E così, il 13 agosto, il Consiglio dei Ministri ha varato un nuovo decreto legge che presenta ulteriori modifiche tese a tagliare la spesa pubblica per cercare di far quadrare i conti dello Stato.
Il fine ultimo è di ottenere il tanto auspicato pareggio di bilancio e per fare questo sono aumentati i tagli alla spesa pubblica e ci sarà un aumento delle tasse soprattutto per le fasce medio basse della popolazione, è prevista, inoltre, la soppressione di molti enti pubblici e il diktat di non contrarre nuovi debiti.
Tutto questo porterà, secondo le stime, a raggiungere il pareggio di bilancio e a convincere gli investitori a comprare titoli di debito italiano.
I fini sono lodevoli e auspicabili e i tagli sembrano essere assolutamente necessari, ma ci sono vari ma che offuscano questa manovra.
E’ l’ennesimo provvedimento normativo su un settore così delicato, i tagli alla spesa sono pesanti e le ricadute sulla vita dei cittadini saranno notevoli, tutto questo non deve essere sfuggito agli stessi promotori di questo decreto che si sono affrettati a rimarcare che il provvedimento, nei passaggi alle Camere, potrebbe subire delle modifiche così come, nell’ambito della stessa maggioranza, si sono registrate una serie di malumori; l’aumento dell’Iva e il contributo di solidarietà sono misure impopolari e la sensazione è quella di voler scaricare sul Parlamento l’approvazione di misure così dure.
La situazione è in continua evoluzione e il fatto stesso che il Governo in un periodo di ferie abbia assestato un altro duro colpo nel segno dell’austerity e del sacrificio per molti italiani è la prova di un malessere economico e sociale sempre più diffuso.
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