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La Malpenga – Ronco Biellese – un tesoro da scoprire.

Da Chiara Lorenzetti

Ci sono luoghi privati nei quali accedervi è impossibile.
Villa La Malpenga è uno di questi. Arroccata sulla collina di Vigliano Biellese, svetta visibile da ogni parte, con la torre in mattoni rossi e l’intonaco del palazzo, in colore ocra caldo. La sua sagoma è nota a tutti i biellesi, che non sanno sottrarsi al fascino del fasto e della ricchezza, ma pochi hanno avuto la fortuna di potervi accedere, conoscere il parco, le stanze, toccare i muri da vicino, assaporarne il passato e la mondanità passata, in essa riposta.

Occasione per la visita è stata la manifestazione “Gli orti della Malpenga”, tenutasi nei giorni 20 – 21 settembre 2014. 

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Chi vive nel Biellese ha sempre visto La Malpenga; i primi cambiamenti che la porteranno ad essere quella di oggi avvengono all’inizio del 1800, su esistenti cascine di proprietà della famiglia Malpenga.
Nei primi anni del 1800, vi si trasferisce da Torino il conte Giuseppe Fantone, ritiratosi a vita privata per motivi legati ai moti risorgimentali del 1821. La moglie Lydia non volle perdere il tenore di vita di Torino e iniziò lavori importanti di ristrutturazione dell’edificio e la costruzione del parco.

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Ma è nel 1861, con l’avvento del nuovo proprietario, Giovan Battista Biglia, fervido impresario edile biellese, che la villa e il parco assumono caratteristiche imponenti e di grande architettura. Vengono chiamati i progettisti Riccio e Vellati di Torino, per la Villa e per Il parco, all’inglese, i fratelli Roda, gli architetti della Real Casa, e in particolare Giuseppe Roda.

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Il parco è pensato per accogliere passeggiate romantiche e convegni di lavoro, con viottoli  in ghiaia e alti fusti. Viene ricreato un laghetto, con una grotta e una barchetta per attraversarlo ( ora prosciugato)

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Ad ogni angolo statue in marmo e pietra sorprendono il visitatore.

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Non vi è distinzione tra natura ed arte: tutto è armonia

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Pare quasi di perdersi in un mondo sconosciuto e distante dal presente.

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La Villa accoglie i suoi ospiti con padronanza e rispetto. E’ un invito curato, sebbene il tempo stia lasciando segni vistosi sugli intonaci e sulle finestre.

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La Villa, di proprietà, è chiusa ai visitatori, ma sbirciando dalle finestre socchiuse, si può cogliere la vita che scorre, le tende vissute; si può sentire la musica echeggiare dalla sala da ballo, i passi affrettati della servitù.

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Se sorprende l’ingresso, sappiate che è poca cosa rispetto al fronte della Villa, adagiata su di una balconata da cui ammirare il panorama di Vigliano Biellese.

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Un’altra visuale, così come siamo abituati a vederla dal basso ergersi nella sua bellezza.

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Nel 1934 la proprietà passa a Vittorio Buratti, industriale biellese nel settore tessile. Si prese cura della casa e del parco, fece costruire la rimessa per le auto, il campo da tennis e abbellì il parco con statue.

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Vittorio Buratti, uomo di grande acume, convinto assertore del “made in Italy”, animato da spinte verso l’estero, viaggiò molto e dai suoi viaggi, di ritorno alla Malpenga, portò svariate semenze di INSALATE.
Pare strano collezionare insalate, ma Vittorio Buratti ne fece una vera passione, con la quale allietò i suoi amici e commensali.
Passione che ancora oggi viene portata avanti, e la manifestazione che ha permesso la visita al parco e alla Villa della Malpenga, ne sono testimonianza.

Chiara

Tutte le informazioni contenute nel post sono prese dal sito lamalpenga
Le fotografie sono personali


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