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La maledizione della viaggiatrice e l'oasi incantata/2

Da Silviapare
(Continua da QUI)

La maledizione della viaggiatrice e l'oasi incantata/2

Le colline intorno a Cessole

L'ora persa guidando nella direzione sbagliata ci impedisce di trovarci nelle Langhe per l'ora di pranzo, e così, anche per un certo spirito di autoflagellazione, decido di non meritarmi altro che un panino dell'autogrill. Ora, quelli che cucinano negli autogrill devono essere gli stessi che cucinano sugli aerei, cioè operai alla catena di montaggio che mescolano ingredienti plastificati dalla consistenza sconcertante e dal sapore inesistente. Non c'è nulla dall'aria anche solo vagamente commestibile, neppure l'insalata, vizza e guarnita di finto mais gommoso e pomodorini che ti esplodono in bocca con uno spruzzo di acqua acidula. La pentola del risotto è misteriosamente ricolma di cemento, mentre tra i panini spicca un cotoletta d'epoca che sembra il parente salato della Luisona. Per i vegetariani ci sono due opzioni: il classico caprese al gusto di cartone bagnato e un verdure con melanzane vulcanizzate. E io che sognavo la bagna cauda.
Finalmente arriviamo a Frittole, pardon, Cessole, al bio-agriturismo dove siamo già stati l'altra volta e che ci piace tanto. Dopo una bella passeggiata sulle colline dove incontriamo quasi solo antiche case in rovina e quasi nessun villino del geometra, la sera ci gustiamo finalmente una bella cenetta, durante la quale Mr K riesce a dimenticare il panino con prosciutto in vetroresina consumato a pranzo scofanandosi allegramente un antipasto, tre primi (fra cui due gigantesche porzioni di tagliatelle al ragù) e due secondi. Il giorno dopo, a colazione (la torta di nocciole!), dobbiamo decidere dove andare. Io voglio tornare all'oasi del WWF dove siamo già stati, perché l'altra volta non c'era nessuno a farci da guida. Telefoniamo e stavolta ci sono. Perfetto. Poi si potrebbero visitare le cantine storiche di Canelli, oppure andare a Barolo all'Enoteca Regionale e al Museo del Vino. Il proprietario dell'agriturismo ci avvisa che è meglio telefonare prima alle cantine di Canelli, mentre per Barolo non è necessario, lì ci sanno fare con i turisti ed è sempre tutto aperto. Telefoniamo a Canelli, ci dicono che sono aperti, ma io penso, dai, portiamo Mr K a Barolo, che non c'è mai stato.(2. Continua)

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