banconote
Il Senato ieri sera ha approvato il decreto legge del 13 agosto contenente disposizioni urgenti in tema di economia, in un clima di tensioni, con il Senato, Palazzo Chigi e la residenza romana del Presidente del Consiglio presidiati da un imponente presenza di forze dell’ordine, è passato il via libera al Senato tra le serrate critiche dell’opposizione e qualche malumore interno alla maggioranza.
L’Iva sale di un punto percentuale, il contributo di solidarietà sarà dovuto solo da una piccola parte della popolazione dato che sono stati innalzati i parametri reddituali, la riforma delle pensioni scatterà dal 2014, il carcere per gli evasori è limitato ad una strettissima cerchia di persone che hanno volumi di affari imponenti ed in più sono previsti tagli alla spesa pubblica con il Governo che si appresta ad emanare un disegno di legge sui tagli alle Province.
Queste sono in linea di massima alcune misure così come approvate dal Senato, mancano riforme strutturali e si sente questa pressione di dover raggiungere il pareggio di bilancio in tempi non lunghi e in attesa di nuove teorie economiche, il mezzo per raggiungere questo fine è il più antico: tagliare le spese, il chè significa sacrificare dei servizi per i cittadini.
Oggi si parla dei tagli alla spesa pubblica e non ci ricordiamo che questo termine ci viene proposto nelle imminenze di ogni manovra finanziaria, sono anni di tagli; evidentemente o non erano sufficienti e ne servivano degli altri o la politica dei tagli è ora che vada in pensione e qui sta il punto cruciale: allo stato attuale non sembra esserci un modo diverso di fronteggiare le situazioni economiche di un Paese.
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