LA MANIA DI ETICHETTARE TUTTI
Se dici che aver votato la “nipote di Mubarak” è un’indegnità, devi essere per forza anti berlusconiano.
Se sostieni che Bersani è stato un disastroso leader per il PD, ce l’hai con il PD.
Se sostieni un segretario di un partito di sinistra, sei un comunista.
Se tenti di dire che un gruppo parlamentare non può essere pilotato da uno che manda istruzioni via Internet tramite il proprio blog/azienda, sei un corrotto membro della casta terrorizzato dal nuovo che avanza.
Si arriva alla variazione popolare del “puoi dire ciò che vuoi ma comunque i tuoi amici sono peggiori”, “il tuo partito non vale niente”, “il segretario è un invertebrato”, “non è mai stato un leader”, “sono tutti uguali” e così via.
Poi l’uso continuo di parole con lo scopo di tappare la bocca: la casta, perché si siede in parlamento, l’inciucio, quando si cerca di dialogare, la demonizzazione e mai il rispetto di chi non la pensa allo stesso modo, il massacro della persona con lo scopo di infangare la vita o la famiglia o il successo della persona stessa.
Al Senato è stato eletto Presidente il procuratore Aldo Grasso, non sono mancate le immediate contro informazioni: “Ma è uno che ha applaudito Berlusconi”. Alè subito etichettato. Alla Camera è stata eletta Laura Boldrini, anche lei immediatamente percepita come l’amica degli immigrati e quella che riceve gli zingari in parlamento.
Persino quando è stato eletto il nuovo papa, c’è stata la corsa all’infangamento: “Sì però è stato a pranzo con Vileda”, il dittatore sanguinario argentino, quello dei desparesidos. Ecco che gli infangatori di mestiere hanno messo l’etichetta anche a lui.
Questa cosa è diventata insopportabile, sia nei talk show ormai diventati una fabbrica di litigi, o uno sfogo di rancori, per non parlare di Internet, dove appena si dice qualcosa a favore o contro qualcuno, si viene etichettati come antidemocratici, ignoranti, e se sei una donna, è meglio che parli di fiori piuttosto che di politica.
Questo sistema è drasticamente peggiorato negli ultimi tempi, in particolare con l’arrivo della cosiddetta novità grillina. I nuovi arrivati armati di indignazione contro tutti, sputano sul piatto dove loro stessi mangiano e non sanno che comunque anche loro, con la loro esibita superiorità morale stanno diventando casta. Una casta di insopportabili.