C’è un non so’ che di perverso nelle primarie del Pd. Perché se un indizio è solo un indizio e già due fanno una prova, quando gli indizi superano la decina se si andasse a processo il colpevole si piglierebbe l’ergastolo. C’è un non so che di miope e di autolesionista nelle scelte del Pd di candidare un personaggio al posto di un altro, quasi una voglia matta di tafazzizzarsi che lo costringe ogni volta a fracassarsi le palle con una serie impressionante di legnate. C’è la sensazione che i dirigenti del Pd vivano una realtà tutta romanocentrica, e che di quanto accade nel resto dell’Italia gli importi poco o nulla, visto che applicano modelli perdenti, da pseudo centralismo democratico, come se alla guida del partito ci fossero ancora Palmiro Togliatti o Enrico Berlinguer. Nelle grandi città le scelte dei candidati del partito di PiergigiBersani sono state schizofrenicamente devastanti, quasi fossero improntate e destinate più a governare piani regolatori che comunità di donne e di uomini. Milano, Napoli, Cagliari, Genova e ora Palermo rappresentano bocciature non solo di candidati ma anche di una linea politica ondivaga, fatta di singulti e passi indecisi, di scelte strategiche incomprensibili, di voglia di “Centro Casiniano” che Dio se li porti via. E se ci riflettiamo un momento forse vale la pena di ricordare come Matteo Renzi non fosse la prima scelta del Pd per Firenze e che a Roma ebbero la faccia tosta di presentare lo 0,0001 per cento di Francesco Rutelli il quale, dopo quell’esperienza, lasciò il Pd per fondare l’Api. La sensazione è che non decidendo Bersani da solo chi candidare e chi no, gli altri del “gruppo delle meraviglie” pidino facciano apposta a candidare perdenti pur di farlo fuori: il 2013 è vicino e la voglia di leadership è tanta e forte. Ci dispiace e ci amareggia che Rita Borsellino abbia perso le primarie a Palermo. Nonostante la pregiudiziale dell’età, come qualcuno dei suoi antagonisti ha fatto amabilmente osservare, la sorella del giudice Paolo rappresenta ancora un simbolo vivente della lotta alla mafia e di onestà intellettuale, per cui questo è forse l’unico caso in cui la scelta del Pd ci era parsa coerente. Ma poi è arrivato Fabrizio Ferrandelli, cacciato dall’Idv da Leoluca Orlando, che si è ritrovato dalla sua parte un ampio parterre di sponsor che gli hanno tirato la volata, composto da personaggi che vanno da Sonia Alfano a Giuseppe Lumia e Totò Cardinale che sono i pidini che tengono in piedi il governo di Raffaele Lombardo. Cosa ci faccia Sonia Alfano con loro non lo sappiamo e a questo punto non ci interessa saperlo, quello che immaginiamo è che essendo in rotta di collisione con il suo partito, la Alfano abbia deciso di appoggiare Fabrizio Ferrandelli solo perché vittima sacrificale di Leoluca Orlando. Eppure, proprio come a Napoli, a sostenere la Borsellino c’erano le forze che dovrebbero governare il paese in caso di vittoria del centrosinistra: Pd, Idv e Sel. Non vorremmo che questa fosse l’ennesima dimostrazione di quanto a una parte consistente del Pd non sia ancora andata giù la foto di Vasto e che, pur di dimostrare che a sinistra non si vince, preferiscano perdere in situazioni locali e vincere, con l’Udc e con Casini, a livello nazionale (che Dio li fulmini). Cresciuti all’ombra del Pci che fu, non ci sorprenderebbe insomma che D’Alema e Veltroni, in gran segreto, remino contro ogni alleanza di centrosinistra per dimostrare che è possibile vincere solo con un democristiano doc. Quello che ci rattrista è che purtroppo né D’Alema né Veltroni né Bersani sono Berlinguer e che il Pierfy non è minimamente paragonabile a Aldo Moro.
Magazine Politica Italia
La maledizione delle primarie del Centrosinistra. Bersani è disperato:”Porco boia manco la Borsellino”.
Creato il 05 marzo 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
C’è un non so’ che di perverso nelle primarie del Pd. Perché se un indizio è solo un indizio e già due fanno una prova, quando gli indizi superano la decina se si andasse a processo il colpevole si piglierebbe l’ergastolo. C’è un non so che di miope e di autolesionista nelle scelte del Pd di candidare un personaggio al posto di un altro, quasi una voglia matta di tafazzizzarsi che lo costringe ogni volta a fracassarsi le palle con una serie impressionante di legnate. C’è la sensazione che i dirigenti del Pd vivano una realtà tutta romanocentrica, e che di quanto accade nel resto dell’Italia gli importi poco o nulla, visto che applicano modelli perdenti, da pseudo centralismo democratico, come se alla guida del partito ci fossero ancora Palmiro Togliatti o Enrico Berlinguer. Nelle grandi città le scelte dei candidati del partito di PiergigiBersani sono state schizofrenicamente devastanti, quasi fossero improntate e destinate più a governare piani regolatori che comunità di donne e di uomini. Milano, Napoli, Cagliari, Genova e ora Palermo rappresentano bocciature non solo di candidati ma anche di una linea politica ondivaga, fatta di singulti e passi indecisi, di scelte strategiche incomprensibili, di voglia di “Centro Casiniano” che Dio se li porti via. E se ci riflettiamo un momento forse vale la pena di ricordare come Matteo Renzi non fosse la prima scelta del Pd per Firenze e che a Roma ebbero la faccia tosta di presentare lo 0,0001 per cento di Francesco Rutelli il quale, dopo quell’esperienza, lasciò il Pd per fondare l’Api. La sensazione è che non decidendo Bersani da solo chi candidare e chi no, gli altri del “gruppo delle meraviglie” pidino facciano apposta a candidare perdenti pur di farlo fuori: il 2013 è vicino e la voglia di leadership è tanta e forte. Ci dispiace e ci amareggia che Rita Borsellino abbia perso le primarie a Palermo. Nonostante la pregiudiziale dell’età, come qualcuno dei suoi antagonisti ha fatto amabilmente osservare, la sorella del giudice Paolo rappresenta ancora un simbolo vivente della lotta alla mafia e di onestà intellettuale, per cui questo è forse l’unico caso in cui la scelta del Pd ci era parsa coerente. Ma poi è arrivato Fabrizio Ferrandelli, cacciato dall’Idv da Leoluca Orlando, che si è ritrovato dalla sua parte un ampio parterre di sponsor che gli hanno tirato la volata, composto da personaggi che vanno da Sonia Alfano a Giuseppe Lumia e Totò Cardinale che sono i pidini che tengono in piedi il governo di Raffaele Lombardo. Cosa ci faccia Sonia Alfano con loro non lo sappiamo e a questo punto non ci interessa saperlo, quello che immaginiamo è che essendo in rotta di collisione con il suo partito, la Alfano abbia deciso di appoggiare Fabrizio Ferrandelli solo perché vittima sacrificale di Leoluca Orlando. Eppure, proprio come a Napoli, a sostenere la Borsellino c’erano le forze che dovrebbero governare il paese in caso di vittoria del centrosinistra: Pd, Idv e Sel. Non vorremmo che questa fosse l’ennesima dimostrazione di quanto a una parte consistente del Pd non sia ancora andata giù la foto di Vasto e che, pur di dimostrare che a sinistra non si vince, preferiscano perdere in situazioni locali e vincere, con l’Udc e con Casini, a livello nazionale (che Dio li fulmini). Cresciuti all’ombra del Pci che fu, non ci sorprenderebbe insomma che D’Alema e Veltroni, in gran segreto, remino contro ogni alleanza di centrosinistra per dimostrare che è possibile vincere solo con un democristiano doc. Quello che ci rattrista è che purtroppo né D’Alema né Veltroni né Bersani sono Berlinguer e che il Pierfy non è minimamente paragonabile a Aldo Moro.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Oggi è la giornata mondiale della celiachia: inizia la Settimana Nazionale...
Oggi è la giornata mondiale della celiachia. Per questo l’Associazione Italiana Celiachia Onlus ha scelto di lanciare la Settimana Nazionale proprio nel... Leggere il seguito
Da Antonioriccipv
POLITICA, POLITICA ITALIA -
Il nuovissimo Vademecum elettorale per italioti
Vedere Renzi illustrare la “buona scuola” alla lavagna con i gessetti colorati è stato illuminante. Lo sciupatello è tanto ardito quanto egocentrico. L’impresa... Leggere il seguito
Da Postik
POLITICA ITALIA, SOCIETÀ -
Dopo le pensioni, il prossimo 23 giugno la Consulta potrebbe sbloccare stipendi ...
Il 23 giugno prossimo, si riunisce la Corte Costituzione con all'ordine del giorno il rinvio alla pronuncia domandato dal Tribunale di Roma su ricorso delle OOS... Leggere il seguito
Da Lavoratore Del Pubblico Impiego Blog
ATTUALITÀ, POLITICA ITALIA, SOCIETÀ -
Scontri di Milano e giovane studente del pavese inguaiato dal giornalista...
E va beh! Al ragazzo piace il bordello e starci dentro (unico concetto che ha espresso chiaramente e ripetutamente). Ha provato emozioni. Ha avuto i suoi... Leggere il seguito
Da Brizigrafo
POLITICA, POLITICA ITALIA -
Il 5 maggio, l'unione fa la scuola
Aosta, Bari, Cagliari Catania, Milano, Palermo, Roma, tutti contro Renzi. L'unione fa scuola, sono sette le manifestazione dello sciopero generale che il 5... Leggere il seguito
Da Lavoratore Del Pubblico Impiego Blog
ATTUALITÀ, POLITICA ITALIA, SOCIETÀ -
1° maggio: Pozzallo ponte tra culture e religioni, Bagnoli eloquenza del...
Tutta improntata alla retorica della solidarietà e dell'accoglienza la Festa del Primo Maggio di quest'anno per Cgil, Cisl e Uil. Leggere il seguito
Da Lavoratore Del Pubblico Impiego Blog
ATTUALITÀ, POLITICA ITALIA, SOCIETÀ




