Il decreto del tribunale era molto atteso dalla giovane mamma che sperava di riavere la figlia, ormai in affido dal 2009. Una serie di problemi personali e familiari, anni difficili, poi però l’affido come in altri casi, sembra non finire mai. Il tribunale, tenendo conto della relazione dei servizi sociali di Cremona, assai importante in questi casi perché è solitamente considerata il principale “sensore” del tribunale verso il mondo esterno, ha rinnovato l’affidamento per altri due anni. In tutto quindi saranno cinque anni di lontananza della madre.
Umanamente, non sono troppi per una bambina di sette anni? I due anni non sono già molti, anche per la legge? Perché è così facile che si rinnovino?
Il decreto del tribunale, tra le altre, presenta anche una motivazione che lascia perplessi: “Le esperienze precedenti di affidamento della bambina sono fallite a causa della scarsa collaborazione della madre per non aver spinto la bambina sufficientemente a stare all’interno delle famiglie affidatarie”.
La bambina ha sette anni ed è già stata affidata a diverse famiglie. Dall’esterno è impossibile entrare nel merito: il tribunale fruisce di informazioni ampie, tuttavia è legato alla relazione dei servizi sociali comunali.
E’ qui che il problema si pone. E’ stato discusso a Crema, con l’intervento del capogruppo di Rifondazione Mario Lottaroli (cliccare qui), e probabilmente meriterebbe di essere analizzato anche a Cremona.
La famiglia affidataria riceve mille euro al mese, di più se, come a Crema, interviene l’associazione: non è questa però necessariamente quella economica la soluzione migliore. Come sostenuto da Mario Lottaroli ci sono altri modi per aiutare le famiglie in crisi: ci possono essere casi più gravi e meno gravi e a volte forse un aiuto economico di breve durata può essere da un lato prezioso per tenere unita una famiglia e dall’altra meno dispendioso per lo Stato. Le famiglie affidatarie poi si uniscono in associazioni e riescono ad avere un “peso contrattuale” maggiore nei confronti dei servizi sociali dei Comuni, specialmente di quelli piccoli.
L’argomento è aspro poiché riguarda la vita di non pochi bambini. E per questo, da un punto di vista umano, ci si può solo augurare che gli affidi diminuiscano.