I cereali non sono un alimento molto adatto per l’uomo, quantomeno nella forma in cui vengono per lo più consumati al giorno d’oggi: prodotti da forno a base di farina raffinata (e quindi priva di molte sostanze benefiche presenti nei chicchi integrali) macinata diverse settimane prima della cottura (e quindi deprivata di altri elementi nutritivi a causa dell’ossidazione che si compie nel giro di 15 giorni dalla frantumazione del chicco), conservata generalmente per mezzo di additivi che impediscono che in essa si formino grumi o che in essa e spesso cotta diverse settimane prima che le persone la mangino.
Per altro nei prodotti confezionati (siano essi biscotti, torte, merendine, crakers o altro) spesso oltre alla farina troviamo zucchero bianco, conservanti e vitamine artificiali (il nostro corpo non sempre riesce a riconoscere ed assimilare le vitamine artificiali che potrebbero essere persino dannose) che vengono aggiunte proprio perché il processo di lavorazione appena descritto rende la farina povera di molti elementi nutritivi. Inoltre, affinché nella farina non proliferino insetti (molti sono ghiotti di farinacei) e non si formino grumi, vengono spesso aggiunti dei conservanti chimici.
Di conseguenza il migliore metodo per mangiare cereali dovrebbe essere quello di mangiarli direttamente in chicchi o appena macinati a casa, purché siano cereali integrali biologici (il chicco di cereale se non è integrale è carente di molte sostanze nutritive, ma se è integrale e non biologico conserva quella parte esterna del chicco che più viene a contatto con i prodotti chimici utilizzati in agricoltura).
Detto questo resta pur vero che, se da una parte i cereali cucinati non sono un cibo molto naturale (l’uomo non è certo nato con la pentola in mano) le popolazioni che per secoli hanno mangiato prodotti a base di cereali integrali macinati abbastanza di fresco hanno mantenuto spesso una salute invidiabile. Non a caso il declino della salute nel mondo occidentale è iniziato intorno al 1600, quando da una parte è arrivato zucchero a buon mercato proveniente dalle piantagioni americane, e dall’altra si è iniziata a diffondere l'abitudine di raffinare sempre di più i cereali. Dal punto di vista epidemiologico è proprio in quel periodo storico che si osserva la sempre maggiore diffusione di carie e diabete, malattie prima assai rare, e di cui si ammalavano per lo più quei ricchi che erano sregolati col cibo ed eccedevano coi dolci (ad esempio nell'antico Egitto certe malattie di manifestavano solo tra i ricchi che mangiavano in abbondanza dolci a base di miele e datteri).
Una dieta senza cereali e senza vegetali amidacei può in molti casi essere curativa (specie se associata a frutta fresca, verdura e probiotici), ma secondo l’esperienza della scuola Kousmine molte malattie tipiche della nostra civiltà occidentale (e che sono assenti nelle popolazioni primitive che conservano uno stile di alimentazione tradizionale) possono essere guarite anche se si continuano a mangiare cereali, purché i cereali siano integrali, biologici, cucinati in chicco o appena macinati a casa. Anche il dottor Ferenc Holecz d’altronde segue lo stesso principio, seppure con alcune indicazioni particolari sul modo di cucinare i cereali (tostare i chicchi 2/3 minuti prima della cottura in una zuppa vegetale).
Secondo la dottoressa Kousmine e la sua scuola, per guarire dalle proprie patologie occorre una dieta semplice a base di cibi freschi e genuini (niente cibi processati, confezionati), una buona pulizia intestinale con gli enteroclismi (con acqua tiepida e camomilla), la regolazione del ph del corpo (tramite controllo giornaliero del Ph urinario ed eventuale assunzione di citrati o bicarbonati) e, soprattutto nei primi tempi, un'integrazione vitaminica.
Il consumo di cereali (integrali e biologici) è ammesso purché vengano mangiati:
Per approfondimenti sul metodo Kousmine consiglio il sito http://www.kousmine.net/ (dove trovate pure l'elenco dei medici della scuola Kousmine - l'elenco è incompleto) e la lettura dei libri
Il limite più grosso della scuola Kousmine è quello di non avere focalizzato abbastanza l’attenzione sulla disbiosi intestinale; infatti per certe malattie auto-immuni la dottoressa Kousmine e la sua scuola utilizzano dei particolari vaccini (ben diversi da quelli abitualmente utilizzati come prevenzione delle malattie, si tratta di una sorta di "vaccini" da utilizzare come terapia e non come prevenzione). Le malattie per le quali questa cura dei vaccini sarebbe utile sono proprio quelle che invece secondo gli studi della dottoressa Campbell si potrebbero guarire con la dieta GAPS (che esclude cereali e vegetali amidacei come le patate); per altro l’impiego di tali vaccini sarebbe utile per quei casi che non rispondono totalmente agli altri quattro pilastri della cura Kousmine (dieta, pulizia intestinale, integrazione vitaminica, riequilibrio del Ph urinario).
È facile immaginare come un percorso di guarigione che non preveda l’esclusione almeno temporanea di cereali e vegetali amidacei (come le patate) difficilmente possa portare ad una totale guarigione i casi più gravi di disbiosi intestinale. Le persone che soffrono di tale disturbo digestivo infatti non riescono a digerire correttamente i cereali, e i residui incompleti di tale digestione costituiscono fonte di nutrimento per i microbi patogeni, proprio quei microbi le cui tossine sono spesso all’origine della malattia. Associare il metodo Kousmine al consumo di alimenti permessi dalla dieta GAPS probabilmente permettere una guarigione più rapida e rendere inutile la pratica dei vaccini.
Del resto se la causa profonda della malattia è la disbiosi intestinale sarebbe più sensato guarire tale disbiosi piuttosto che cercare di "insegnare" al sistema immunitario di non aggredire il proprio stesso corpo, anche perché una disbiosi intestinale non perfettamente guarita può essere una continua fonte di problemi. Si pone lo stesso problema con quei rimedi allopatici (vaccini contro l'allergia) omeopatici o omotossicologici che possono limitare o eliminare alcune manifestazioni fastidiose senza però risolvere la disbiosi intestinale che, come mostra in maniera documentata la dottoressa Campbell, ne è quasi sempre la causa profonda.
Dal canto suo la dottoressa Campbell non ha focalizzato abbastanza la sua attenzione sulla pulizia intestinale, campo nel quale il protocollo Kousmine potrebbe essere molto utile, e si è limitata a fornire poche indicazioni su come regolare la propria dieta una volta che si è guariti. La dottoressa Campbell consiglia, dopo la guarigione, di mangiare per lo più alimenti che rientrano nella dieta GAPS, senza però dare molte indicazioni sugli altri cibi; il regime dietetico Kousmine forse potrebbe essere un utile strumento per mantenere la salute acquisita, ed i consigli sulla modalità di assunzione dei cereali della scuola Kousmine potrebbero essere delle buone indicazioni da seguire quando si ha voglia di mangiare un tale cibo.
Altre indicazioni utili per avviare un percorso di guarigione con metodi naturali potrebbero venire dagli studi sulla correlazione tra dieta e gruppo sanguigno, che nessuna delle due scuole mediche (Kousmine e Campbell) hanno mai approfondito. Ovviamente non si contano gli esperti della medicina ortodossa che tacciano di bufala queste ricerche sul rapporto tra dieta e gruppo sanguigno, ma le critiche che ho letto sono molto generiche, sebbene sicuramente si aspettano studi scientifici (che purtroppo l'establishment ufficiale difficilmente farà).
Intanto credo sia opportuno riflettere sul fatto che la dieta consigliata dalla dottoressa Campbell (a base di frutta verdura e molte proteine e grassi animali) è fin troppo simile alla dieta raccomandata per le persone di gruppo sanguigno 0, che è poi uno dei due gruppi sanguigni più diffusi sulla terra, mentre la dieta consigliata dalla dottoressa Kousmine è alquanto simile alla dieta consigliata per le persone di gruppo sanguigno A, l’altro gruppo maggioritario che sarebbe tendenzialmente vegetariano.