

in calicetto, le meno serie anche un poco di stregato

 

il cane ama intera la donna col suo disordine di testa

la mangerà con cura scartando di lei soltanto la paura di se stessa.


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