Ci sono appuntamenti e appuntamenti e quello della mamma casalinga è uno dei miei preferiti nonostante, meno male o no in base anche alle disavventure trascorse, non sia poi così frequente.
La prima volta che ho parlato della mamma casalinga che è in me, e che tra l'altro da quando sono bismamma è anche spesso e volentieri "andata in vacanza per svogliatezza", si parlava di bucato stinto. La mia prima esperienza con bucato macchiato ricordo perfettamente che fu terribile, ingestibile e quasi incontrollabile.
Mi inventai la soluzione per far tornare i capi al loro splendore originale e, anche se delle volte mi chiedo ancora come ci sia riuscita, continuai a mantenere quel "metodo di Giada" imbattibile per tutte le volte successive. Questo perché ovviamente non contenta di aver rovinato i panni una volta sola, visto che fino a quel momento non vi erano mai stati episodi, ho voluto recuperare il tempo perso creandone di successivi.
Oltre alla lavatrice, all'aspirapolvere e al ferro da stiro, un'altro imbattibile elettrodomestico che ho la fortuna di avere è proprio la lavastoviglie. Da quasi un anno una degli alleati che in casa adoro di più è diventata come la mia migliore amica: affidabile, sicura, precisa ma soprattuttutto come un ospite gradito non sporca, non fa rumore e ti aiuta in casa!
Da quando c'è lei la mia vita è cambiata, in meglio, soprattutto da dopo l'arrivo di Vincy.
Il tempo infatti è spesso mancato anche per la mia voglia zero di occuparmi della casa cattiva gestione, unita anche all'arrivo del mio piccolo mangiaminna (soprannome dato all'inizio della nostra avventura insieme).
Dai primi mesi di vita di Vincy in realtà la sua voglia di latte materno non è affatto cambiata anche se le poppate sono decisamente meno frequenti, ma in compenso se prima non mi dava modo di avvicinarmi al lavandino per lavare un bicchiere, adesso invece con la scusa dello svezzamento, contribuisce pienamente al consumo e all'uso della lavastiviglie. E proprio quando ho trovato una meravigliosa alleata in casa, ecco che iniziano i primi bloblemi che si definiscono meglio nel nome di Cesare.
Soprattutto con la lavastoviglie ha però un amore profondo: mi assiste quando la riempio, mi aiuta a far scorrere mille e mila volte i cestelli avanti e indietro per riempirla di stoviglie sporche ma quello che adora più di tutto, è sicuramente la vaschetta del detersivo.
Ogni qual volta che apro il portello infatti, lui è già pronto a chinarsi per aprire e chiudere con quel visino impiccione lo sportellino del detersivo allorché mi chiedo, ma un meccanismo più a prova di bambino no? La colpa non è la mia se mio figlio ama aiutare la mamma ed è vero che sono multitasking ma ancora non ho imparato, nel mio vasto e capiente bagaglio del saper fare tutto (viva la modestia) anche il dono dell'obiquità. È vero anche che non viviamo in un castello e che la distanza tra il tavolo da pranzo e la lavastoviglie non è immensa (circa un metro o poco più) ma, e le mamme lo confermeranno, è una distanza abbastanza ampia da permettere ai mio figlio di combinare disastri nella frazione di secondo nella quale ci si distrae un attimo nel prendere un piatto.
Oggi infatti tutte le più grandi marche di elettrodomestici consigliano un brand in particolare di detersivi e, anche se ancora non ne ho capito bene il criterio di selezione, la mia ad esempio che è un modello del brand Indesit, proprio nell'apertura del portello ha un adesivo che mi ricorda costantemente di utilizzare il detersivo lavastoviglie Finish. Al primo utilizzo avevo quindi un indicazione sulla marca, ma che tipo di prodotto dovevo utilizzare? Nel momento esatto in cui andare a fare per la prima volta acquisti per il lavaggio dei piatti mi trovai davanti una muraglia di prodotti e posso dire con certezza che la scelta dell'abito del matrimonio fu meno ardua.
Da novellina della lavastoviglie avevo anche chiesto qualche info ad amiche che ne hanno una da più tempo di me e, una di queste tra l'altro blogger anche lei, mi aveva iniziato ad una cultura sul detersivo in pastiglie piuttosto che quello in polvere e viceversa, in base a quello che aveva imparato con i consigli di un bravissimo tecnico.
Unendo queste informazioni al fatto di voler riuscire a mantenere in vita la mia per almeno vent'anni e vedendo la grande passione di mio figlio nel voler farla invece durare molto meno ho cercato qualche alternativa.
Sembrava che la tipologia in polvere fosse quella che "rovinava di meno" i vari meccanismi e probabilmente sarà anche vero, ma come la mettevo con il mio bimbo che apriva e chiudeva in continuazione sia lo scomparto del detersivo che lo sportello dell'elettrodomestico? Nella fase dei terribili due infatti non bisogna mai, MAI dire di no ad un bambino perché facendolo sei certa che quella cosa negata, te la farà di proposito! E la paura che ingerisse per dispetto il detersivo oltre che a combinare un qualsiasi altro danno era tanta.
Me ne sono quindi fregata dei collanti che usano per compattare le pastiglie e siamo passati a quelle dopo aver provato per pochissimo tempo la versione in polvere: indubbiamente più comodi e completi, non lasciano residui di nessun tipo, lasciano persino la lavatrice pulita e, soprattutto sono a prova i bimbo!
Si perché capita che Cesare rovisti sotto il lavandino della cucina dove tengo i detersivi (che d'altronde devono avere un loro posto, non li posso certo far volare) e con il tacco del detersivo in polvere chiuso da una semplice molletta ho rischiato più volte la neve in giro per casa. Con i tabs sigillati singolarmente invece, ho molto più ordine, non rischio di ritrovarmi la polvere del detersivo ovunque e in più, mio figlio ancora non li sa aprire.
Per il momento quindi il pericolo Cesare sembra stato messo alle strette ma se penso che quando finirà questo suo amore per le cose che fanno disperare la mamma, dovrò ripartire da zero con il piccolo Vincy, ho come la sensazione che i miei capelli bianchi nei prossimi due anni aumenteranno considerevolmente.
Seguimi anche su Facebook e negli altri canali social di MammaCheVita