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La marche - Nabil Ben Yadir (2013)

Creato il 15 novembre 2014 da Lakehurst
(Id.)
Visto al Festival di Cinema Africano (in concorso), in lingua originale sottotitolato.
La marche - Nabil Ben Yadir (2013)Tratto dalla vera storia di un gruppo di ragazzi, nati da genitori algerini, che si misero in marcia dalla periferia di Marsiglia fino a Parigi dove furono ricevuto da Mitterand e ottennero seguito ad alcune delle richieste fatte.
Il film è uscito l'anno scorso in Francia per il trentennale della marcia; e pare abbia suscitato più critiche che elogi dato che sono stati inseriti personaggi inesistenti nella realtà e sono stati aggiunti eventi mai accaduti. Beh questo sinceramente non è il difetto peggiore.
In questa furia drammatizzante viene fatto tutto quello che si può per essere giovanilistico ed enfatico. Una serie di personaggi carini, il protagonista che è già moralmente come Gandhi fin dalla prima scena, amore fra noi ggiovani, un prete che combatte di fianco a noi senza mai parlare di religione, una serie di background dove chi è stato in prigione c'è stato per motivi condivisibilissimi, una ragazza a cui incidono una svastica sulla schiena e una che è lesbica; ah già c'è pure Debbouze che fa il simpatico e  tenero picchiatello e un anziano razzista che darà una mano più di tutti gli altri.
A questo ci si può aggiungere che la psicologia dei personaggi si limita alla copertina, il pallido tentativo di evoluzione si limita alla superficie dei due personaggi più in vista; i problemi incontrati che si superano tutti senza mai mostrare come.... e non intendo citare la fotografia hipster desaturata.
Yadir però non ha dimenticato come si fa a dirigere un film (dopo aver fatto quel piccolo film impeccabile e molto tecnico di "Le barons"), rimane più invisibile del solito, ma mettendoci comunque in mezzo una serie di idee molto personali e autoriali, semplicemente ben diluite (la carrellata alterale rasoterra in palestra, la carrellata a circondare il personaggio che parla alla folla, ecc...); l'unica cosa che gli si può obiettare è che al massimo è uno spreco di tecnica, non avendo, in molte occasioni, un utilità pratica.
Quello che ne vien fuori è un film commercialissimo e giovanilistico, che scalda il cuore senza mai mettere in pericolo la tranquillità o le certezze dello spettatore, dove per ogni lacrima c'è sempre un sorriso (o due); tutto questo però intrattenendo benissimo, con un ritmo ben bilanciato e facendo passare due ore nette con una facilità impressionante.
Un film poco interessante, ma molto godibile; Yadir ne esce bene nonostante dimostri fosse un'operazione alimentare (o forse lui ci credeva a tal punto da accettare ogni condizionamento?... massì dai, vogliamo crederci).
Il film è stato anticipato dal corto "Afronauts" di Frances Bodomo, tratto dalla vera storia di Nkoloso, direttore dello Zambia space academy e dei suoi tentativi di battere URSS e USA nella conquista della luna... praticamente tutto quello che c'è nel film è vero, tranne il finale.
Questo corto è bellissimo. Fotografato con un impeccabile bianco e nero e giocato molto su questi due colori (la pelle nera degli attori e quella bianca della protagonista albina; il nero del cielo e il bianco della sabbia) mostra semplicemente una serie di inquadrature bellissime. Praticamente ogni fotogramma è costruito in maniera tale da essere almeno bello, quando non arriva a essere magnifico.
Bellissimo.

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